Riceviamo e pubblichiamo dall'Assemblea Cittadina dell'Aquila
"In questi giorni stanno pervenendo agli assegnatari del progetto C.A.S.E. i bollettini relativi alle spese delle utenze di gas ed illuminazione condominiali, per il periodo dall’1 aprile 2013 al 30 giugno 2014. Nella lettera che accompagna le richieste di versamento in acconto, il Comune dell’Aquila precisa che, in assenza di letture di consumo individuali e di millesimi di riscaldamento, è stata adottata una metodologia di calcolo che prende in considerazione l’importo totale delle fatture, la superficie totale degli alloggi e il coefficiente storico, derivante da quanto già emesso nella precedente bolletta.
Siamo di nuovo dinanzi a richieste di pagamento che non tengono conto dei reali consumi individuali e, riferendosi allo “storico” della precedente bollettazione, rendono ancora più onerosa la richiesta, in quanto già i precedenti “bollettoni” dovevano essere rivisti e corretti. Tutti ricordiamo le giuste proteste dei cittadini che vogliono pagare, ma pagare il giusto, in base a quanto realmente consumato.
Il Comune aveva assicurato che:
- sarebbero state escusse le polizze, laddove i consumi troppo elevati dimostravano difetti di costruzione in merito alla coibentazione delle palazzine;
- sarebbero stati operati dei correttivi di calcolo per gli alloggi posti al piano terreno;
- ci sarebbe stata una verifica degli allacci dell’energia elettrica, in presenza di consumi di elettricità che tra una piastra e l’altra vedono triplicati gli importi (ad es: 9 mila euro per una piastra a fronte di 29 mila euro per un’altra, nello stesso insediamento);
- nel più breve tempo possibile, avrebbe provveduto ad indire la gara per individuare la società preposta a gestire i 19 insediamenti. Nulla di tutto ciò è avvenuto.
Nella lettera che accompagna i nuovi bollettini, il Comune assicura che gli acconti attualmente richiesti saranno oggetto di conguaglio, quando saranno determinati gli effettivi consumi di ciascun alloggio, sulla base dei criteri definiti nel nuovo “Regolamento Condominiale”, in corso di redazione e, chiaramente, quando sarà stata nominata la società di gestione. Nel frattempo, gli assegnatari pagano migliaia di euro, che, nella maggior parte dei casi, si andranno a sommare alle migliaia di euro della rateizzazione delle precedenti bollette.
E’, quella che si è determinata, una gravissima situazione di illegittimità non più accettabile: una Pubblica Amministrazione non può pretendere che siano i cittadini a dover pagare per gli inadempimenti ad essa stessa ascrivibili. I cittadini non vengono tutelati, al contrario, subiscono una “aggressione” economica senza precedenti che va dall’eliminazione dell’autonoma sistemazione, al pagamento dei fitti nel c.a.s.e. per coloro che, pur avendo la casa ricostruita, non possono rientrare per la cronica lentezza dei riallacci (in molti casi gli affitti richiesti per tali proroghe di permanenza raggiungono anche i 400 euro mensili); dai versamenti delle spese delle utenze calcolate non in base agli effettivi consumi, al 30% della nuova tassa sui servizi indivisibili.
La nuova legge per L’Aquila, che a breve sarà approvata, ha dimenticato ancora una volta la partecipazione ed i contributi dei cittadini e, nel punto in cui si legifera in merito all’assistenza alla popolazione, emerge la totale assenza di garanzie nei confronti dei cittadini terremotati che, a distanza di oltre cinque anni, non riescono ancora a rientrare nelle loro case.
Grida vendetta quanto abbiamo potuto leggere in una “bozza” della legge per L’Aquila. Nell’articolo in cui si legifera sull’assistenza alla popolazione, oltre a ribadire che il 31 dicembre 2014 termineranno tutte le forme di assistenza (autonoma sistemazione, affitto concordato, Fondo Immobiliare, accordo quadro di Barete), si aggiunge che dal 1° gennaio 2015 tutti gli assegnatari del progetto C.A.S.E. e MAP pagheranno l’affitto, quindi anche i proprietari di case inagibili. In particolare, riportiamo per intero un punto dell’articolato: “Per la gestione della complessa situazione emergenziale delineatasi a seguito degli eventi sismici, per l’Edilizia Residenziale Pubblica, Progetto C.A.S.E. e MAP, è consentito al Comune dell’Aquila, dalla data di trasferimento degli immobili dalla Protezione Civile al Comune stesso fino al 31.12.2015, in deroga alle Norme Tecniche Nazionali UNI 10200 “Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria – Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria” del 2013 ed alle norme nazionali e regionali in materia, di ripartire i consumi rilevati per ogni edificio per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, secondo le superfici lorde degli alloggi”.
Ecco il regalo che il Governo, e soprattutto i governanti locali, stanno facendo ai cittadini: fino al 31 dicembre 2015 si chiede la deroga alla legge nazionale che impone regole certe ed eque per la ripartizione dei consumi in caso di impianti centralizzati.
Si reitera l’illegittimità che i cittadini denunciano dal primo invio delle bollette dei consumi e cioè pagamenti richiesti in base alle superfici degli alloggi e non in base agli effettivi consumi. E come il Governo ed il Comune giustificano tale deroga? Con una situazione emergenziale. E cosa si vuole affermare? Che l’emergenza continua solo per la politica, mentre è finita per i cittadini tutti? Che ancora sono possibili deroghe ad hoc, a totale discapito dei terremotati, ma a totale vantaggio dell’Amministrazione? Non sappiamo se tale articolo, così come formulato, sarà contenuto nella legge che si andrà ad approvare ma, sin da ora, denunciamo la nostra indignazione per averlo soltanto pensato e per averlo messo, ci auguriamo solo temporaneamente, nero su bianco.
Una vergogna senza precedenti! Un’Amministrazione che tutela se stessa, non tutelando i diritti dei cittadini.