Giovedì, 17 Febbraio 2022 18:43

Rilascio dei titoli abitativi edilizi su aree d'uso civico, esposto di Nardantonio

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Il presidente dell'Aduc di Preturo, il consigliere comunale del Passo Possibile Antonio Nardantonio, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica chiedendo di fare chiarezza, e di valutare eventuali profili di illiceità penale, sulle procedure per il rilascio dei titoli abitativi edilizi su aree soggetto ad uso civico.

Un passo indietro.

A seguito del terremoto, con deliberazione di giunta n. 317 dell'agosto 2014, il Comune dell'Aquila ha stabilito, appunto, le procedure per il rilascio dei titoli abitatiti edilizi su aree soggette ad uso civico; a sua volta, la Regione Abruzzo - con nota del Dirigente del Servizio Politiche Forestali Demanio Civico ed Armentizio - ha messo nero su bianco, nel dicembre dello stesso anno, le modalità per il relativo rilascio del nulla osta.

Di fatto, il Comune all'epoca dovette prendere atto che c'erano tante abitazioni danneggiate dal terremoto, alcune adibite persino ad abitazione principale, che insistevano su fondi gravati da uso civico; per sanare gli abusi, dunque, ritenne opportuno attivare la procedura di 'sclassificazione', una procedura analoga al mutamento che avviene su istanza dell'Ente per zone di territorio oramai edificato, ai sensi dell’art. 10 della legge regionale 3 marzo 1988, n. 25.

In questo modo, i fondi potevano essere trasformati da uso civico a patrimoniali così da consentire il rilascio del contributo alla ristrutturazione o alla demolizione e ricostruzione delle abitazioni.

Per accelerare i tempi, il cittadino interessato avrebbe dovuto sottoscrivere una polizza fideiussoria a garanzia dell’impegno a presentare istanza di mutamento di destinazione d’uso o a concludere la procedura in corso, a fronte, evidentemente, di un esborso di denaro per sanare l'abusiva occupazione. L’importo della polizza venne fissato al 10% del contributo concesso, con conseguente svincolo della stessa solo a mutazione di destinazione d’uso avvenuta e a seguito della stipula del contratto di alienazione del terreno. In questo modo, il Settore Ricostruzione privata del Comune dell’Aquila avrebbe potuto rilasciare i titoli abitativi edilizi necessari per i lavori di ristrutturazione e ricostruzione post sisma nonché il relativo contributo.

Questa la procedura.

Ebbene, Nardantonio denuncia che sono pochissime le fideiussioni effettivamente attivate negli anni e nessuna di queste, ad oggi, risulta svincolata per avvenuta stipula del contratto di acquisizione del terreno. Il consigliere comunale, ad aprile 2020, aveva presentato richiesta di accesso agli atti: non gli è stato fornito alcun chiarimento.

Ora: possibile che dinanzi ad un numero rilevante di abitazioni costruite su terreni di uso civico soltanto poche decine di cittadini abbiano fatto richiesta di contributo per la ristrutturazione o per l'abbattimento e ricostruzione? E’ possibile che un problema così diffuso, e su questo ci sono davvero pochi dubbi, si sia risolto con una decina di fideiussioni? E come mai il Comune dell'Aquila non ha svincolato alcuna fideiussione: è possibile che dopo otto anni non si sia concluso nessun cantiere per il quale era stato concesso il contributo condizionato?

Si potrebbe ravvisare, sottolinea Nardantonio nell'esposto, un danno erariale. 

Di qui la denuncia in Procura.

Sulla vicenda, nei mesi scorsi, era intervenuto anche il consigliere comunale Daniele D'Angelo di Coraggio Italia sottolineando come vi fossero giacenti numerose pratiche inevase di alienazione dei terreni d'uso civico che - ironizzò - "non è una esagerazione definire antiche".  D'Angelo aveva evidenziato come l'impasse, oltre a rappresentare un mancato significativo gettito per il Comune dell’Aquila, stava mettendo in difficoltà i cittadini che volevano mettersi in regola per accedere al sisma-bonus e all’eco-bonus al 110 per cento "che consentirebbero - aggiunse - una riqualificazione di immobili spesso degradati in aree a lungo soggette ad abbandono e spopolamento. Senza contare gli introiti considerevoli che la definizione delle procedure di alienazione porterebbe al Comune dell’Aquila e la ricaduta positiva per l’economia del territorio per i lavori che grazie ai bonus verrebbero cantierizzati".

D'Angelo pose il tema in seconda commissione e manifestò l'intenzione di presentare un ordine del giorno in Consiglio affinché il Comune si dotasse di un ufficio apposito, se necessario ricorrendo a personale dedicato attinto anche al di fuori del proprio organico ordinario, "per la tempestiva evasione delle pratiche accumulate che, in colpo solo, darebbe ristoro ai cittadini, alle casse pubbliche, al decoro delle frazioni e all’economia edilizia".

Non se ne è saputo più nulla.

Ultima modifica il Giovedì, 17 Febbraio 2022 22:19

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