Giovedì, 20 Gennaio 2022 09:55

Andamento demografico in Abruzzo: dal 2013 al 2020 persi 48.906 abitanti. Fuga dei giovani. Flessione nelle province di L'Aquila e Chieti. 186 comuni montani in via di spopolamento

di 

Tra il 2013 e il 2020, l’Abruzzo ha perso 48.906 abitanti decrescendo del 3,68% con un’intensità pari al doppio di quella dell’Italia che è stata dell’1,84%.

A svelarlo è uno studio di Aldo Ronci che sottolinea come sia andata persa una città come Chieti.

Le due classi di età che hanno influenzato in maniera importante la forte flessione della popolazione abruzzese tra il 2013 e il 2020 sono:

  • quella 32‐48 anni che ha perso 49.141 unità (‐14,80%) ma che comunque ha subito quasi lo stesso decremento percentuale dell’Italia (‐14,18%);
  • quella 15‐31 anni che ha visto emigrare 26.567 giovani con una flessione dell’11,12% valore quest’ultimo pari a due volte e mezzo quello italiano che è stato di appena il 4,53%.

 

ronci2

Il forte decremento giovanile è allarmante in quanto crea un problema di squilibri nel rapporto tra generazioni a svantaggio della popolazione potenzialmente più attiva e produttiva con implicazioni allarmanti di carattere sociale ed economico.

La flessione si spalma:

  • con intensità più elevata nelle province di L’Aquila e di Chieti che presentano aree in fase di spopolamento più numerose;
  • con intensità più lieve nelle province di Teramo e di Pescara che hanno aree in fase di spopolamento meno numerose.

I comuni montani in fase di spopolamento, al 31 dicembre 2020, sono 186 ed hanno subito, in 7 anni, un decremento di 28.796 unità che in valori percentuali è pari al 9,52%. Ma cosa che non ci si aspettava è che, al 31.12.2020, anche 32 comuni non montani situati sulla fascia costiera si trovano in fase di spopolamento ed hanno subito, in 7 anni, un decremento di 9.163 unità che in valori percentuali è pari al 7,44%.

Dal report “L’economia abruzzese negli ultimi vent'anni” si rileva che il valore aggiunto prodotto negli ultimi 20 anni subisce una flessione del 9,6%, valore di gran lunga peggiore di quello italiano che è stato del 2,8%.

La flessione abruzzese:

  • è pari al triplo di quella italiana;
  • attribuisce all’Abruzzo uno spread negativo di ben 6,8 punti percentuali che tende a  crescere;
  • posiziona l’Abruzzo al 13° posto nella graduatoria delle regioni italiane.

"Dai dati dei due report esce rafforzata l’impressione che l’economia abruzzese sia in affanno", sottolinea Ronci. "L’Abruzzo ha bisogno di cambiare marcia individuando, senza tralasciare il faticoso e importante lavoro già in atto, due fondamentali direttrici che gli permettano di affrontare i nodi nevralgici della Regione che riguardano da un lato, per superare gli squilibri locali, un progetto di sviluppo e riequilibrio territoriale e dall’altro, per superare le difficoltà in cui  versa il sistema produttivo, una grande, imponente ed efficace iniziativa che riesca, attraverso l’innovazione, a rendere più competitivi tutte le attività economiche".

 

ronci1

 

L’area Metropolitana Pescara‐Chieti

Si è creata, di fatto, l’area metropolitana Chieti‐Pescara (città diffusa) che conta una popolazione di 346.759 abitanti distribuita su una superficie di 645 Kmq mentre il resto dell’Abruzzo segna 934.253 residenti su una superficie di 10.150 kmq.

L’area Metropolitana Chieti‐Pescara è composta dai Comuni di Pescara, Chieti, Silvi, Cepagatti, Città S. Angelo, Collecorvino, Montesilvano, Moscufo, Spoltore, Cappelle sul Tavo, Pianella, San Giovanni Teatino, Torrevecchia Teatina, Francavilla al mare; raccoglie il 27% della popolazione ed è concentrata su appena il 6% del territorio, ha una densità abitativa di 538 abitanti per kmq pari a cinque volte e mezzo quella del resto dell’Abruzzo che conta 98 abitanti per kmq.

L’area metropolitana, al contrario del resto della Regione, ha registrato un costante e consistente incremento fino a pochi anni fa ma negli ultimi anni ha subito una battuta d’arresto e restano in crescita i soli Comuni di Francavilla e San Giovanni Teatino.

 

ronci3

 

 

Gli stranieri nel 2020

Nel 2020 l’Abruzzo, con 82.568 stranieri su un totale di 1.281.012 abitanti, annota la presenza del 6% di stranieri registrando uno spread negativo di 3 punti percentuali rispetto al 9% nazionale.

L’Abruzzo è poco attrattivo anche per gli stranieri che potrebbero comunque contribuire al miglioramento del bilancio demografico della regione.

 

La popolazione nelle province abruzzesi tra il 2013 e il 2020

 

ronci4

 

 

La popolazione nei capoluoghi abruzzesi tra il 2013 e il 2020

 

ronci5

Mentre la provincia dell’Aquila è quella che decresce di più rispetto alle sorelle abruzzesi, tra i capoluoghi l’Aquila è quello che decresce di meno.

 

Lo spopolamento dei comuni montani e dei comuni non montani tra il 2013 e il 2020

Si premette che, in questo studio, si considerano in fase di spopolamento i comuni che presentano tra il 2013 e il 2020 una flessione di abitanti superiore al 5% (valore triplo rispetto a quello medio nazionale).

I comuni montani in fase di spopolamento, al 31.12.2020, sono 186 e contano una popolazione di 273.828 abitanti; hanno subito, in 7 anni, un decremento di 28.796 unità che in valori percentuali è pari al 9,52% e rappresentano il 21% del totale della popolazione.

Ma cosa che non ci si aspettava è che, al 31 dicembre, 32 comuni non montani (situati tutti sulla fascia costiera ad eccezione di Sulmona, l’unico comune non costiero della provincia dell’Aquila dichiarato non montano), si trovano in fase di spopolamento o di forte spopolamento, contano una popolazione di 113.924 abitanti ed hanno subito, in 7 anni, un decremento di 9.163 unità che, in valori percentuali, è pari al 7,44% e rappresentano un consistente 9% sul totale della popolazione.

 

ronci6

 

ronci7

 

Tra il 2013 e il 2020 i comuni con più di 15.000 abitanti che crescono sono Francavilla (+1.159), Montesilvano (+952), Martinsicuro (+223) e Vasto (+124). Decrescono Sulmona (‐2.265), Lanciano (‐1.246), Ortona (‐1.230), Avezzano (‐738), Silvi (‐ 337), Giulianova (‐179), San Salvo (‐166), Roseto (‐66) e Spoltore (‐59).

La crescita più elevata, sia in valore assoluto che in valore percentuale, è stata registrata a Francavilla (+1,159; +4,73%) che conquista il primo posto nella graduatoria regionale.

La flessione più alta, sia in valore assoluto che in valore percentuale, a Sulmona (‐2.265; ‐9,09%) che si piazza all’ultimo posto nella graduatoria.

 

ronci8

ronci9

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 21 Gennaio 2022 18:13

Articoli correlati (da tag)

Chiudi