Giovedì, 27 Gennaio 2022 11:41

Carenza di personale al reparto dialisi del San Salvatore, la denuncia dell’Aned: “Quattro infermieri per venticinque pazienti”

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Reparto dialisi del San Salvatore dell’Aquila in crisi per carenza di personale.

A denunciarlo è Bruno Cotellessa, referente dell’associazione nazionale emodializzati che, in una nota, afferma come siano rimasti soltanto quattro infermieri ad assistere circa venticinque pazienti.

“Sono circa 110 i pazienti che si sottopongono ad emodialisi nel reparto dell’ospedale S. Salvatore dell’Aquila – spiega Cotellessa - L’emodialisi è un trattamento salva vita necessario ai pazienti affetti da insufficienza renale cronica e normalmente viene effettuato tre volte a settimana per la durata di quattro ore. È un trattamento che può aver termine solo se il paziente viene sottoposto a trapianto renale. Alcuni pazienti possono essere sottoposti ad emodialisi anche per quindici o venti anni. Il trattamento cerca di sostituire in parte la funzione renale attraverso una macchina che filtra il sangue del malato purificandolo da elementi tossici ed eliminando i liquidi in eccesso. Durante il trattamento il paziente deve essere tenuto sotto controllo in quanto può accadere che ci sia il rischio di emorragie, cali di pressione, crampi ed altri gravi inconvenienti”.

Proprio per questo, per poter essere accreditato un centro dialisi deve necessariamente godere della presenza di un medico e di personale infermieristico in un rapporto di un infermiere ogni tre pazienti. “Da diverso tempo, però, nel reparto dialisi dell’ospedale dell’Aquila tali prerogative non vengono rispettate mettendo a grave rischio la salute dei pazienti”.

“A causa dell’emergenza pandemica - prosegue Cotellessa - è stato aperto un reparto dialisi specifico per malati covid, ciò ha di fatto significato aver raddoppiato i turni dei pazienti senza però aver integrato il numero degli infermieri. È da tempo che in turni in cui sono presenti circa venticinque pazienti ci siano in servizio solo tre o quattro infermieri, inoltre i pazienti sono spesso dislocati in diverse stanze, ciò rende oltremodo complessa la possibilità di comunicazione con il poco personale presente in reparto. Questa situazione è devenuta insostenibile. Non è possibile che persone già duramente provate nella salute si ritrovino in una situazione di disagio e di insicurezza”.

La pazienza dei pazienti è finita: “Nessuno chiede un ospedale d’oro o di lusso ma solamente che le normative vengano rispettate”, conclude Cotellessa.

Ultima modifica il Giovedì, 27 Gennaio 2022 11:53

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