Sabato, 21 Maggio 2022 16:27

L'Aquila piange il piccolo Tommaso, l'ultimo saluto. La zia: "Tanta grazia era al di sopra delle cose umane". Il Cardinale Petrocchi: "La città è tutta qui"

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Palloncini bianchi con i nomi dei compagni e un grande cuore con su scritto Tommaso.

"L’Aquila piange, non con lacrime cupe e disperate ma con lacrime ‘condensate’ da un dolore immenso: attraversato, però, dalla fede nel Vangelo della Vita"; "la nostra Gente, che ben conosce il dolore, è stretta intorno a mamma Alessia e a papà Patrizio" e "la città oggi è tutta qui: e proprio tu, piccolo Tommaso, sei anche il centro dei sentimenti – ‘forti e gentili’ – dell’intera comunità abruzzese".

Sono solo alcuni dei toccanti passaggi dell’omelia del cardinale Giuseppe Petrocchi nel corso del funerale del piccolo Tommaso D’Agostino, il bimbo di 4 anni morto nel tragico incidente di mercoledì scorso nella scuola dell’Infanzia Pile-Primo maggio, all’Aquila.

L’intera città si è stretta intorno al lancinante dolore del papà Patrizio D’Agostino e della mamma Alessia Angelone, dei parenti e degli amici.

Un sistema di amplificazione ha permesso a chi è rimasto fuori dalla chiesa di ascoltare la funzione religiosa celebrata dal cardinale Petrocchi insieme al rettore della Basilica di Collemaggio, don Nunzio Spinelli.

Presenti il presidente della Regione Marco Marsilio e altre autorità, tra le quali il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.

Fuori anche i compagni di scuola del comprensorio Mazzini.

"Come Padre, Pastore di questa Comunità Aquilana che a causa delle varie calamità è divenuta ‘esperta’ nel soffrire, non posso che piangere insieme alla famiglia del piccolo Tommaso e alla città tutta, conservando la speranza che unisce tutti i credenti, di poterci incontrare di nuovo nell’abbraccio del Padre della Misericordia e della Consolazione che mai è estraneo alle nostre vicende terrene ma vi partecipa con un amore così grande che supera infinitamente e sempre il nostro", le parole di Petrocchi prima poco prima di iniziare la funzione religiosa.

Le commoventi parole della zia Giusi Fonzi.

"La mia famiglia avrebbe voluto un funerale privato, ma ci rendiamo conto che il faccino di Tommaso e questa orribile storia hanno coinvolto tutte le mamme, i papà d'Italia e le zie, che hanno scritto numerose.

Grazie a tutti per il calore umano e composto che abbiamo ricevuto.

E ringraziamo anche il Comune che, nella persona del sindaco Pierluigi Biondi e dei suoi collaboratori, hanno voluto occuparsi degli aspetti organizzativi di questa cerimonia.

Per tutti, l'immagine di Tommaso resterà il simbolo di una assurdità, ma non vorrei che dietro al simbolo sparisse la sostanza intima, quella più autentica che Tommaso incarnava per la nostra famiglia.

Perdonatemi, ma è questo che oggi vorrei riprendermi. L'intimo, per ciascuno di noi, è più potente dell'universale. 

Domani il paese tornerà al suo tran tran; il dolore collettivo, come è normale, sbiadirà; noi dovremo fare i conti con un dolore che è una lama rovente da ficcarsi nel cuore, da soli. E' necessario. Si chiama realizzazione ed elaborazione del lutto. Una lama che resterà per sempre lì. 

Tommaso era gioioso, una esplosione di allegria e curiosità. La sua reazione quando ci vedevamo era sempre festosa, accogliente, calda. 

Lui le coccole le faceva anche, non le riceveva soltanto. 

I suoi abbracci, se li chiedevi, non erano mai frettolosi ma generosi, lunghi, densi. 

La sua bellezza smaccata era arricchita da una grazia interiore che lo rendeva amabile, delicato, docile.

Attento agli sguardi e alle emozioni altrui, cercava sempre la comunicazione, il contatto. Non l'ho visto da tutti i bambini, anche se sono tutti sacri.

L'ho visto piangere pochissime volte, sempre per pochi attimi: non era un bimbo capriccioso. Era facile rassenerarlo ma erano belli anche i suoi attimi di vero disappunto che esprimeva con espressioni del corpo e del viso enfatizzati, argomentati, senza pianto.

Aveva una mimica facciale buffa, varia, insolita che esasperava appositamente col suo carattere estroverso, ironico, sempre.

Un simpatico mimo.

Appartiene alla razza dei Gentili, sempre più rara e preziosa.

Chiedeva ma non si imponeva. 

Sguardo attento e curioso, sempre in cerca di uno scambio di gioia, di una contrattazione di tempo, di giochi e di attenzioni, ma paziente, educato. 

Io non so come abbiano fatto Patrizio e Alessia a modellare questo capolavoro. 

Ha parlato tardi, ma anche senza parole comunicava lo stesso: ironico ed espressivo, come se si prendesse gioco di noi che anelavamo le sue prime paroline. Ma quando sono arrivate erano perfette e ben scandite, dette con voce velata di miele, senza cantilene dialettali. E risultava buffissimo e struggente anche questo.

Da 4 giorni provo a ridire di continuo il mio nome come lo diceva lui: 'za Zuzi!'. Sembrava giapponese ma con una inflessione all'insù, sempre festosa, sempre col punto esclamativo. Mi scioglieva in un incanto.

Mi risuona nella testa, senza posa, la filastrocca di 'Whisky il ragnetto' cantata con voce dolcissima e intonata.

Un canterino, un ballerino sorprendentemente coordinato e armonico. Un futuro musicista di sicuro. A Natale abbiamo formato una band, io, lui ed un pupazzo, e suonato e cantato per 3 giorni. Non si stancava mai, anche se non poteva credere che la chitarra di imbracciasse in modo così scomodo. Le dimensioni erano troppo grandi per lui, ma il ritmo era quello giusto.

Che avesse orecchio era certo, ripeteva subito a se stesso ogni strana parola che sentiva. E io le buttavo lì apposta.

L'ho goduto poco, per la pandemia; chissà quante cose in più saprebbero dire i genitori e i nonni se ne avessero la forza.

Il giorno prima mi ha accompagnato in una passeggiata nel giardino di nonna Elfrida per mostrarmi tutte le piantine rifiorite con la primavera. Di qualcuna conosceva anche il nome. Le annaffiava anche lui. Io le accarezzavo e lui dopo di me, con manine premurose. 

E pensare che una delle sue primissime paure era stata proprio l'erba; ritraeva i piedini, non voleva starci sopra. Strane idiosincrasie, come quella per il cibo di colore bianco o la paura dei topi che ridono. Tutto di Tommi faceva una comica tenerezza.

Questa piccola bara è un cortocircuito di senso. E il grembiulino insanguinato che ho tenuto tra le mani al pronto soccorso lo è ancora di più.

Non è questo il momento delle polemiche, ma so che ognuna delle Istituzioni qui presenti si sta interrogando, spero, su come migliorare un mondo sempre meno umano, imbruttito dalla superficialità, dalla fretta, dalla disattenzione. 

E spero che si interrognino anche alcuni colleghi giornalisti, solo alcuni, assetati di lacrime, che dando la caccia all'ultimo scoop dimenticano, a volte, la dignità di questo mestiere. 

Mi perdoni Ministro (il riferimento è al ministro dell'Istruzione Bianchi, che sarebbe dovuto essere in Chiesa ma che non ha potuto partecipare al funerale per un impegno improvviso, ndr) se approfitto di questa occasione per interloquire con lei direttamente.

Esulando dai fatti orribili di oggi, vorrei farle una richiesta a nome di Tommi, dei suoi amichetti in ospedale, a cui auguriamo pronta guarigione senza conseguenze, e di tutti i Gentili: lo faccia capire al suo governo che la scuola è più importante dell'industria, e che produce beni comuni più preziosi per il Pil: l'intelligenza, la sensibilità al bello, la competenza. Beni ormai rari in questa società dello spettacolo. Grazie.

Ho sentito centinaia di volte, in questi giorni, l'espressione 'non ci sono parole'. I numerosissimi messaggi, anche da gente sconosciuta di ogni parte d'Italia, cominciavano così. Perdonate la presunzione di aver provato a cercarle. So anche di non esserci riuscita. L'ho fatto per Tommaso, perché un bimbo speciale non venisse spersonalizzato in una orribile storia di cronaca nera. 

Ho immaginato tante volte che figo sarebbe diventato il piccolo Tommi; forse lo pensano tutte le zie dei propri nipoti. E mi sgomentava pensare lui a 20 anni ed io a 70, lui a 30 ed io ad 80.

Ora mi sgomenta non poterlo più pensare.

Evidentemente, tanta grazia era al di sopra delle cose umane. 

Ora, quella grazia sarà resa eterna dal tempo rotto di Tommaso.

Vivrai così, eterno bambino felice".

Ultima modifica il Domenica, 22 Maggio 2022 08:29

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