Giovedì, 24 Marzo 2022 11:38

Sanità, a rischio i 6 nuclei di cura primaria nell'aquilano. I medici di medicina generale sul piede di guerra: "Asl 1 ha bloccato i subentri a chi va in pensione, così non si può andare avanti"

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Si è sentito parlare spesso, in questi mesi, dell'urgenza di rafforzare la medicina territoriale, smantellata da anni di tagli, a fronte di una pandemia che, nei momenti più drammatici, ha messo in ginocchio gli ospedali; si è sentito parlare spesso, in questi mesi, del lavoro, fondamentale, dei medici di medicina generale per la tenuta del sistema sanitario pubblico dinanzi al diffondersi del covid-19.

Eppure, nell'aquilano rischiano di scomparire i nuclei di cura primaria, una esperienza lunga 15 anni che, oramai, fa parte del patrimonio di esperienza dei cittadini; in sostanza, i nuclei sono centri di medicina territoriale che nascono dalla decisione di un certo numero di medici di base d'associarsi, concordando di erogare insieme le prestazioni in uno spazio adeguato. Così facendo, i nuclei riescono a tenere le porte aperte 12 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, dalle 8 alle 20, offrendo ai cittadini la possibilità di accedere alle prestazioni in qualsiasi momento, anche se il loro medico di base non è presente. Non solo. I nuclei mettono a disposizione degli utenti personale amministrativo e infermieristico. 

Al momento, nell'aquilano insistono 6 nuclei di cura primaria: uno in via Strinella alta, un altro nel centro Agorà accanto all'ospedale San Salvatore, altri due nei quartieri di San Francesco e Torrione e, fuori città, uno a San Demetrio né Vestini - a servizio dei comuni della zona est - e l'altro a Montereale, a servizio dei centri ad ovest. 

Ebbene, questi nuclei rischiano di non poter sopravvivere; ce ne sono alcuni, in particolare - si pensi al nucleo del Torrione - che rischiano di chiudere nelle prossime settimane. 

A lanciare l'allarme sono stati, stamane, il segretario provinciale della Fimmg Vito Albano e il vicesegretario Domenico Barbati, il segretario provinciale della Smi Guido Iapadre, il segretario provinciale dello Snami Raffaele Giorgi e Sandro Giansante, consigliere della Fim.

Il motivo è presto detto: col tempo, i medici di base stanno andando in pensione ma la Asl 1, da giugno 2021, ha interrotto i subentri; ci sono 10 giovani medici che vorrebbero subentrare ma gli è, di fatto, impedito. E così, i nuclei vanno svuotandosi; tornando al caso del Torrione, dal 1° aprile resteranno in servizio soltanto due medici dei sette inizialmente associati. Col risultato che sta diventando complicato, per chi resta, garantire il servizio, e non solo dal punto di vista dell'orario di apertura dei nuclei se è vero che i medici associati, a fronte di un contributo forfettario erogato dalla Asl, sostengono le spese di funzionamento dei centri, dalle strutture ai materiali e fino al pagamento del personale amministrativo e infermieristico che, dunque, rischia di perdere il posto di lavoro. In provincia dell'Aquila parliamo di almeno 30 professionisti, assunti con contratto full time o part time a tempo indeterminato.

"Si va verso la chiusura delle associazioni - ha sottolineato Vito Albano - e ciò significa la riduzione dei punti di riferimento d'assistenza 8-20 che insistono sul territorio da 15 anni e il licenziamento del personale. Dal punto di vista della programmazione politica, inoltre, si va incontro all'azzeramento di una esperienza di lavoro comune alle soglie di un nuovo contratto, che sta per entrare in vigore, che azzera la figura del medico di base che lavora da solo - sarà obbligatorio lavorare soltanto in forme associative - e alle soglie di un Pnrr che dovrebbe dare vita alle case di comunità, un passo avanti rispetto all'esperienza che abbiamo portato avanti fino ad oggi. Invece di potenziare le strutture, insomma, così da trovarsi pronti ad aprire le nuove strutture previste dalla riorganizzazione della sanità territoriale, qui si stanno azzerando i nuclei col risultato che saremo costretti a ricominciare da capo. E' davvero assurdo".

Ed è ancora più assurdo, aggiungiamo noi, che la Asl 1 non si sia degnata neanche di motivare l'interruzione dei subentri. "Non abbiamo mai avuto una risposta ufficiale", ha denunciato Albano; "abbiamo parlato col direttore generale a settembre scorso, gli abbiamo scritto a dicembre ed a gennaio per segnalare che la situazione era fuori controllo. Ma niente. Sono riuscito a parlarci soltanto grazie all'intercessione del presidente dell'Ordine dei Medici. Risposte, però, non sono arrivate. In modo estremamente subdolo, si lascia la vicenda in sospeso così da non assumersi la responsabilità di aver affondato l'esperienza dei nuclei. Si tenga presente che abbiamo un organismo di concertazione che non si riunisce da un anno: non abbiamo più interlocutori", le parole di Albano. 

Che poi, le ragioni sono evidentemente di tipo economico: la Asl 1 ha una voragine nei conti da far tremare i polsi e, per questo, si taglia sui materiali sanitari che negli ospedali oramai scarseggiano - e lo abbiamo denunciato con diversi articoli - non si procede con le nuove assunzioni del personale ospedaliero e, sul fronte della medicina territoriale, si stoppano i subentri dei medici di base per tagliare anche questi costi. Altro che potenziamento della medicina territoriale. 

Una situazione insostenibile. 

"Il subentro sarebbe a costo zero per la Asl", ha aggiunto Guido Iapadre; "è chiaro che se non fai entrare nuovi medici, c'è un risparmio per l'azienda: le indennità previste dall'accordo sulla istituzione dei nuclei per assumere il personale, per fornire una disponibilità oraria più ampia e servizi estesi, vengono meno. In un momento in cui sta per cambiare tutto, col prossimo accordo nazionale di medicina generale e soprattutto con il piano per la medicina territoriale previsto nel Pnrr - un domani, questo tipo di organizzazione sarà esteso a tutti i medici di famiglia - risparmiare adesso significa soltanto distruggere le esperienze che abbiamo in piedi e che stanno anticipando la riforma. Forse nella previsione della Asl lo stop ai subentri durerà soltanto pochi mesi: intanto, però, stiamo creando un disagio ai cittadini. Vi sono due nuclei, lo ribadiamo, che sono in estrema difficoltà e potrebbero chiudere nei prossimi giorni".

Di qui, l'appello alle forze politiche affinché si interessino alla vicenda; da parte nostra, ha promesso Albano, "la battaglia continuerà per salvare questi importanti presidi di medicina territoriale".

All'appello ha già risposto il vice presidente vicario del Consiglio regionale, Roberto Santangelo: "Ho scritto una nota all'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, per avere chiarimenti circa una problematica che mi è stata sottoposta dalla categoria dei medici di medicina generale convenzionati nelle forme associative ricadenti nella provincia dell'Aquila. Mi è stato infatti rappresentato che, nonostante la legislazione vigente in materia disciplini le forme associative previste per i medici di medicina generale e il relativo trattamento economico, le Associazioni di medici ricadenti nella sola provincia aquilana, non si vedono corrisposto le indennità economiche dovute".

Trattandosi di una problematica circoscritta alla sola provincia aquilana, "sono sicuro sia una interpretazione non corretta della norma che sta creando una condizione di disparità e di ingiustizia all’interno di una categoria preziosa e indispensabile quale quella dei medici che, all’interno di tali centri associati, garantiscono una copertura assistenziale in H12, assicurando una reperibilità e una disponibilità all’utenza per tutta la giornata. Sono convinto che si debba ristabilire la tranquillità lavorativa all’interno delle associazioni di categoria, evitando il disamore e la disaffezione; sono altrettanto convinto che l’opera di riqualificazione portata avanti dalla governance della ASL aquilana, andrà a breve a sanare la discrasia venutasi a creare, ristabilendo un perfetto equilibrio tra norma e applicazione della stessa. Attendo quindi una risposta al quesito dall’Assessore Verì; sarà mia cura dare immediata contezza di quanto avuto a chiarimento, spero definitivo, della querelle in parola".

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 25 Marzo 2022 08:32

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