La 720esima Perdonanza Celestiniana è iniziata. Sull'evento celestiniano, da sempre la manifestazione più importante dell'Aquila, da qualche anno incombe la pesante ombra delle note condizioni in cui versa il centro storico. Il terremoto del 6 aprile 2009 è ancora comprensibilmente evidente su un centro tanto bello quanto incerottato dai puntellamenti e dai cantieri. Un luogo dove convivono manifestazioni di piazza ed edifici abbandonati, pub e mezzi di cantiere. Eloquente, in tal senso, è stata l'anteprima del Ferrara Buskers Festival di giovedì scorso. Un'ottima iniziativa, dopo la quale non sono mancati piccoli incidenti (a manifestazione conclusa), come la caduta di alcuni calcinacci vicino ai "quattro cantoni".
Spesso capita di accompagnare parenti, amici e colleghi - succede sovente a chi scrive - per le vie del centro. Strade e palazzi che molti nostri connazionali hanno visto solo in televisione. A volte è notevole lo sconcerto dei turisti e dei viaggiatori quando ci si trova di fronte alle transenne. Presidiate per cinque anni - e fino a qualche mese fa - dai cinque check point dell'Esercito Italiano, a bordo dei Defender utilizzati giusto qualche tempo prima nell'operazione KFor nei Balcani. Dopo il congedo dei militari, transenne e divieti delimitano ancora oggi la zona rossa che, lo ricordiamo agli acerbi del neolinguaggio post-sismico aquilano, è l'insieme delle vie del centro storico inaccessibili a pedoni e mezzi non autorizzati perché potenzialmente pericolose.
Dal 6 aprile 2009, e fino a tutto il 2010, la zona rossa ha di fatto coinciso con l'intero centro storico cittadino. Ma, da allora, cosa è cambiato? Quanto, in percentuale, il centro è ora accessibile e quante vie sono ancora interdette, a cinque anni e quattro mesi dal sisma? Come è possibile vedere dalla cartina nella foto [clicca sulla mappa per ingrandirla] le aree delimitate dal colore verde sono quelle percorribili a piedi. Tutto il resto è, appunto, zona rossa.
Sarebbe utile spiegare ai tanti turisti che arriveranno in città per la Perdonanza che le poche piazze e strade sulle quali passeggiano rappresentano una piccolissima parte del centro storico aquilano. Uno dei centri storici più estesi d'Italia. Sarebbe utile ricordarlo anche agli aquilani, che con la fuga dei militari e l'apertura di piazze importanti come Piazza Duomo e Piazza Palazzo, passeggiano nella percezione di un'area totalmente accessibile. Sensazioni emotive umanamente comprensibili, quanto involontariamente fallaci.
Come spiegarlo? Un primo passo - da parte dell'amministrazione comunale e del suo assessorato al turismo - potrebbe essere, ad esempio, quello di stampare le mappe e distribuirle nei luoghi nevralgici del turismo e del centro storico, corredate da un'adeguata spiegazione del cos'è e perché esiste la zona rossa all'Aquila. Un ulteriore step - ma non vorremmo chiedere troppo - potrebbe essere quello di ristampare le mappe turistiche. In moltissimi ristoranti e strutture ricettive della città, infatti, sono ancora presenti le mappe turistiche pre-sisma. Cartine con tanto di "itinerari" nelle vie del centro [sic!] che vanno da San Domenico a San Marciano, passando per San Pietro e Piazza della Repubblica. Sarebbe utile spiegare a chi consulta la mappa del centro storico - senza retorica, né spirito di pietas - quando c'è stato il terremoto, cosa è successo e quali sono i principali punti della complessa e complicata vicenda aquilana.
Non tutti coloro che si recano all'Aquila conoscono infatti le date, i riferimenti e i principali avvenimenti del sisma e del post-sisma. Contribuirebbe alla chiarezza e alla divulgazione di informazioni oggettive e attendibili, soprattutto in seno ai più giovani. Per esempio, un ventenne piemontese nel 2009 aveva 15 anni. E' probabile che sappia poco della vicenda aquilana.
La chiarezza nelle mappe, nelle parole e nelle cifre, darebbe anche un senso più compiuto alla visita dei viaggiatori in città, che spesso si dimenano tra transenne e vie chiuse, equivocando puntellamenti con cantieri veri e propri. Senza troppo sapere dove realmente si trovano e quale sia la dimensione del luogo che stanno visitando.
Chissà se nell'edizione 2015 della Perdonanza quanto detto si verificherà. Nel frattempo, nel nostro piccolo, tentiamo di informare i lettori del fatto che, a cinque anni e quattro mesi dal sisma, il centro storico è ancora sostanzialmente una gigantesca zona rossa.