Martedì, 08 Febbraio 2022 15:28

Sport in alta quota: Univaq capofila di un progetto di ricerca internazionale sullo skyrunning

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Presentato stamane il progetto di ricerca scientifica internazionale che studierà gli effetti dello Skyrunning, la corsa in alta quota, attraverso il monitoraggio condotto sugli atleti e le loro prestazioni.

L’iniziativa vede l’Università degli Studi dell’Aquila nel ruolo di capofila e coinvolge l’ISF-International Skyrunning Federation, l’associazione SDS-Specialisti dello Sport, il Comune dell’Aquila e atenei stranieri. “Una cooperazione basata sullo sforzo sinergico di diverse realtà, che risponde alla vocazione all’Università di mettere a disposizione le proprie risorse per la crescita del territorio” ha dichiarato il rettore Edoardo Alesse.

La collaborazione con le università estere permetterà, inoltre, di ospitare tecnici e atleti stranieri e di rafforzare il confronto con ricercatori di altri Paesi, ponendo l’Ateneo aquilano in una posizione di visibilità internazionale.

Il progetto di ricerca durerà quattro anni, durante i quali si svolgeranno all’Aquila i due campionati mondiali under 23 di Skyrunning 2023 e 2025.

L’amministrazione comunale, che ha già ospitato l’edizione 2021, con la presenza del consigliere Giancarlo Della Pelle, ha confermato l’intenzione di proseguire il proprio supporto alle iniziative che gravitano intorno a questo sport.

La manifestazione sportiva è di casa all’Aquila, città che la F.I.Sky - Federazione Italiana Skyrunning ha scelto come sede abituale dei campionati. Per Cristiano Carpente, vicepresidente vicario, “il progetto di ricerca segna un passo in avanti, ampliando l’attività sportiva agonistica con il contributo accademico di alto profilo”.

“Un progetto in linea con gli obiettivi dell’Ateneo e con la città - ha messo in evidenza Maria Giulia Vinciguerra, docente e responsabile del CAD – Consiglio di Area Didattica Scienze Motorie, delegata allo Sport dell’Università degli Studi dell’Aquila - “che si inserisce bene nel paesaggio del nostro territorio, coniugando gli obiettivi dell’agenda 2030 su sostenibilità e benessere dell’uomo nell’ambiente, aspetti sui quali l’Università sta già lavorando. Ora è il momento di coinvolgere tutta la cittadinanza, partendo dalla sensibilizzazione dei bambini delle scuole”.

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