Ieri pomeriggio la candidata alle elezioni politiche del 25 settembre, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è giunta a L’Aquila per tenere il comizio dedicato alla città dove è candidata al collegio uninominale.
Un palco alla Villa Comunale e i suoi sostenitori ad aspettarla mentre rilasciava interviste alla stampa.
Ad aspettarla alla Villa Comunale però non solo i suoi sostenitori, ma anche un gruppo di contestatori pacifici che hanno cercato di esprimere il proprio dissenso su una serie di tematiche politiche cardine del partito rappresentato dalla candidata.
Temi come il diritto all’aborto, profondamente attaccato dal partito della Meloni, ma anche il tema dell’accoglienza dei migranti e un grido di indignazione per la strumentalizzazione elettorale del video dello stupro avvenuto a Piacenza ai danni di una donna.
Il gruppo di manifestanti è stato allontanato dalle forze dell’ordine che hanno vietato l’esposizione dei materiali portati in piazza, ovvero dei cartelloni che riassumevano in poche frasi il dissenso politico.
“Ci hanno tolto i cartelloni dalle mani e ci hanno vietato di manifestare pacificamente il nostro dissenso, come dovrebbe prevedere la democrazia. Una ragazza addirittura doveva andare a prendere urgentemente l’autobus ma è stata bloccata dalla schiera di poliziotti.” Raccontano i manifestanti.
Tra di loro, persone di tutte le età, appartenenti a organizzazioni e collettivi della città in particolare il collettivo di Casematte e di Fuorigenere commentano l’accaduto: “La città oggi è di nuovo alla mercé di chi pensa di farsi facile propaganda sfruttando la precarietà, la disoccupazione, l'impoverimento sociale e culturale che viviamo ogni giorno.”
“Rivendichiamo oggi la nostra presenza in piazza per contrastare con i nostri corpi questa becera politica intrisa di odio, di oppressione verso chi scappa da guerre e persecuzioni, o di chi é semplicemente povero/a. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia non sono i benvenuti” concludono i manifestanti.