"Proteso dagli scogli, simile ad un mostro in agguato, con i suoi cento arti, il trabocco aveva un aspetto formidabile".
Con queste parole, tra le pagine de 'Il Trionfo della Morte', Gabriele d'Annunzio dipingeva al mondo il Trabocco del Turchino. Era il 1894. Centovent'anni dopo, il simbolo della costa teatina, affacciato sull'Adriatico da San Vito Chietino, ha ceduto. Strapazzato dalle mareggiate e del forte grecale di questi giorni.
L'avevamo denunciato nei giorni scorsi, sulle pagine di NewsTown, con una foto degli attivisti del collettivo 'Zona Ventidue', da tempo attenti al destino del trabocco. Realizzato nel 1860 e più volte restaurato, l'antica macchina da pesca era stata seriamente danneggiata da una mareggiata già nel novembre dell'anno scorso. E qualche giorno fa, si era infine accasciata.
Aveva urgente bisogno di manutenzione. Se ne parlava da tempo. 'Il Turchino', infatti, era l'unico trabocco di proprietà comunale, assolutamente caratteristico per i materiali di cui era costituito. Ne era stata appena annunciata la demolizione, necessaria - stando alle parole del sindaco di San Vito Chietino, Rocco Catenaro, alla ricostruzione. Costo dell'operazione, 120mila euro: 40 mila finanziati dalla Regione Abruzzo, il resto a carico degli sponsor, gli imprenditori teramani Elio Di Blasio Fireworks e Euromobili di Mariano Monaco. "Settembre è data strategica - aveva spiegato l'architetto Colangelo - perché l'acacia va obbligatoriamente raccolta nella luna calante di fine agosto o gennaio, diversamente il legno diventa polvere in pochi anni. Il nuovo trabocco sarà più solido e durerà tra i 25 e i 30 anni".
Purtroppo, il trabocco non ha retto: a questo punto, bisognerà rifarlo daccapo. Si ricostruirà a partire da settembre: "Non vogliamo che con l'intervento dei privati il trabocco diventi l'ennesimo ristorante", hanno denunciato però gli attivisti di 'Zona Ventidue' e la lista civica 'San Vito Bene Comune'. "Nessun ristorante", ha assicurato per ora l'Amministrazione che auspica una gestione pubblica, magari di una associazione culturale di respiro nazionale, capace di rendere il trabocco un percorso didattico e, insieme, memoria storica del territorio". Staremo a vedere.