Un fatto di cronaca denunciato su Facebook, alla pagina del gruppo 'Sei aquilano se...'.
Reso noto da un cittadino, e non dalle forze preposte, che si amplifica in pochi minuti raccogliendo decine di commenti infuriati. "Per rimettere a posto le cose... ci vuole una cosa sola...PISTOLA IN TASCA E GIUSTIZIA FAI DA TE PERCHÉ LE FORZE DELL'ORDINE NON POSSONO FARE NIENTE!!!", scrive qualcuno. "Intanto facciamoci vedere forti e decisi... io voglio pulizia, basta di gente fuori ogni angolo di ogni supermercato, basta a gente che ha nei cantieri gentaccia a lavorare e neanche legalmente", attaccano altri. Fino ad arrivare all'idea di istituire delle ronde: "Per gli abitanti di Sassa e Genzano: diamoci appuntamento alla Casetta che non c'è (chi è del posto la conosce) e valutiamo come fare per per organizzare un servizio di ronda, ovviamente da parte di persone qualificate in questo settore. Che ne pensate?".
E' lì che il fatto di cronaca si è consumato, nella notte: a Genzano di Sassa. Un evento gravissimo, senza dubbio. Che richiede l'attenzione delle forze dell'ordine e che, tuttavia, va posto nella esatta cornice per non scatenare il panico nei cittadini e, soprattutto, per evitare che ci si organizzi in servizi di 'controllo' notturni - o di chissà cos'altro - che nulla hanno a che fare con il vivere comune e civile. E che sono anche pericolosi: i semplici cittadini, infatti, non sono poliziotti, non sono addestrati e non possono certo girare armati.
A volte, basta amplificare involontariamente qualche dettaglio per trasformare un odioso fatto di cronaca, da denunciare con forza, in un allarme sociale, scatenando le isterie e le paure dei cittadini. Stando a quanto raccontato sul social network, alcuni malviventi avrebbero lasciato degli oggetti sulla carreggiata con l'intento di fermare una automobile in transito. Un vero e proprio agguato, organizzato. Dunque, avrebbero aggredito e minacciato con una pistola a salve i passeggeri, sparando dei colpi in aria e spaccando il vetro dell'automobile per rubarla. Fortuna ha voluto che non siano riusciti e, soprattutto, che nessuno sia rimasto ferito.
Fin qui, il racconto che ha scatenato le reazioni indignate su Facebook. In realtà, gli inquirenti hanno tenuto a precisare che non c'è alcun motivo per pensare ad una azione organizzata, che potrebbe dunque ripetersi. "Le modalità del fatto farebbero pensare piuttosto a una cosa improvvisata - hanno spiegato - messa in atto da una sola persona, tanto che non sono state usate armi con carattere offensivo ma una pistola a salve".
Un fatto odioso, giusto ripeterlo. Inquietante. Che chiama ad una assunzione di responsabilità le istituzioni: è innegabile che le forze di polizia abbiano un organico sottodimensionato per l'estensione della città, riconfigurata dopo il terremoto. E' innegabile che il tessuto sociale abbia subito delle trasformazioni che devono essere affrontate. Ci vogliono risorse e progettualità. Allo stesso modo, però, fatti di cronaca come questo chiamano anche la cittadinanza ad una maggiore accortezza: dinanzi ad episodi tanto odiosi, non si può soffiare sulla fiamma della paura, scatenando reazioni isteriche.
Amplificare la portata degli eventi, paventando strategie seriali e criminali, agguati a mano armata, dinanzi ad un tentativo di furto di automobile come purtroppo se ne verificano a centinaia ogni giorno in città grandi e piccole, non aiuta ad affrontare con consapevolezza le criticità - e sono molte - che il nostro territorio sta vivendo. Anche perché la dinamica dell'evento non è affatto chiara e dovranno essere gli inquirenti a far luce su quanto accaduto. Amplificare poi messaggi allarmati e allarmanti sui social network non può che alimentare la sensazione di insicurezza - più percepita che reale - dei cittadini aquilani.
In un momento di grande incertezza, sociale ed economica, non ne abbiamo davvero bisogno.