Domenica, 05 Maggio 2013 12:22

Politica e giornalismo: 5euronetti presenta il suo programma

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Retribuzioni lesive della dignità della persona, totale mancanza di sistemi previdenziali, forti limitazioni alla libertà di stampa, un ricatto costante degli editori verso il giornalista che si vede costretto a cedere per mantenere quel "quasi niente" che è tutto quello che è riuscito a conquistare e, ancora, equo compenso e Carta di Firenze.

Questi i temi discussi dal convegno organizzato a Pescara da 5euronetti, l'associazione che vuole fare rete tra i giornalisti precari abruzzesi per trovare, insieme, una strada che porti a condizioni più umane per chi vuole fare del giornalismo un mestiere. C'erano gli esponenti regionali delle 5 realtà politiche più votate alle ultime elezioni, Gianni Melilla (SEL), Paola Pelino (PDL), Giulio Sottanelli (SC), Gianluca Vacca (M5S) e Antonio Casticone (PD), il presidente dell'Ordine regionale dei giornalisti Stefano Pallotta e Enzo Iacopino, presidente dellìordine nazionale. Entrambi attenti interlocutori.

20130504 113742Grande assente il deputato capolista del PD Giovanni Legnini, appena nominato sottosegretario per la Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'editoria, e già bloccato a Roma da impegni istituzionali. Al nuovo sottosegretario è stata inviata una lettera a firma dei coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani, che potete leggere qui.

Pronta la risposta di Legnini, che si è detto disponibile al confronto.

A dire il vero, non è emerso molto dal dibattito con i politici. Casticone del PD ha ricondotto alla discesa in campo di Berlusconi del '94 la nascita del conflitto di interessi tra editoria e potere politico, un conflitto che "dubito potrà essere risolto da un governo misto, quello attuale, dopo che neanche la sinistra è riuscita a fare niente negli anni passati". Il parlamentare dubita anche delle statistiche che vedono l'Italia al 57esimo posto per libertà di stampa: "il problema vero - ha detto - è la supremazia dell'informazione televisiva nei confronti della carta stampata, con tre reti private e tre pubbliche controllate direttamente dalla politica ed una settima che fatica a tenere il passo dei due colossi editoriali.

"Nelle reti di Berlusconi non ho mai trovato prese di posizione così forti in suo favore come magari mi è capitato di vedere in Rai", la risposta dela Pelino, che comunque si è detta pronta a portare in Senato le richieste emerse al tavolo dalla rete dei precari. L'unica bordata al mestiere è arrivata dall'esponente 5 stelle Vacca: "l'attacco di Beppe Grillo alla categoria (accusò in pubblico un giornalista precario di essere uno schiavo, ndr) non era verso il giornalista precario, ma verso il sistema giornalistico italiano nel suo complesso, ormai inutile e sostituibile dalla rete". Manco a dirlo, l'esempio sarebbe il blog di Grillo che "fa informazione senza che nessun giornalista ci lavori".

20130504 113801Riforma ed applicazione della legge sugli uffici stampa pubblici e minimo salariale al posto dell'equo compenso come misure di legge e accesso alla professione e professionalizzazione della categoria come misure che riguardano la riforma dell'Ordine dei giornalisti: questi i 4 punti della piattaforma programmatica presentata a conclusione dell'incontro dalla rete dei giornalisti precari.

All'incontro erano presenti anche rappresentanti delle varie realtà lavorative rigorosamente precarie che faticano a vivere oggi in Abruzzo, come i dipendenti delle grandi fabbriche in crisi della costa ed i lavoratori del porto di Pescara. Il precariato è una realtà oramai durissima da estirpare, è giunto il momento che cambi la percezione che ancora persiste del giornalismo come lavoro "dorato". Ma quando ci si chiede se l'Ordine sia ancora indispensabile, se tuteli ancora la categoria, i presidenti dell'ordine regionale e nazionale si dicono disposti anche a farne a meno a patto che la politica accetti, e non lo ha fatto fino ad ora, l'istituzione di facoltà universitarie di giornalismo che consentano la formazione di professionisti senza costringerli a lavorare anni, da precari, nelle redazioni per accedere all'esame.

Insomma l'incontro di oggi è stato un primo passo: realtà diverse con interessi diversi hanno provato a conoscersi. Agli impegni presi a parole dovranno seguire dei fatti, certo, ma intanto è iniziato un percorso che speriamo possa aiutare a risolvere una realtà oramai insostenibile. 

 

Intervista a Stefano Pallotta

La sua presenza è molto importante, è un settore quello del giornalismo che va profondamente rinnovato.
Si, il problema del precariato è molto serio, gli editori si muovono verso un cambio strutturale della professione giornalistica perché a loro fa comodo avere un esercito precario da utilizzare con politiche ricattatorie. Non possiamo più tollerarlo perché informazione precaria è anche precaria democrazia. L'ordine ha fatto molto in questo senso: il presidente nazionale Iacopino ha firmato la carta di Firenze che ci mette in condizione di perseguire quei direttori o giornalisti in posizioni apicali che consentono lo sfruttamento dei colleghi. Abbiamo recentemente approvato un provvedimento che consente ai pubblicisti di poter accedere all'esame da professionisti, anche senza i requisiti richiesti. Insomma, molto è stato fatto ma molto c'è da fare.

Indirizzi nuovi da proporre al consiglio che sarà eletto a breve?
Ordine regionale e nazionale stanno chiedendo alla politica l'accesso alla professione in maniera più democratica e veloce di quanto si faccia oggi: significa istituire le facoltà di giornalismo. Solo allora si potrà discutere la possibilità di abolire l'ordine.

Un suo commento sul sottosegretariato affidato a Legnini?
Importante perché il sottosegretario all'editoria è anche il presidente della commissione del precariato, della commissione dell'equocompenso, quindi avremo con lui un confronto nella costituzione di questa commissione. Per noi è importante avere un sottosegretario abruzzese con cui poter avere un confronto diretto e continuo.

Ultima modifica il Domenica, 05 Maggio 2013 12:53

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