In un incontro avvenuto a luglio 2021 insieme ad Associazioni e ASL, "sono state portate all’attenzione dell’Assessore e del Comune le problematiche" relative al randagismo "e alcune proposte di miglioramento, alle quali non è stato dato nessun seguito da parte dell’Amministrazione nonostante i diversi solleciti. Il problema è reale e concreto, al di fuori di ogni tipo di propaganda politica. Infatti, da anni non viene attuata alcuna misura a contrasto del fenomeno, come invece avviene con successo nel resto del Paese; qui le nostre Amministrazioni si limitano a stanziare i fondi necessari per il mantenimento delle convenzioni con i canili".
Le associazioni e i volontari del territorio, compresi i comuni limitrofi, riuniti in un Comitato informale bacchettano l'assessore comunale Fabrizio Taranta per le mancanze dell'amministrazione nel contrasto al randagismo.
Nei giorni scorsi, il capogruppo del Pd Stefano Palumbo aveva denunciato come si fosse fermi al 2020, e che nulla era stato fatto per il progetto 'L'Aquila a 4 zampe' approvato nel novembre 2019 e a tutt'oggi inattuato.
Lo scopo del piano, promosso dalla sezione veterinaria della ASL, era quello di sensibilizzare l'opinione pubblica circa tutti gli adempimenti previsti dalla normativa vigente per la corretta detenzione di un animale da compagnia, incentivare il ricorso alla sterilizzazione chirurgica al fine della limitazione delle nascite, ridurre il fenomeno dell'abbandono e istituire, infine, un ciclo virtuoso con l'associazionismo locale per l'incentivazione delle adozioni dei cani randagi e abbandonati. "Un progetto che sarebbe dovuto servire anche, grazie soprattutto al prezioso lavoro svolto volontaristicamente dalla rete di associazioni presenti sul territorio, al controllo e al monitoraggio delle situazioni più a rischio al fine di provare ad arginare alla radice la causa del vagantismo e del conseguente sovraffollamento dei canili", aveva sottolineato il capogruppo dem.
"Una problematica che non attiene solo ad una mancanza di sensibilità da parte dell’amministrazione - aveva aggiunto Palumbo - ma anche ad un poco attento utilizzo delle risorse pubbliche se è vero che nell’ultimo quinquennio il Comune dell’Aquila ha speso per il fenomeno del randagismo più di 1 milione di euro, verosimilmente solo per la custodia dei cani presso i canili convenzionati senza efficaci politiche attive volta a ridurre il carico in capo all’ente comunale".
Sferzante la risposta dell'assessore al ramo Fabrizio Taranta (Lega): "Non faccio fatica a capire la necessità del capogruppo Pd Stefano Palumbo di sgomitare per individuare un tema che possa far presa sull’opinione pubblica e acquisire visibilità per provare a strappare una candidatura a sindaco", l'affondo. "Mi è più difficile, invece, comprendere la ratio per cui, ogni volta, sceglie argomenti di cui o non è ben informato o non conosce. Palumbo la butta in caciara su un tema importante come quello della tutela degli animali e il randagismo: all’esponente dem ricordo che, rispetto alla convenzione in essere per la gestione del canile situato nella zona di Paganica, portata avanti dalla Lega nazionale del cane, le cifre versate dall’attuale amministrazione sono le stesse liquidate nella precedente consiliatura, in cui lui era presente quale esponente della maggioranza: la convenzione, infatti, è datata 2013 e i canoni concessori non sono stati toccati da quando ci siamo insediati. Si tratta di spese necessarie – peraltro inferiori a quelle registrate in molti altri comuni – 'vive' come si suol dire, per mantenere quello che a tutti gli effetti è un servizio essenziale, a meno che Palumbo non creda sia opportuno ridurre l’alimentazione degli ospiti della struttura e le attività svolte al suo interno per la cura e il mantenimento".
Parlando di numeri, poi, dal 2019 ad oggi i cani ospiti del canile sono diminuiti, circa 370 - ha aggiunto Taranta - "segno che le attività condotte per contenere il triste fenomeno del randagismo adottate dall’amministrazione hanno prodotto degli effetti positivi e di una maturata coscienza civile che ha comportato un significativo aumento degli affidamenti. Sul canile, poi, è già stato programmato un project financing per migliorare, ampliare e rendere più funzionali gli spazi a tutto vantaggio di cani e operatori. Rispetto al progetto del 2019 attuato in convenzione con la Asl, per sensibilizzare l’opinione pubblica verso un corretto rapporto uomo-animale e sull’importanza della sterilizzazione chirurgica al fine di contenere il numero delle nascite, già nel novembre dello stesso anno si svolse un primo incontro, molto partecipato, con la popolazione. Lo scoppio della pandemia non ha consentito di tenere altri eventi pubblici di quel genere che, comunque, intendiamo ripetere vista la fortunata esperienza e non appena le condizioni sanitarie legate alla pandemia lo consentiranno. Appuntamenti che realizzeremo in collaborazione con associazioni di volontari per la tutela degli animali che hanno già avanzato delle proposte che saranno e a cui inviteremo anche lo stesso capogruppo del Pd, affinché possa avere contezza di temi che meritano di essere conosciuti affinché se ne parli in maniera compiuta e precisa".
Tuttavia, il Comitato informale delle associazioni ambientaliste la pensa diversamente. "Il randagismo è causato da diversi fattori, quali nascite incontrollate, mancati controlli sulle situazioni a rischio, cani vaganti padronali, scarsa informazione, difficoltà di comunicazione e coordinazione tra gli Enti preposti e, in sostanza, dall’immobilità di questi ultimi nel cercare soluzioni e collaborazione", si legge in una nota.
Non è stata attuata alcuna politica, viene ribadito. E per ciò che attiene la diminuzione del numero di cani in canile, che poi è relativa, "dipende esclusivamente dal lavoro incessante e gratuito dei volontari svolto anche attraverso adozioni consapevoli sia per i cani presenti nelle strutture che per i randagi, con la collaborazione della ASL. Le attività descritte dall’Assessore per contenere il triste fenomeno del randagismo non ci risulta che vengano attuate dall’Amministrazione: lo testimoniano le centinaia di cani 'senza controllo' che popolano le periferie e le frazioni della città".
E viene aggiunto che, "come esposto anche dal consigliere Palumbo, la delibera comunale 527 del 25/11/2019 relativa al progetto 'L’Aquila a 4 zampe' presentato dalla ASL nel 2019 non è mai stata attuata, soprattutto nelle iniziative mirate alla collaborazione con le associazioni e i volontari; questo accade anche nei Comuni limitrofi. Come è facile immaginare, il randagismo non si elimina ampliando le strutture dei canili, che senza dubbio avrebbero bisogno di un profondo restauro, appoggiandosi su finanziamenti privati, ma con interventi simultanei e ben progettati che comprendono campagne di sterilizzazione, di microchippatura e di sensibilizzazione nelle scuole e fuori, corsi di formazione per i volontari e per gli Enti e l’inclusione in un tavolo tecnico permanente delle Associazioni con gli Enti preposti (Municipale, Carabinieri Forestali, ASL, Guardie Zoofile, G.D.F.)".
Il consigliere Palumbo - conclude il Comitato - "grazie alla propria sensibilità e volontà ha portato allo scoperto una situazione tangibile sulla quale l’Amministrazione dovrebbe fare riflessioni più profonde, considerata la moltitudine di problemi che questa città, forse più delle altre, è costretta a sopportare. L’obiettivo dovrebbe essere quello di cercare di risparmiare denaro pubblico o quantomeno utilizzarlo in modo efficace e più utile a tutta la popolazione, sia umana che animale. Dovremmo voler elevare il livello di civiltà dei nostri territori, renderli più sani, più vivibili sia per i cittadini sia per chi viene da fuori. Detto questo attendiamo una audizione in Commissione per presentare il 'Manifesto per la lotta al randagismo' e il progetto collegato in modo da trovare una quadra a livelli di organizzazione di ruoli e di iniziative da mettere in campo".