Martedì, 29 Luglio 2014 18:11

Bilancio comunale: tra residui attivi e passivi non mancano le sorprese

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La prima commissione consiliare si è riunita questa mattina per esaminare i residui attivi e passivi del Comune relativi all'esercizio 2013. “Un lavoro di accertamento” ha spiegato il presidente Giustino Masciocco “che rientra nel percorso relativo all'esame del prossimo bilancio di previsione”.

Nel 2013 i residui passivi sono stati 604 milioni di euro, quelli attivi 233. Ma si tratta, in massima parte, di crediti e debiti maturati nel corso di decenni.

Tra i residui attivi (ossia i crediti) ci sono, ad esempio, circa 8 milioni di euro di multe per infrazioni al codice della strada mai pagate dai cittadini e mancate riscossioni di Tarsu e Ici risalenti anche al periodo pre-terremoto, per importi che, in alcune decine di casi, superano i 50mila euro.  

Nel corso della seduta, nella quale è stato ascoltato il dirigente del settore economico-finanziario Fabrizio Giannangeli, il consigliere di Appello per L'Aquila Ettore Di Cesare ha chiesto di poter conoscere i nomi degli evasori che hanno sforato questo tetto.

Trattandosi di informazioni contenute in delibere e atti dirigenziali pubblicati a suo tempo sull'albo pretorio (e allegati dal presidente della commissione alla nota messa a disposizione degli altri consiglieri), in teoria non c'erano motivi per non rendere pubblico l'elenco.

Malgrado il parere favorevole sulla pubblicabilità incassato dal segretario generale del Comune, Carlo Pirozzolo, appositamente convocato durante la discussione, Masciocco, che non aveva ravvisato gli estremi per respingere la richiesta di Di Cesare, ha dovuto però mettere ai voti una pregiudiziale di “non divulgabilità” presentata dal consigliere e capogruppo del Pd Maurizio Capri.

Pregiudiziale poi approvata con i voti favorevoli non solo dei consiglieri di maggioranza presenti (esclusi Masciocco, che ha votato no, e Pierluigi Mancini, che si è astenuto) ma anche di alcuni consiglieri di opposizione, come Raffaele Daniele (che ha motivato la propria decisione dicendo di essere contrario alla pubblicazione di “liste di proscrizione”) e Daniele Ferella.

Sarebbe stato interessante apprendere tutti i nomi dei contribuenti che devono al Comune arretrati così imponenti anche per capire come mai l'amministrazione, nonostante alcune posizioni debitorie siano note da anni, non abbia ancora provveduto a riscuotere le somme accertate.

Somme che in un caso, quello di una società di proprietà di un noto imprenditore aquilano, arrivano alla cifra monstre di 559 mila euro: mezzo milione di euro di Tarsu non versata, dal 2001 al 2005.

E qui, durante la seduta, è venuto fuori un particolare piuttosto singolare, emerso sempre a seguito di una domanda rivolta al dirigente comunale da Ettore Di Cesare: il sindaco dell'Aquila, lo scorso 27 maggio, ha chiesto a Equitalia, che avrebbe dovuto riscuotere il debito, di sospendere la cartella esattoriale per tre mesi, “facendo riferimento” ha affermato Giannangeli in commissione “al mancato reperimento di alcuni dei verbali presenti nel relativo fascicolo istruttorio, fase ritenuta prodromica ad un eventuale riesame della vicenda”. In altri termini, il primo cittadino ha domandato a Equitalia di rimandare ulteriormente la riscossione di un credito da mezzo milione di euro che il  Comune vantava da anni nei confronti di una società.      

Anche se quello appena citato è certamente il caso più eclatante, la lista dei “morosi di lusso” comprende anche società attualmente in liquidazione - dalle quali difficilmente si riuscirà a ottenere le somme dovute - e persino un corpo di polizia dello Stato. Tutti "storici" debitori nei confronti del Comune per cifre superiori a 50 mila euro, per Ici e Tarsu non pagate.

La replica del sindaco Cialente all'articolo di NewsTown

"Per chiarezza, poiché il consigliere di maggioranza che ha segnalato il caso ai colleghi dell'opposizione non ne era informato, informo i giornalisti ed i cittadini, che potrebbero non comprendere il perché del mio comportamento, che nel momento in cui ho inviato la lettera ad Equitalia, la stessa l'ho inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica. Questa vicenda, che rientra nella famosa operazione recupero tributi della Giunta Tempesta, presenta alcuni aspetti non chiari, in particolare la non rintracciabilità di alcuni verbali. Un percorso molto ma molto strano al punto che il Garante del Contribuente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, negli anni, per ben due volte, ha scritto alla dirigenza del Comune di annullare gli atti per autotutela".

Così Massimo Cialente ha inteso spiegare la scelta di inviare ad Equitalia una lettera per bloccare la cartella esattoriale da mezzo milione comminata ad un noto imprenditore della città che non avrebbe pagato la Tarsu per diversi anni. "Non riuscendo a fare chiarezza con i nostri uffici, a fronte del fatto che non si ritrovano, o non sono mai stati redatti degli atti, per difendere l'Ente da eventuali possibili ripercussioni - scrive Cialente - ho trasmesso la lettera anche alla Procura. Oggi ho trasmesso alla Procura anche la richiesta di accesso agli atti di un consigliere, e la Giunta, in data odierna, ha deciso di trasmettere l'intero incartamento (quello che abbiamo recuperato noi piuttosto che i dirigenti) sempre alla Procura della Repubblica. Noi abbiamo provato a vederci chiaro. Poiché l'Ente Comune è sacro e va tutelato, sarà bene che vengano ricostruiti tutti i passaggi. Confido che forse, grazie all'intervento dell'autorità giudiziaria, chi ha quegli atti sarà costretto a tirarli fuori, e forse potremo ricostruire un capitolo... interessante della storia del nostro Comune in quegli anni. Così si potrà applicare, serenamente, e senza rischi per il Comune, la legge. Confermo che la scelta di questa amministrazione è portare a compimento, per la fine del mandato, la completa pulizia del bilancio e la chiusura di tutte le partite in sospeso di debiti fuori bilancio (Megaparcheggio, Perdonanza, Metropolitana ecc.)".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 30 Luglio 2014 17:37

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