Sabato, 05 Marzo 2022 19:13

Contact center Inps, sindacati sul piede di guerra: "Gestione folle"

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Il 3 marzo scorso, la RTI Comdata/Network ha comunicato alle segreterie Nazionali di Slc, Fistel e Uilcom la decisione di Inps, legata a motivi di budget, di applicare da alcuni giorni il limitatore delle chiamate in entrata, previsto dal contratto commerciale di proroga della commessa Inps.

In sostanza, le chiamate in entrata - in aumento nell’ultimo mese soprattutto per informazioni legate all’assegno unico - invece di essere correttamente incanalate verso gli operatori vengono 'disilluse', negli ultimi minuti di ogni ora, e gli utenti che cercano di mettersi in contatto con il Contact Center restano in attesa nonostante gli operatori siano disponibili e non ricevano chiamate per poi riversarsi massicciamente sugli operatori generando un fortissimo disservizio per gli utenti e l’applicazione, per le società che gestiscono il servizio, di penali in quanto non in grado di gestire l’enorme flusso di chiamate in entrata.

"Questa situazione - denunciano i sindacati - è paradossale nonché dannosa per tutti quei lavoratori che operano sulla commessa Inps, un ente pubblico che mette il “cap” alle chiamate dei cittadini pur di stare nei limiti contrattuali stabiliti con gli outsources, infischiandosene che i lavoratori interessati siano in Cassa Integrazione per riduzione dei volumi; incredibile crederci ma è così".

Slc, Fistel e Uilcom hanno chiesto immediatamente un incontro ai vertici di Inps e alla newco Inps servizi; "quest’ultima, dopo aver eletto i componenti del CDA, è in cerca dei dirigenti da assumere al fine di aggiustare il proprio l’organico dimenticando, però, i lavoratori che restano in cassa e con il pericolo che, già dal mese di aprile, la percentuale possa persino aumentare. Lo Stato Italiano, rappresentato dalla Funzione Pubblica, dovrebbe essere il garante del salario dei lavoratori ma, in questa situazione, dimostra completo disinteresse, chiudendo i rubinetti delle chiamate e lasciando i lavoratori sotto ammortizzatori sociali per calo di volumi".

Sulla vicenda è intervenuta anche la Ugl Telecomunicazioni che ha lanciato un vero e proprio appello pubblico: "Il Contact Center occupa da anni oltre 3.200 in Italia e 500 a L’Aquila, è considerato dal Presidente di Inps un servizio pubblico essenziale ma lo stesso Istituto sta proseguendo da due anni alla sua demolizione. Nonostante una Legge del 2019 ne prevede l’internalizzazione entro novembre 2021 mediante l'affidamento del servizio alla società partecipata Inps Servizi spa, la stessa Inps continua a violare Leggi, sentenze di Cassazione e TAR Lazio, Direttive del Parlamento che prevedono l’obbligo per le società pubbliche In House di applicare la Clausola sociale di continuità occupazionale degli attuali addetti".

Inps Servizi spa continua ad assumere altro personale anche con chiamata diretta, senza la procedura concorsuale pubblica che vorrebbe illegittimamente imporre per gli operatori del Contact Center. "Da due anni denunciamo una gestione incentrata sulla riduzione progressiva dei tempi e dell’attività - a scapito della qualità del servizio - e la carenza di controlli sul numero degli addetti e sul rispetto del contratto di servizio. Ciò ha portato allo svilimento professionale degli operatori ed alla penalizzazione degli operatori professionalizzati con molti anni di esperienza, per la maggior parte Part Time a 20 ore settimanali, preferendo scaricare sulla commessa Inps le inefficienze aziendali su altre commesse".

Nel frattempo, Inps è l’unico Ente pubblico ad aver ottenuto a dicembre scorso una deroga al blocco delle spese per l’affidamento di servizi all’esterno, e parliamo di centinaia di milioni annui in particolare in spese informatiche, e si fa autorizzare l’assunzione con chiamata diretta di 100 nuovi funzionari e l’assunzione di altri 300 in mansioni finora svolte dagli operatori del suo Contact Center che invece vorrebbe far partecipare ad un concorso pubblico aperto a tutti per l’assunzione presso la sua società.

"Ora siamo al colmo: negli ultimi giorni Inps ha avviato una vera e propria 'soppressione' del servizio bloccando le chiamate degli utenti per almeno 10 minuti ogni ora, per evitare di spendere un Euro di più. Subito dopo i singoli blocchi le chiamate ovviamente aumentano e Inps fa pagare penali ai gestori privati del servizio perché ovviamente non riescono a rispondere agli utenti. Nel frattempo tutti gli operatori del Contact Center sono in cassa integrazione per una presunta 'crisi aziendale' con dichiarazione di esubero strutturale del 30% degli occupati. Contemporaneamente, però, i gestori privati chiedono continuamente lavoro supplementare, negando di fatto il calo di attività che ha motivato la Cassa integrazione. Quindi per risparmiare qualche Euro, la stessa Inps ne spende molti di più per pagare la Cassa integrazione".

Una gestione a dir poco folle - la denuncia dell'Ugl - che "sta portando all’aumento vertiginoso dell’esubero occupazionale. Fin dai prossimi giorni chiederemo cosa ne pensano ANAC, Corte dei Conti e Governo ed è inevitabile avviare una grande mobilitazione a livello nazionale. Chiediamo nuovamente la stessa mobilitazione alle Istituzioni locali e nazionali e alle forze politiche per porre fine a questo scempio di risorse pubbliche e a questo attacco al servizio pubblico. A loro continuiamo a chiedere: per quanto tempo resteremo i soli a preoccuparci per la qualità del servizio pubblico? Poniamo fine al silenzio su ciò che sta accadendo al servizio pubblico e all’attacco ingiustificato all’occupazione da parte proprio dell’Ente pubblico deputato a vigilare sul rispetto della Clausola sociale nelle aziende private. Si stanno creando le condizioni per centinaia e centinaia di esuberi, senza alcun motivo economico e a danno di un servizio pubblico essenziale. Non c’è un secondo da perdere".

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