La più grande operazione d'internalizzazione in una azienda pubblica a livello nazionale crea esuberi, peggiora le condizioni economiche e lavorative e rischia, tra l'altro, di fallire.
A denunciarlo sono segreterie territoriali dell’Aquila e Rsa di SLC/CGIL, FISTel/CISL e UILCOM/UIL che, ieri, hanno avuto un incontro con il presidente di Inps Tridico sulla vicenda del contact center che, nella nostra città, impiega circa 500 lavoratori.
I sindacati hanno ribadito le preoccupazioni già manifestate in Commissione lavoro: budget insufficiente, bando di selezione completamente distante dalla clausola sociale, totale incertezza sul futuro occupazionale delle 3319 lavoratrici e lavoratori e delle loro condizioni salariali. Tridico, con grande chiarezza, ha dichiarato che i tempi verranno rispettati, che il budget non può essere aumentato, rispondendo a precise norme sulla spesa per gli enti pubblici, che i lavoratori ex Ader non saranno nel perimetro dell'internalizzazione, che il processo non è in grado di garantire gli attuali profili orari (anche se il bando potrebbe prevedere diverse articolazioni di 4, 6 e 8 ore) e non sono garantite le attuali condizioni di lavoro.
In merito alla clausola sociale, non è stata possibile applicarla perché per gli enti pubblici o proprie controllate è giuridicamente prevista la selezione pubblica, anche se, nella prima fase, è esercitata sul perimetro ristretto degli attuali addetti.
Per il Presidente Tridico, l'Inps ha fatto un grande sforzo rispetto al 2019 aumentando significativamente il numero degli operatori previsto all'avvio della commessa gestita dalla RTI Network/Comdata.
I sindacati hanno contestato le dichiarazioni del presidente in merito alla tutela dell’intera occupazione e in particolare sull'affermazione che i lavoratori ex Ader non siano nel perimetro dell’internalizzazione, ma in generale hanno espresso perplessità, dubbi e incertezze sul percorso che si sta delineando, peraltro già denunciato dal sindacato in tutte le occasioni di confronto con i vertici dell'Inps, nei comunicati e negli incontri istituzionali dei quali restano le tracce audiovisive per testimoniare la posizione sindacale.
Il sindacato, dunque, rispedisce al mittente qualsiasi responsabilità sui ritardi del processo di internalizzazione, sugli esuberi, sulle peggiori condizioni economiche che si prospettano e sull'eventuale fallimento dell'intero progetto di internalizzazione. "Ogni nodo che oggi viene al pettine era stato ampiamente denunciato dalle OO.SS. nei tempi, modi e probabili ricadute sui lavoratori, per cui i ritardi e le responsabilità sono esclusivamente dell'Ente che aveva assicurato il passaggio di tutti i lavoratori nella società dei servizi dell'Inps già a partire dal dicembre 2021. Intanto, 3319 famiglie vivono una condizione di stress e preoccupazione nonostante la legge prevedesse un approdo in una società a controllo pubblica che offriva maggiori garanzie per il futuro. In conclusione dell'incontro, visto che ai tanti dubbi del sindacato il Presidente per impegni già assunti non ha potuto rispondere dettagliatamente, SLC, FISTel e UILCOM hanno chiesto un aggiornamento del tavolo, mettendo in agenda anche la mobilitazione dei lavoratori con presidio presso la direzione generale dell'Inps".
Durissimo il commento della Ugl telecomunicazioni: "Il Presidente dell'Inps, oltre a confermare la pretesa illegittima di escludere la Clausola Sociale di continuità occupazionale, ha incredibilmente tirato fuori una nuova sciocchezza colossale. Intenderebbe escludere del tutto dalla cosiddetta 'selezione pubblica' per le assunzioni nella società partecipata Inps Servizi spa 250 operatori addetti 'anche' alla commessa Agenzia delle Entrate che da moltissimi anni in realtà operano per INPS. Ha dimostrato una totale ignoranza delle più elementari informazioni sul servizio pubblico gestito da lui".
Da un anno - si legge in una nota del sindacato - "gli avevamo spiegato che i 213 (e non 250) hanno lavorato prevalentemente per Inps e hanno pieno diritto al pari di tutti i colleghi, soprattutto dei 600 inseriti nel Contact Center da Comdata da pochissimo tempo. Dei 213, oltre 100 sono all'Aquila, 85 a Milano e 24 a Molfetta. E' l'ennesimo attacco insensato all'occupazione, completamente illegittimo, che dimostra la superficialità ma soprattutto l'arroganza di chi gestisce un servizio pubblici essenziale ignorando leggi e sentenze che dimostrano che abbiamo ragione".