Mercoledì, 03 Settembre 2014 17:11

Case, in arrivo le nuove bollette: un altro salasso per le famiglie

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Non solo i problemi legati alla manutenzione passata e, soprattutto, futura. Non solo le preoccupazioni di una quotidianità spesso difficile in alloggi che - a cinque anni dalla costruzione - presentano evidenti problemi strutturali nonostante i costi esorbitanti sostenuti per costruirli.

Gli assegnatari del progetto Case vivono, in questi giorni, l'angoscia per l'invio del bollettone relativo ai consumi di gas ed elettricità per il periodo che va dal 1 aprile 2013 al 30 giugno 2014. E che va a sommarsi al pagamento dei consumi per il triennio 2010-2013, recapitati giusto l'anno scorso. Una situazione insostenibile per molte famiglie aquilane.

I nuovi acconti hanno sollevato vibranti proteste: infatti, a più di 1800 giorni dal sisma, il Comune dell'Aquila non è ancora in grado di recapitare bollette con le effettive letture di consumo individuali e di millesimi di riscaldamento. A dirlo è il Sed, che ha ritenuto opportuno definire una metodologia speditiva di calcolo della ripartizione dei consumi in acconto.

In che modo? "L'obiettivo - si legge sulle bollette che stanno arrivando in queste ore alle famiglie - è attribuire ad ogni intestatario di contratto attivo nel periodo di calcolo una quota non eccedente il 75% del totale delle fatture pervenute al Comune dell'Aquila e relative - appunto - ai consumi di gas ed energia elettrica. La ripartizione dell'importo totale delle fatture, trattandosi di acconto, è stata calcolata prendendo in considerazione la totalità degli alloggi, compresi quelli non occupati. In questo modo, una parte dell'importo totale da ripartire rimane, fino alla determinazione dei consumi effettivi, a carico del Comune dell'Aquila".

Al fine di attribuire al cittadino un importo non superiore, in proporzione al periodo calcolato, a quello determinato dall'ultima bollettazione - sottolinea il Sed - "viene calcolato un coefficiente storico derivante da quanto già emesso nella precedente bolletta". Il coefficiente storico, naturalmente, è stato calcolato solo nel caso in cui esisteva già una bolletta per lo stesso alloggio intestata allo stesso soggetto. I coefficienti sono stati calcolati separatamente per luce e gas. In definitiva, il coefficiente applicato per il calcolo dell’importo di acconto coincide con il minore tra il coefficiente storico (se è disponibile) e il coefficiente medio.

Del coefficiente storico s'è detto: è l’importo massimo in euro da attribuire a mq per ogni giorno di occupazione dell’alloggio e si calcola solo per i contratti per i quali è già stata emessa una bolletta dividendo l’importo fatturato (per fornitura) per i mq dell’alloggio di riferimento e per i giorni di occupazione (relativi all’ultima bolletta).

Il coefficiente medio, invece, è l’importo in euro da attribuire a mq per ogni giorno di occupazione dell’alloggio e si ottiene dividendo il totale delle fatture (gas/elettricità) per la superficie totale degli alloggi del progetto CASE (inclusi quelli non occupati) e per i giorni dell’intero periodo di calcolo. Tale coefficiente è stato ridotto del 10% per non superare la quota massima del 75%.

Il Comune dell'Aquila - nella lettera che accompagna il bollettone - ha inteso sottolineare come sia importante versare l'acconto, in attesa del perfezionamento del metodo di ripartizione delle spese tra gli assegnatari di ogni piastra. "Tale acconto eviterà - scrive l'amministrazione - l'accumularsi di consumi arretrati di competenza degli assegnatari e consentirà al Comune, d'altra parte, di far fronte al pagamento delle spese già fatturate dalle società fornitrici di energia elettrica e gas metano che minacciano - visto il mancato pagamento dei consumi negli anni passati - il distacco delle utenze".

E' pertanto di fondamentale importanza, si sottolinea nella lettera, che tutti gli assegnatari contribuiscano al pagamento. Il rischio di distacco delle utenze è concreto: i pagamenti effettuati fin qui, relativi al bollettone del triennio 2010-2013, ammontano a circa 6milioni e mezzo di euro, a fronte di una cifra complessiva di oltre 11milioni. Inoltre, al debito si è accumulato il mancato pagamento degli ultimi 12 mesi di consumi.

Dunque, si chiede ai cittadini di versare l'acconto richiesto - intorno ai mille euro per una famiglia di 4 persone che occupa un alloggio di 68mq - in un'unica soluzione o in 6 rate mensili, a partire dalla fine del mese di settembre. Un salasso, dovuto alle mancanze del Comune dell'Aquila che non è stato in grado, in cinque anni, di assicurare le corrette letture e una bollettazione bimestrale che fosse più agevole da sostenere per le famiglie. Che ora si ritrovano a dover versare centinaia di euro al mese.
Proviamo a fare di calcolo.

 

Il bollettone 2010-2013

Al finire del 2013, i cittadini che abitano - o hanno abitato, anche per brevi periodi - gli alloggi dei complessi Case e Map, si sono visti recapitare le bollette inerenti i consumi di elettricità, gas e acqua dei tre anni precedenti. Rivedute e corrette, dopo che il Comune dell'Aquila - ai primi giorni dell'anno - aveva spedito delle bollette che si basavano su coefficienti errati e non sul reale consumo delle singole famiglie. Alle legittime proteste dei cittadini infuriati, il sindaco Cialente aveva risposto con l'invito a pagare almeno le prime cinque o sei rate. Con la promessa che l'amministrazione avrebbe provveduto - in quei mesi - a recapitare le bollette con i reali consumi. Il rischio - allora come oggi, spiegò Cialente - era il distacco delle utenze: infatti, il debito accumulato negli anni con Enel sfiorava i 10milioni di euro. 

Con altri 6 mesi di ritardo, dunque, arrivarono le bollette corrette. Non è affatto chiaro, però, come siano stati computati i coefficienti di consumo o di occupazione. I primi sono stati calcolati tenendo conto delle letture dei contatori o, riguardo l’elettricità, della frazione dei metri quadrati occupati nella singola piastra, i secondi, invece, o per i giorni di occupazione reale o con un più 'oscuro' fattore denominato 'giornate termiche'. Ad ogni modo, ciascuna bolletta riportava - per la prima volta - il consumo di ciascuna piastra dal 1 aprile 2010 al 31 marzo 2013.

Esaminando le varie tipologie di piastra, tra l'altro, il gruppo civico di Appello per L'Aquila e il Consiglio civico Aquilano evidenziarono differenze enormi nei consumi totali. "Per il gas di riscaldamento, le Case dell’impresa Wolfhouse esaminate (due a Pagliare di Sassa e una a Coppito 3) hanno consumato in media 29.000 Euro totali, quelle della ditta Pellegrini (due a Coppito 3 ed una a Cese), invece, una cifra più che doppia: quasi 72.000 Euro in media!", denunciarono.

Evidentemente, le differenze sono dovute a diverse tecnologie di costruzione. "Esiste una certificazione di classe energetica per queste nuove palazzine?", si chiese il gruppo civico di Appello per L'Aquila. "Sono state rispettate le promesse evidenziate sul sito della protezione Civile?".

 

I 'differenti consumi' degli alloggi

A leggere il sito internet, gli alloggi del Progetto Case dovrebbero avere consumi energetici sensibilmente inferiori ai limiti previsti dalla legge, "in media 30% in meno, con punte di oltre il 40%", con un risparmio di 28.500 KW/anno per singolo edificio. Nel bando di gara, infatti, erano attribuiti 20 punti al rispetto dell’ambiente sui 65 totali assegnati agli aspetti tecnici (in efficienza energetica, qualità degli impianti e sostenibilità ambientale). Era garantito, inoltre, l'isolamento acustico e termico di tutte le abitazioni. E gli impianti di riscaldamento dovevano essere realizzati con le migliori tecnologie, per limitare il consumo energetico, con impianti a bassa temperatura. Così da giustificare anche i prezzi assolutamente fuori mercato sborsati dal Governo per la realizzazione degli alloggi.

Invece, alcune palazzine mostrano consumi assai elevati. E le differenze tra le piastre sono rilevanti. "Il consumo di acqua - ha chiarito Appello per L'Aquila - va dai 3.600 Euro di una palazzina Iter (Sassa) fino ai 26.354 di un’altra della stessa tipologia Iter (Coppito 2), e viene da chiedersi, se non vi sia qualche perdita laddove il consumo è quasi 7 volte di più del minimo. L’elettricità ha poi del paradossale: le quote da corrispondere raggiungono differenze pazzesche, da 5.000 a quasi 23.000 Euro". Non solo: i piani terra delle palazzine, costruiti a ridosso dei garage e, dunque, non perfettamente coibentati, presentano una dispersione di calore del 40% maggiore rispetto ai piani superiori.

Di nuovo, alla fine del 2013, è comunque arrivato dall'amministrazione l'invito a pagare le bollette, "in attesa di controlli sulle disfunzioni che il Comune sta portando a termine", assicurò l'assessore De Santis che - nel frattempo - aveva assunto la delega alla gestione economica dell'enorme patrimonio immobiliare.

Sono passati altri mesi. E i cittadini hanno iniziato a porsi il problema dei consumi degli alloggi provvisori: chi abita nel progetto C.A.S.E. e ha tempi lunghi di rientro, ha iniziato a chiedere di essere trasferito in piastre meno 'sprecone', chi è obbligato a trasferirsi (sospensione CAS, affitto concordato ecc.) pretende oggi di scegliere non solo la localizzazione, ma anche la tipologia dell’appartamento.

E l’amministrazione? Brancola nel buio. I costi per il consumo di gas sono altissimi, e oscillano tra i 9mila e i 27mila euro a piastra, le differenze tra appartamenti al piano terra e ai piani superiori sono evidenti, nel conteggio delle utenze l'acqua calda pesava davvero poco, circa il 5% dei consumi, e invece sul totale incide oltre il 35% e, come non bastasse, la lettura dei contatori (ad essere precisi, si tratta di contabilizzatori di calorie) è spesso risultata errata. Pare che in alcuni casi sia stato appuntato il numero del contatore invece delle calorie consumate. Non solo. In alcune piastre, il consumo di metano è alto anche d’estate e i condomini si sono accorti che la caldaia non è stata affatto spenta, anzi consuma come d'inverno.

La questione pare irrisolvibile. Difficile pensare che si possa intervenire, oramai, sul bollettone 2010-2013 già recapitato e che i cittadini stanno pagando così come sul bollettone riferito agli ultimi 12 mesi. Per il futuro, si vedrà: si è parlato della sostituzione dei contabilizzatori, si è prefigurato un intervento dell'avvocatura del Comune per 'rifarsi' sulle ditte costruttrici, si stanno esaminando le polizze assicurative contratte con le ditte al momento della costruzione degli alloggi. Il problema è che non tutte le piastre sono coperte: per alcune, l'assicurazione è stata contratta per i soli danni da terremoto.

 

Il bollettone 2013-2014: un salasso per le famiglie

E così si arriva all'altro bollettone, recapitato ai cittadini in questi giorni e relativo ai consumi fino al giugno 2014.

Torniamo dunque alle spese che le famiglie stanno sostenendo, nonostante le evidenti disfunzioni e la mancata lettura dei contatori.

Facciamo il caso di un nucleo familiare di 4 persone, che ha ottenuto un alloggio di 68metri quadri. Poniamo che - al finire del 2013 - la famiglia abbia ricevuto la bolletta 2010-2013 corretta e rivista (anche se - come detto - non si comprende bene come) e che abbia - come richiesto dal sindaco - già versato le prime 5-6 rate del bollettone. La bolletta rivista è pari a poco più di 3mila euro: la famiglia, dunque, decide di rateizzare il pagamento in ulteriori 12 rate da 280euro circa.

Evidentemente, sta ancora pagando e pagherà per altri 3 mesi almeno. Fino al dicembre 2014. Ora, arriva la bolletta per il periodo che va dal 1 aprile 2013 al 30 giugno 2014. E si chiede il pagamento immediato, o la rateizzazione in 6 rate mensili. Poniamo che la bolletta è pari a 1000euro e che la famiglia non abbia la possibilità di versare l'acconto in unica rata. Il pagamento per i prossimi 6 mesi sarà pari a 160euro.

Per i prossimi tre mesi, quindi, il nucleo familiare dovrà versare circa 440 euro. C'è poi l'aggravante, per le famiglie che nel frattempo - negli ultimi mesi - hanno lasciato il progetto Case per tornare a casa: infatti, stanno pagando anche i regolari consumi bimestrali nell'abitazione ricostruita.

A quanto arriverà la somma mensile da versare? Di certo, supererà abbondantemente i 600euro. Una mannaia.

Resta lo sconcerto per l'incapacità del Comune dell'Aquila - oramai cronica, a cinque anni dal sisma - di assicurare bollette bimestrali con i reali consumi di gas e elettricità, così da permettere ai cittadini pagamenti agevoli senza l'angoscia dei bollettoni da migliaia di euro che vengono recapitati con la minaccia dello stacco delle utenze e dello sfratto. Resta la preoccupazione per gli evidenti problemi sociali che spese mensili così alte potrebbero scatenare. Con la paura che i debiti nel frattempo accumulati possano davvero portare allo stacco delle utenze. Senza tener conto dei problemi di manutenzione.

 

Cosa si può fare?

Sul tavolo, sono ancora le proposte del Consiglio civico aquilano. Datate marzo 2014. "Innanzitutto, raddoppiare le rate con un tetto massimo sostenibile in virtù del fatto che il debito è stato presentato con anni di ritardo, per inadempienza del Comune non degli inquilini. Poi, la pubblicazione dei Kw/h individuali e dei bollettini del gas per ogni Progetto piastra del Progetto Case con il ripristino immediato dei contabilizzatori mal funzionanti o rotti (che continuano a maturare consumi errati). E ancora: la verifica e l’attivazione dei pannelli solari termici non funzionanti, la verifica e l’eventuale coibentazione delle centrali termiche con relativa protezione dei tubi ove e se necessario, il controllo e la manutenzione effettiva delle caldaie. Infine, l’accertamento delle classificazioni termiche reali secondo quanto stabilito all’atto della costruzione e stabilito dalle vigenti leggi e, in caso negativo:

  • L’accensione delle polizze postume di garanzia per la sistemazione definitiva;
  • La richiesta di risarcimento alle imprese e/o ai collaudatori/responsabili del procedimento per scontare la bolletta degli abitanti i locali meno coibentati, allineandoli con la media degli altri alloggi;
  • La verifica e la correzione della percentuale di riscaldamento dell’acqua sanitaria secondo le aliquote ufficiali e la corretta comunicazione dell’aliquota del consumo totale in proporzione ai mc di acqua calda rilevati;
  • Le chiavi del vano caldaia per poter verificare, attraverso tecnici qualificati e certificati, il regolare funzionamento dell’impianto secondo le normative vigenti".

 

Ultima modifica il Sabato, 06 Settembre 2014 00:59

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