L'avevamo scritto non più tardi di due settimane fa, a margine della prima commissione consiliare riunita per esaminare i residui attivi e passivi del Comune relativi all'esercizio 2013.
Nel 2013, i residui passivi sono stati 604 milioni di euro, quelli attivi 233. Si tratta, in massima parte, di crediti e debiti maturati nel corso di decenni. Tra i residui attivi (ossia i crediti) ci sono, ad esempio, circa 8 milioni di euro di multe per infrazioni al codice della strada mai pagate dai cittadini e - soprattutto - mancate riscossioni di Tarsu e Ici risalenti anche al periodo pre-terremoto, per importi che, in alcune decine di casi, superano i 50mila euro.
Tra i casi più eclatanti, il credito della Ziaca srl di Eliseo Iannini che - stando ai residui relativi al 2013 - deve al Comune dell'Aquila la cifra monstre di 559mila euro di Tarsu non versata, dal 2001 al 2005.
La commissione ha appreso che il sindaco Cialente - il 27 maggio scorso - ha chiesto a Equitalia, che avrebbe dovuto riscuotere il debito, di sospendere la cartella esattoriale per tre mesi, facendo riferimento al mancato reperimento di alcuni dei verbali presenti nel relativo fascicolo istruttorio, fase ritenuta prodromica ad un eventuale riesame della vicenda.
Il primo cittadino non ha mancato di spiegare i motivi della scelta: "Nel momento in cui ho inviato la lettera ad Equitalia - sottolineò Cialente - la stessa l'ho inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica. Questa vicenda, che rientra nella famosa operazione recupero tributi della Giunta Tempesta, presenta alcuni aspetti non chiari, in particolare la non rintracciabilità di alcuni verbali. Un percorso molto ma molto strano al punto che il Garante del Contribuente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, negli anni, per ben due volte, ha scritto alla dirigenza del Comune di annullare gli atti per autotutela".
"Non riuscendo a fare chiarezza con i nostri uffici, a fronte del fatto che non si ritrovano, o non sono mai stati redatti degli atti, per difendere l'Ente da eventuali possibili ripercussioni - spiegò ancora il sindaco dell'Aquila - ho trasmesso la lettera anche alla Procura. Noi abbiamo provato a vederci chiaro. Poiché l'Ente Comune è sacro e va tutelato, sarà bene che vengano ricostruiti tutti i passaggi. Confido che forse, grazie all'intervento dell'autorità giudiziaria, chi ha quegli atti sarà costretto a tirarli fuori, e forse potremo ricostruire un capitolo... interessante della storia del nostro Comune in quegli anni. Così si potrà applicare, serenamente, e senza rischi per il Comune, la legge. Confermo che la scelta di questa amministrazione è portare a compimento, per la fine del mandato, la completa pulizia del bilancio e la chiusura di tutte le partite in sospeso di debiti fuori bilancio (Megaparcheggio, Perdonanza, Metropolitana ecc.)".
Insomma, la vicenda è piuttosto intricata. E - nelle ultime ore - si è arricchita di un nuovo capitolo. L'amministratore della Ziaca srl, infatti, ha presentato un esposto al Tribunale contro ignoti per sottrazione di documenti pubblici. A scriverlo è Germana D'Orazio, su Il Messaggero.
Stando a Iannini, l’importo attributo alla Ziaca non sarebbe corretto, perché andava applicato un diverso criterio di calcolo della Tarsu. La società - come altre locate nel Nucleo industriale di Bazzano - ha ricevuto una cartella che calcolava la tassa sui metri quadri dell'insediamento industriale e non sui metri quadri di superficie degli uffici, sottoposti evidentemente a ben altra tariffazione.
Cosa è accaduto? Al finire del 2005, la Ziaca riceve un avviso di pagamento Tarsu da 17.937,71 euro, calcolati sui metri quadri degli uffici. Neanche un mese dopo, arriva però la cartella da 559mila euro. Con lo stesso numero di protocollo. La 'Commissione per l'esame delle problematiche emerse a seguito degli accertamenti Tarsu', istituita dal Comune dell'Aquila per risolvere la querelle del Nucleo industriale, nel febbraio 2006, fissa tuttavia l’ampiezza delle superfici effettivamente tassabili per la Ziaca in 1.618 metri quadri (uffici) anziché 12.614 (insediamento industriale).
Dunque, la società di Iannini decide per una istanza in autotutela al Servizio tributi-Tarsu del Comune. Come ricordato dal sindaco Cialente, anche il Garante del Contribuente - e per ben due volte - intima di annullare gli atti in autotutela. Arriviamo così alla riunione della I Commissione. E all'esposto di Iannini che denuncia come sia sparito il verbale con cui la 'Commissione per l'esame delle problematiche emerse a seguito degli accertamenti Tarsu' - nel lontano 2006 - aveva fissato l'ampiezza delle superfici effettivamente tassabili. Verbale che sarebbe richiamato dallo stesso Comune in atti successivi.
Eccoli, gli aspetti poco chiari richiamati dal sindaco Cialente per spiegare la lettera ad Equitalia. Che fine ha fatto il verbale? E' stato effettivamente emesso e cosa intimava? Come deve essere calcolata effettivamente la Tarsu? Bisognerà fare chiarezza.