E' stata illustrata stamane, presso il cantiere di Palazzo Farinosi Branconi all'Aquila, la convenzione stilata tra l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila e l'impresa Fratelli Ettore e Carlo Barattelli srl che permetterà alla Scuola di restauro dell’ABAQ di partecipare al restauro dei magnifici apparati decorativi che arricchiscono il palazzo.
L’accordo prevede l’attivazione di tirocini di formazione ed orientamento, curriculari e post-diploma; in questi giorni è iniziato il primo stage di un laureando, che usufruisce di una borsa lavoro della Fondazione Carispaq, che sta preparando la sua tesi di laurea proprio sul restauro di Palazzo Farinosi Branconi.
Si tratta della seconda convenzione messa in atto dall’accademia aquilana con soggetti privati, dopo quella stata sottoscritta lo scorso anno con la Casa d’Aste Gliubich dell’Aquila. "E’ un accordo importante - ha tenuto a sottolineare il Presidente dell’Accademia di Belle Arti, Rinaldo Tordera - perché arricchisce l’offerta formativa della nostra accademia che continua a lavorare aprendosi alle collaborazioni con le istituzioni pubbliche ma anche con i soggetti privati di tutto il territorio regionale e delle regioni limitrofe. Abbiamo attivato numerosi accordi, basti ricordare la convenzione con il Comune di Amatrice per il restauro delle opere d’arte danneggiate dal sisma del 2016. Questa stretta relazione con il territorio è un punto di forza per l’accademia, di cui si avvantaggiano tutti i corsi dei nostri piani di studio. Esperienze come quelle che gli studenti possono fare sui cantieri di restauro o in altre realtà del settore consentono a tutti i nostri ragazzi di arrivare molto più preparati e qualificati all’accesso nel mondo del lavoro”.
Alla conferenza stampa di questa mattina hanno partecipato, oltre al presidente Tordera, il vice presidente della Fondazione Carispaq Roberto Marotta e il Segretario Generale David Iagnemma, la Soprintendente ai Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo Cristina Collettini, l’assessore al turismo del Comune dell’Aquila Fabrizia Aquilio, il responsabile dell’Ufficio per la Ricostruzione dell’Aquila Salvo Provenzano, Ettore Barattelli per l’Impresa Fratelli Barattelli Srl e Alberto Benassi per l’impresa CMB di Carpi, e il direttore territoriale centro est di Bper Banca, proprietaria del palazzo, Giuseppe Marco Litta: "Siamo felici che siano finalmente partiti i lavori di restauro di Palazzo Farinosi Branconi, uno dei più importanti edifici storici della città dell’Aquila, pesantemente danneggiato dal sisma del 2009; i palazzi storici di BPER Banca sono un prezioso tassello del proprio patrimonio culturale, in quanto custodi della storia passata e dei tesori artistici e archivistici. Il restauro di Palazzo Branconi e degli affreschi che decorano le pareti interne dell’edificio", ha aggiunto Litta, "è fondamentale per poter recuperare la testimonianza di una storia importante per la città, per la famiglia Branconio e per le diverse destinazioni avute dall’edificio nel corso dei secoli: da residenza a scuola, da caserma a sede della presidenza della Giunta Regionale. Ci auguriamo di poter intraprendere i confronti necessari con le autorità e le istituzioni per creare, in sinergia, una proposta di valorizzazione culturale importante, perché crediamo che attraverso la diffusione della cultura si possa contribuire al meglio allo sviluppo di un futuro sostenibile, equo e consapevole".
Con l’occasione della presentazione della convenzione è stato anche presentato il restauro di Palazzo Farinosi Branconi, uno dei più importanti della città sia sotto il profilo storico che artistico, per un importo complessivo di 10,7 milioni di euro. Il cantiere è infatti affidato ad una associazione temporanea di imprese di cui fanno parte la CMB di Carpi, che sta intervenendo sul recupero della parte architettonica, e la Fratelli Ettore e Carlo Barattelli dell’Aquila che sta restaurando gli imponenti apparati decorativi sei - settecenteschi dell’edificio. "Siamo molto felici di questa collaborazione con l’Accademia di Belle Arti – ha dichiarato Ettore Barattelli – perché ci da modo di interagire e dialogare in maniera fattiva con il settore dell’alta formazione, mettendo in stretta e necessaria relazione la scuola con il mondo del lavoro. Nel caso specifico di questo cantiere inoltre, i tirocinanti avranno la possibilità di confrontarsi e lavorare su un modello di restauro innovativo e ad alto contenuto tecnologico. Ancora una volta il restauro post sisma all’Aquila, infatti, ed in particolare il recupero del ciclo di affreschi della Sala di San Clemente di Palazzo Farinosi Branconi, diventa un esempio a livello internazionale di sperimentazioni e innovazioni di nuove e più sicure metodologie di restauro".
E’ proprio l’intervento sugli apparati decorativi dell’edificio quello più complesso e nuovo. Il ciclo della Sala di San Clemente, in particolare, gravemente danneggiato dal sisma del 2009 tanto da dover completare il distacco dei lacerti ancora in sito, sarà restaurato ricomponendo migliaia di frammenti (circa 270 cassette con pezzi di affresco) su supporto polimaterico tecnologicamente avanzato (pannelli sottilissimi) che sul retro riprodurrà la conformazione del muro dove poi sarà ricollocato. Si tratta di un intervento di restauro innovativo mai realizzato prima d’ora su superfici di grandi dimensioni come quelle delle sale affrescate di Palazzo Farinosi Branconi dell’Aquila.
Naturalmente, anche il restauro del resto dell’edificio sarà realizzato con tecnologie innovative in grado di restituirci l’antico splendore del manufatto insieme al necessario miglioramento sismico.
Le opere di cantierizzazione sono state avviate nel giugno scorso, dopo 12 anni di impasse: oltre alla riparazione e al consolidamento sismico dello stabile, si prevede, appunto, il restauro delle preziose opere d’arte interne (guarda il video e la photogallery) oggetto della convenzione con l'Accademia di Belle Arti.
La storia
Situato tra piazza San Silvestro, via Garibaldi e via Gignano, da non confondersi con l’omonimo palazzo posto frontalmente la chiesa, Palazzo Branconi-Farinosi fu costruito tra il primo ventennio del Cinquecento e la seconda metà del Seicento, accorpando una serie di unità edilizie originariamente autonome, per volontà della famiglia Branconio, originaria di Collebrincioni. Il capostipite del casato era Giovanbattista, orafo e consigliere dei papi Leone X e Clemente VII nonché amico personale di Raffaello Sanzio, che volle ritrarsi insieme a lui in un famoso dipinto conservato oggi al Louvre.
Nel 1874 un Regio Decreto ne cambiò la denominazione in Palazzo Farinosi Branconi. A partire dal XIX secolo, l'edificio fu utilizzato dapprima come caserma quindi come scuola, finché, nella seconda metà del XX secolo, Giulio Farinosi Branconi lo cedette alla Cassa di Risparmio della provincia dell'Aquila, di cui era socio. Fu proprio l'ente bancario a promuoverne il restauro negli anni novanta del secolo scorso; nei primi anni del duemila, e per un breve periodo, il palazzo fu sede della Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo.
La proprietà
L’edificio, come detto, è di proprietà della Bper. Dopo il terremoto, ha riportato danni pesanti alle pareti perimetrali e al tetto. I suoi interni custodiscono, tra le altre cose, due cortili e alcuni cicli di affreschi molto pregevoli, tra cui quelli della Sala delle storie bibliche, della Sala dei putti e della Sala delle storie di San Clemente. Quest’ultima è un vero e proprio capolavoro della pittura sacra in Abruzzo, che prima del terremoto si presentava completamente affrescata con un ciclo che decorava tutte le pareti e che rappresentava uno dei pochissimi apparati completi presenti nel capoluogo abruzzese. Le pitture sono dedicate alla figura di San Cle-mente, con esplicito riferimento all’abbazia di San Clemente a Casauria che era uno dei numerosi feudi abruzzesi controllati dalla famiglia.
L’edificio è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2009.
Il progetto
Nel 2013 Bper, dopo una gara a inviti, affidò la progettazione a un’Ati costituita da tre studi tecnici: lo studio Inverardi dell’Aquila; lo studio Del Boccio di Sulmona e uno spin-off dell’Università di Firenze, DiaCon srl, fondato da Giacomo Tempesta, professore di Statica nell’Ateneo toscano.
Progettisti e strutturisti hanno lavorato di concerto non solo con la Soprintendenza, ma anche con l'Opificio delle pietre dure, uno dei più importanti istituti internazionali nel campo del restauro, che ha sede sempre a Firenze e dipende direttamente dal Mibact.
Il progetto è stato ultimato alla fine del 2018 ma alcune osservazioni e richieste di modifiche avanzate dalla proprietà ne hanno ritardato la definitiva approvazione, con la relativa concessione del contributo da parte dell’Usra, facendola slittare fino al 2022.
A coordinare i lavori l’architetto Carlotta Inverardi, che nei mesi scorsi ha spiegato a NewsTown: “Si tratta di un intervento molto complesso, dove bisognerà far procedere parallelamente la parte relativa al consolidamento strutturale con quella che riguarderà il recupero delle opere d’arte interne. Dei 10,7 milioni di lavori, ben due sono destinati proprio al restauro dei dipinti e degli affreschi, alcuni dei quali, come quelli dei ciclo di S. Clemente, sono stati smontati e andranno quindi ricollocati al loro posto”.