Antonio Acerbo, subcommissario di Expo 2015 e responsabile unico del Padiglione Italia, è stato arrestato ieri e si trova attualmente ai domiciliari, in seguito all'avviso di garanzia partito nei suoi confronti alcune settimane fa da parte della Procura della Repubblica di Milano. A darne notizia è Il Corriere della Sera. Per Acerbo, aquilano di origine, l'accusa è di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito degli appalti per il grande evento dell'Expo, che si terrà a Milano nel corso del prossimo anno.
E' stato un interrogatorio del mese scorso, incrociato con un'intercettazione del 2013 e un contratto di consulenza dell'anno precedente, a far ordinare al giudice Fabio Antezza gli arresti domiciliari per il manager abruzzese.
Acerbo, 65 anni aquilano, è diventato ingegnere proprio nel capoluogo abruzzese, per poi proseguire la sua carriera in Lombardia. A Milano è stato anche direttore generale del Comune (sindaca Letizia Moratti) e, dal 2012, subcommissario delegato del numero uno di Expo Giuseppe Sala, nonché responsabile del Padiglione Italia. Da entrambe le cariche si era dimesso nelle scorse settimane, in seguito all'avviso di garanzia. Le accuse mosse dalla procura ad Acerbo riguardano l'appalto delle "Vie d'Acqua". Secondo gli inquirenti il manager favoriva alcune società in cambio di profumate consulenze per il figlio.
Assieme ad Acerbo sono stati arrestati anche Giandomenico Maltauro, appartenente alla società veneta di costruzioni Maltauro Spa pur senza avervi ruoli formali; e Andrea Castellotti, direttore commerciale della società di impiantistica Tagliabue Spa fino al marzo scorso.
Respinta la richiesta di arresti domiciliari per Enrico Maltauro, cugino di Giandomenico e titolare della Maltauro Spa, scarcerato nei giorni scorsi dopo lo scandalo sulle tangenti Expo emerso negli ultimi mesi [leggi l'articolo]. (m. fo.)