"La nascita di un'unica azienda pubblica per lo svolgimento dei servizi di trasporto pubblico locale, con la fusione delle 3 aziende esistenti in Abruzzo, ha senso solo se si ragiona con la massima attenzione puntando al recupero delle produttività e alla gestione degli esuberi, su cui ad oggi tutti coloro che parlano di fusione però non ancora esprimono posizioni e propongono soluzioni".
Lo afferma il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, sulla situazione dei trasporti pubblici regionali. "E' chiaro - prosegue Febbo - che se da un lato l'obiettivo deve essere di migliorare i servizi, dall'altro è necessario lavorare concretamente per la riduzione dei costi sostenuti, per farsi trovare pronti alle nuove disposizioni sul mercato del TPL ed essere quantomeno concorrenziali al privato. L'ipotesi di una fusione - osserva il consigliere regionale di Forza Italia - comporta un inevitabile e non indifferente impatto non solo sulla gestione e sull'organizzazione del lavoro ma sull'impiego delle risorse a disposizione. Per questo è quanto mai necessario un confronto costante tra le parti coinvolte affinché si possa giungere ad una soluzione che sia realmente benefica, sia nell'ottica di rendere più efficienti i trasporti pubblici regionali sia dal punto di vista economico e finanziario sia per quanto riguarda le posizioni dei lavoratori con un'oculata e attenta gestione degli esuberi. Su questo argomento infatti deve essere posta la massima attenzione, tenendo in debita considerazione istanze e criticità derivanti proprio dalla generale riorganizzazione che tra le altre cose deve prevedere anche un raccordo dei 3 diversi contratti di lavoro e quindi un riallineamento. Su questo argomento le riflessioni devono essere puntuali, perché se si pensa di arrivare a soluzioni 'vecchie', superate dal mercato e dalle condizione economiche, di un riallineamento al rialzo (cioé tutti i contratti al massimo tra i tre) credo che non ci siano i termini e le prospettive per arrivare alla fusione. E quindi se non si raggiunge un equilibrio del livello contributivo si rischia di vanificare tutti i vantaggi derivanti dalla fusione stessa".
"Per quanto riguarda la situazione dei conti dell'Arpa - conclude Febbo - è bene precisare che lo scenario che si è venuto a creare, con l'Azienda 'in perdita', non è certo causato da inefficienza, ma da una serie di situazioni, o meglio interpretazioni modificate nel tempo, di natura tecnico-contabile che hanno visto posizioni diverse tra l'azienda e il servizio bilancio della Regione che si sono create in questi anni ma si possono e devono recuperare".