Quanto costerà alle tasche degli aquilani la Iuc, la nuova tassa tripartita composta da Tasi, Imu e Tari?
Le aliquote deliberate dalla giunta a inizio agosto sono state discusse ieri in commissione bilancio e approderanno presto in consiglio comunale per l'approvazione definitiva. In realtà il consiglio potrà deliberare solo su Tasi e Tari poiché la definizione delle aliquote Imu resta di competenza esclusiva della giunta.
Come vi avevamo anticipato la settimana scorsa, la Tari - la nuova tassa sui rifiuti che sostituisce la vecchia Tarsu-Tares - rimarrà sostanzialmente invariata.
In base al contratto di servizo con l'Asm firmato dal Comune, il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani sarà di 14,5 milioni di euro (Iva inclusa). Una parte di questa cifra, circa 8,5 milioni, verrà coperta con i soldi delle bollette (il cui pagamento avverrà sempre in quattro rate); quel che resta, 6 milioni, sarà attinto dai trasferimenti che lo Stato garantisce, da cinque anni a questa parte, al Comune dell'Aquila per le minori entrate e le maggiori spese dovute al terremoto (la cifra oscilla tra i 25 e i 30 milioni di euro). Rincari anche considerevoli ci saranno invece per alcune tipologie di attività commerciali e imprenditoriali. Come spiega a NewsTown il presidente della commissione bilancio Giustino Masciocco, per alcuni esercizi commerciali, quelli più grandi, "c'è stato un aumento della base imponibile perché gli uffici comunali hanno scovato molti metri quadrati in più".
Se dunque per la Tari gli aquilani, a parte le eccezioni appena ricrodate, non dovranno pagare di più, discorso diverso va fatto per la Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, sicurezza, anagrafe ecc.).
I criteri per determinare gli immobili soggetti alla Tasi sono i medesimi previsti per la Tari. La tassa è dovuta da chiunque possegga o detenga, a qualsiasi titolo, fabbricati (compresa l'abitazione principale) e aree edificabili, ad eccezione dei terreni agricoli. La base di calcolo è la stessa utilizzata per determinare l'importo dell'Imu, cioè la rendita catastale dell'immobile rivalutata del 5% e moltiplicata per i coefficienti previsti per l'imposta immobiliare.
Il governo ha stabilito che per il 2014 l'aliquota della Tasi (a regime pari all'1 per mille) è fissata al massimo al 2,5 per mille. Per gli immobili affittati, una percentuale oscillante tra il 10 e il 30 per cento dell’ammontare dell’imposta deve essere pagata dall’utilizzatore dell’immobile, cioè dagli inquilini.
I Comuni hanno facoltà di aumentare l'aliquota massima del 2,5 dello 0,8 per mille, fino a toccare il tetto del 3,3 per mille per la prima casa e dell'11,4 per mille per altri fabbricati. L'eventuale aumento, tuttavia, può essere deliberato solo per coprire riduzioni del gettito d'imposta.
Il Comune dell'Aquila ha scelto di fissare l'aliquota Tasi al 2 per mille (l'1 per i fabbricati rurali), dunque senza detrazioni, e di applicare agli affittuari la percentuale di pagamento più alta, vale a dire il 30%. L'unica agevolazione prevista è relativa ai nuclei familiari con reddito Isee di importo inferiore ai 10mila euro, per i quali è prevista una riduzione dell'imposta pari al 50%.
Dunque, esemplificando, se l'immobile è occupato dal proprietario, costui pagherà la tassa per intero. Se l'immobile invece è occupato da un affittuario, costui dovrà pagare il 30% del tributo, mentre il restante 70% resterà a carico del proprietario. I pagamenti avverranno in due rate, una a ottobre e l'altra a dicembre.
La Tasi dovrà essere pagata al 30% anche dagli aquilani che risiedono nei map e nei vari progetti case, la cui proprietà, com'è noto, è del Comune. L'altro 70% andrà perduto: il Comune, infatti, non può pagare per appartamenti che sono suoi.
Se non è una stangata poco ci manca. Masciocco: "Mediamente, per quanto riguarda coloro che hanno le prime case, è vero che si pagherà meno Imu e che la Tasi, in sé, è meno cara del'Imu; il problema, però, è che la Iuc, accorpando Tasi, Tari e Imu, svilupperà un carico fiscale maggiore degli altri anni".
Inoltre, per il calcolo della Tasi di Case e map, c'è un ulteriore problema, determinato dal fatto che per tutti questi alloggi non è ancora stata calcolata una rendita catastale. Il Comune ha deciso che si farà riferimento alla rendita di fabbricati similari di zone omogenee (la cosiddetta rendita presunta).
Per quanto riguarda l'Imu, infine, le nuove aliquote fissate dalla giunta comunale sono le seguenti:
- 0,37 per cento per l'abitazione principale rientrante nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (le cosiddette case di lusso; per le abitazioni principali non incluse in queste categorie, com'è noto, l'Imu è stata abolita);
- 0,56 per cento per le unità immobiliari affittate con contratto stipulato ai sensi dell'Opcm 3769 del 2009 (affitti concordati);
- 0,66 per cento per le case affittate con regolare contratto e per quelle concesse in comodato d'uso gratuito agli eredi;
- 0,86 per cento per seconde case, immobili, fabbricati agibili tenuti sfitti.
La nota dell'Assemblea Cittadina
Con la delibera n.330 dell’8 agosto 2014, la Giunta Comunale ha approvato il Regolamento per la disciplina dell’Imposta Unica Comunale (IUC); con delibera n.332 dell’8 agosto 2014 la Giunta ha approvato la istituzione e la determinazione delle aliquote, sempre per il 2014. Le delibere dovranno andare al vaglio e all’approvazione del Consiglio Comunale.
Nello scorso mese di luglio, l’Assemblea Cittadina aveva posto all’assessore De Santis alcune domande riguardo al nuovo scenario dei tributi comunali, rimaste, purtroppo, senza alcuna risposta , se non una dichiarazione confusa che, a domande inerenti la TASI , rispondeva nel merito della TARI, tassa sui rifiuti, non oggetto delle perplessità e dei dubbi avanzati dall’Assemblea, dimostrando, in tal modo, di non aver chiaro l’argomento sul quale l’Assemblea intendeva portare l’attenzione. L’Assessore rispose non nel merito, peritandosi, però, di tacciare i cittadini riuniti in assemblea di fare inutile allarmismo.
Ricordando che il presupposto impositivo per la Tasi è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale, andiamo a vedere cosa statuisce la delibera n. 332/2014.
Vengono indicati i servizi indivisibili che dovranno essere parzialmente coperti dal gettito TASI: illuminazione pubblica, servizi cimiteriali, manutenzione stradale e del verde pubblico, servizi socio-assistenziali, protezione civile, pubblica sicurezza e vigilanza, manutenzione e tutela di edifici ed aree comunali.
L’aliquota per il 2014 è unica e corrisponde al 2 per mille, mentre, per i fabbricati rurali ad uso strumentale, è fissata all’1 per mille.
L’aliquota unica, pertanto, non prevede alcuna agevolazione, se non quella relativa al nucleo familiare con reddito ISEE di importo inferiore a 10 mila euro per il quale è prevista una riduzione dell’imposta pari al 50%.
La delibera n.330 dell’8 agosto 2014, relativa al Regolamento, si occupa della TASI al Capo III. All’articolo 19 “Soggetti passivi”, punto 3, stabilisce che, “nell’ipotesi in cui l’unità immobiliare sia utilizzata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale sulla stessa, quest’ultimo e l’occupante sono responsabili di autonome obbligazioni tributarie. L’occupante versa la TASI nella misura del 30%, la restante parte è corrisposta dal titolare del diritto reale; detta ultima previsione trova applicazione anche con riferimento agli occupanti degli alloggi di cui al progetto C.A.S.E. e MAP”.
Finalmente una prima risposta: gli occupanti del Progetto C.A.S.E.. e MAP pagheranno il 30 per cento, per altro, su una base imponibile calcolata su una rendita presunta, in quanto i manufatti C.A.S.E. e MAP non sono ancora accatastati, come possiamo leggere all’articolo 20. Sempre nello stesso articolo, notiamo che la Giunta mostra qualche dubbio, ponendosi, tra parentesi, la domanda “e il Fondo Immobiliare e gli affitti concordati?”. Dubbio da sciogliere.
A maggio del 2014 l’assessore dichiarava: “I cittadini pagheranno il primo acconto a ottobre e il saldo a dicembre, come prevede la normativa, per i comuni che ancora non recepiscono gli indirizzi per la nuova Tasi. Abbiamo preferito non tartassare gli aquilani, che in questo periodo sono alle prese con il pagamento della Tares e delle rate delle bollette del Progetto Case”.
Con la delibera TASI tutti gli aquilani possessori di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale, di aree scoperte, nonché di quelle edificabili, a qualsiasi uso adibito, con esclusione dei terreni agricoli, pagheranno il 2 per mille. Nel caso di locazione, o cessione dell’unità immobiliare, l’occupante pagherà il 30 per cento e il restante 70 per cento sarà a carico del titolare del diritto reale.
Gli occupanti del Progetto C.A.S.E. e dei MAP, gli occupanti del Fondo Immobiliare e Affitto concordato, ancorché con il punto interrogativo, pagheranno il 30 per cento, così come tutti gli aquilani ancora in affitto, a causa della inagibilità dell’abitazione principale e che godono di assegno di autonoma sistemazione, o di altre forme di assistenza. Al 18 giugno le persone in autonoma sistemazione sono circa 3.000, alle quali si vanno ad aggiungere coloro che sono in affitto concordato o nel Fondo immobiliare. E’ evidente che il Progetto C.A.S.E. non potrà essere scelto da tutti, per motivi personali, familiari e organizzativi, e, per altro, come ben sappiamo, non è sufficiente per tutti. Agli affitti, molto onerosi e del tutto fuori controllo, che in assenza di autonoma sistemazione dovranno essere pagati per intero, si va ad aggiungere ora il 30 per cento della TASI.
L’ulteriore tassa, a carico degli affittuari, a fronte della crisi drammatica delle famiglie, del commercio, della ormai cronica mancanza di lavoro, non farà altro che aumentare le gravi condizioni economiche dell’intera città.
Resta senza alcuna risposta chiara anche l’altra questione posta dall’Assemblea cittadina: si pagherà la TASI anche sull’abitazione inagibile?
Sempre nel citato Regolamento, al Capo II “Imposta Municipale Propria (IMU), all’articolo 16, concernente la norma transitoria, è specificato, tra l’altro, che le abitazioni inagibili a seguito del sisma 2009 sono esenti dall’IMU e che i redditi dei fabbricati inagibili a seguito del sisma non concorrono alla formazione del reddito imponibile IMU.
Ci chiediamo perché tale norma transitoria non sia stata inserita in maniera esplicita anche per la TASI, con la previsione della sua esenzione per gli immobili inagibili causa sisma.
Attendiamo la discussione in Consiglio Comunale.