Il comune dell'Aquila 'tira dritto' sullo sgombero delle palazzine del progetto Case di Sassa NSI dove dovrebbe sorgere la scuola di formazione nazionale dei Vigili del fuoco.
Nei giorni scorsi, alcuni assegnatari di alloggio hanno inoltrato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica dell'Aquila, al Prefetto, al Dirigente del servizio Vigilanza della Regione, al Dirigente della sezione Urbanistica provinciale, al Dirigente del Servizio valutazioni ambientali della Regione oltre che, per conoscenza, al Ministero delle Infrastrutture, al Ministero degli Interni e al Ministero dell'Ambiente chiedendo "una interdizione o, quanto meno, una interlocuzione da parte degli Enti competenti a procedure e vincoli" e invitando gli organi competenti alla pubblica sicurezza "a reprimere atteggiamenti arbitrariamente punitivi e vessatori (reiterati) che si sono e che eventualmente si verificheranno".
La replica dell'assessore al Patrimonio Vito Colonna è affidata alle colonne del Messaggero: "I primi di gennaio erano rimasti 57 inquilini da trasferire; dopo la nostra ultima lettera del 17 gennaio, in cui chiedevamo di recarsi nei nostri uffici a scegliere un nuovo alloggio entro e non oltre il 7 febbraio, altre 36 inquilini hanno accettato il trasferimento. Restano ora gli ultimi 21. Il 28 febbraio saranno staccate le utenze generali, cioè riscaldamento, l'acqua calda e l'energia elettrica negli spazi comuni".
Da stamane saranno inviate le lettere agli assegnatari che ancora resistono al trasferimento. Colonna invita quindi gli inquilini "a ripensarci e ad accettare gli alloggi alternativi".
Ma su che cosa si basa l'esposto-denuncia di alcune delle famiglie che vivono a Sassa?
Nel documento viene ribadito come il comune voglia localizzare il centro di formazione presso il complesso Case che "è stato realizzato nell'emergenza in una zona irrigua (in contrasto con il Titolo VII della L.R. 18/83 e s. m. e i.); le stesse aree di sedime - viene sottolineato - sono attraversate da un torrente che, sia all’epoca che oggi, avrebbe imposto ai sensi dell’art. 80 della L.R. 18/83 una fascia di in edificabilità di 50 metri dai limiti demaniali dello stesso". Anche sotto il profilo sismico - leggiamo dall'esposto-denuncia - "queste stesse aree, essendo alluvionali, non sarebbero idonee all’intervento strategico da realizzare. In questi 12 anni si sono verificate ben 2 alluvioni; a tale riguardo, è stata presentata specifica osservazione al vigente PSDA per una riclassificazione di tali aree in zone a rischio massimo".
La localizzazione, d'altra parte, "comporta una sostanziale variante al PRG e alla stessa destinazione provvisoria data nell’emergenza, in quanto la struttura da realizzare non è affatto residenziale ma soprattutto di tipo universitario con tante strutture complementari come palestre, piscine, impianti sportivi, aule, mense, biblioteche e spazi esterni per sport e parcheggi".
Ebbene, "la localizzazione di una struttura statale strategica di tale rilevanza sarebbe dovuta essere oggetto di un dibattito trasparente nella città e soprattutto nel Consiglio Comunale competente a dichiararne l’Intesa con lo Stato e la compatibilità urbanistica".
Al contrario, denunciano i residenti che non vogliono lasciare gli alloggi, l'amministrazione comunale ha aderito ad una Convenzione con il Demanio senza fare le sopradette verifiche urbanistico/ambientali, alienando con la del. 148/2021 il complesso residenziale. "Da mesi, senza adire a formali e legittime azioni coatte (forse proprio per la debolezza amministrativa degli atti adottati), con informali e coercitive azioni l'amministrazione sta tentando di convincere gli affittuari a trasferirsi in altre zone".
A tale riguardo, gli assegnatari sottolineano che:
- "invece di pubblicare un bando oggettivo e trasparente per le eventuali assegnazioni, si è praticata la via del contatto interpersonale;
- in un incontro preliminare sono stati promessi indennizzi e premi economici (poi scomparsi);
- si è trascinata una dubbia trattativa personale con l’assessore competente;
- ci sono state minacce punitive nei confronti dei resistenti;
- ultimamente, è stata minacciata la dismissione unilaterale delle utenze;
- si stanno disattivando in maniera episodica punti luce su spazi e aree comuni (è appena il caso di sottolineare che tale operazione non è stata mai fatta negli altri comparti del piano CASE e dei MAP);
- a voce e per sentito dire, è stato addirittura minacciato il cambio delle serrature.
Per quanto sopra evidenziato, e al fine di evitare inutili incidenti con il conseguente dannoso contenzioso, veniamo a sollecitare una interdizione o, quanto meno, una interlocuzione da parte degli Enti competenti a procedure e vincoli e invitiamo gli organi competenti alla pubblica sicurezza a reprimere atteggiamenti arbitrariamente punitivi e vessatori (reiterati) che si sono e che eventualmente si verificheranno".