Un consiglio straordinaio per parlare del "Problema sicurezza legato a furti, rapine, azioni malavitose che si stanno perpetrando nella nostra città", innescato dalla violenta rapina in una villa nella zona di Monitcchio (ancora al vaglio degli investigatori) e voluto dai consiglieri del centro destra Emanuele Imprudente, Giorgio De Matteis (L'Aquila Città Aperta), Alessandro Piccinini (Ncd), Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila), Guido Quintino Liris (Forza Italia), Raffaele Daniele (Udc) e Luigi D'Eramo (Prospettiva 2022)
Presenti tutte le maggiori autorità di polizia tra cui il Prefetto Franceso Alecci, il questore Vittorio Rizzi, i comandante dei vigili urbani Ernesto Grippo, il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Donnaromma, il comandante della guardia di finanza Giovanni Castriglianò".
L'intervento principale è stato quello del Prefetto: "Quest'anno, nel 2014, in nove mesi ci sono stati 194 furti, 247 nel 2008, 82 nel 2008" numeri che, secondo il prefetto, se da un lato denotano un cambiamento radicale rispetto a prima del terremoto, rappresentano un trend positivo negli ultimi due anni "perché rubare è diventato più difficile" in quanto "si è alzata la gestione preventiva sul territorio che si fa sulla strada realizzando sistemi di pianificazione realmente attuabili nella gestione dell'ordine pubblico".
Il rappresentarne del Governo, da due anni in città, ammette che l territorio è cambiato: " Ci sono 19 nuovi quartieri e periferie che si sono urbanizzate dimostrando la necessità di tutelare un territorio comunale diverso da quello pre sisma. Era impossibile lasciare quei luoghi privi di una volante e c'è stato bisogno di una riorganizzazione su diversa zonizzazione topografica. Per questo abbiamo ricorso al nucleo territoriale anticrimine regionale".
Ma Alecci si è espresso chiaramente su quello che secondo lui manca ancora: 52 unità di polizia municipale per il prefetto sono troppo poche "per una città che ha subito una parcellizzazione degli abitanti costretti a distribuirsi su un territorio dieci volte più grande".
E sopratutto il prefetto ha lamentato l'assenza totale per il Comune dell'Aquila di video sorveglianza. Nel 2013 l'ex capo dell'Ufficio Speciale Paolo Aielli stava mettendo a punto un bando di gara da 11milioni di euro, accompagnato dalle polemiche, per realizzare un sistema di videosorveglianza nel centro storico cittadino, ma poi ne è scaturito un nulla di fatto. "Su 108 comuni - ha detto Alecci - è arrivata la richiesta di un servizio di video sorveglianza da parte di 32; ne sono stati valutati 14 e 9 hanno già installato le telecamere mentre altri 10 stanno procedendo bene. Dal comune dell'Aquila niente. Potremmo cominciare con qualche risorsa minore a fare qualcosa di fattivo subito che possa essere implementato man mano".
Richieste contenute anche nella risoluzione presentata dall'opposizione guidata da Giorgio De Matteis e votata poi dal Consiglio che impegna il sindaco Cialente e l'Amministrazione comunale a "proseguire la strada, indicata nella sua relazione in Aula dal comandante di Polizia municipale, in termini di aumento del personale e della strumentazione, pur nel rispetto delle leggi vigenti, ad attivare turni di servizio notturni di Polizia municipale, compatibilmente con le esigenze di servizio, e ad installare telecamere di sorveglianza nei punti sensibili, indicati dal Comitato per l'Ordine e la sicurezza".
Il documento impegna inoltre il primo cittadino e l'Amministrazione a "potenziare gli impianti di pubblica illuminazione, a intensificare, attraverso gli Uffici preposti, l'azione di controllo di tutti i cantieri presenti sul territorio e delle maestranze in essi impiegate, a procedere a un convenzionamento con tutte le forze dell'ordine per consentire l'impostazione di modelli di sicurezza integrata e, in particolare, il pattugliamento dei centri storici gravemente danneggiati e quotidianamente teatro di reati contro il patrimonio e a chiedere al Governo un potenziamento degli organici delle forze dell'ordine nella nostra città".
Proposte che almeno in parte hanno bisogno di un sostentamento economico per niente scontato.
"Occorre potenziare il controllo del territorio – ha sottolineato il sindaco Cialente – e chiedere aumenti del personale addetto alla pubblica sicurezza. La Polizia municipale ha un organico sottodimensionato che, alla luce delle trasformazioni tangibili del tessuto sociale e dell'aumento della criminalità, ma anche del mutato assetto urbanistico con la nascita di nuovi quartieri, risulta costantemente in affanno. Come Amministrazione – ha proseguito Cialente – abbiamo sollevato il problema, da tempo, in tutte le sedi istituzionali opportune, chiedendo le risorse per assumere nuovi agenti. Stiamo lavorando, inoltre, per l'attivazione del servizio di videosorveglianza in città.
Tuttavia – ha concluso il sindaco – il Governo deve aiutarci a fronteggiare la grave crisi economica, una vera e propria emergenza sociale, che affligge la città a seguito del sisma. Solo attraverso soluzioni strutturali che vadano alla radice del problema, infatti, si potrà davvero parlare di lotta alla criminalità e di prevenzione di quel disagio che la determina".
La nota dell'opposizione
"Ci sono voluti ben cinque anni per convincere l'Amministrazione Cialente a discutere in Consiglio Comunale del drammatico problema della sicurezza in Città".
A scriverlo sono i consiglieri comunali di minoranza Luigi D'Eramo e Vito Colonna (Prospettiva 2022), Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila), Giorgio De Matteis e Emanuele Imprudente (L'Aquila città aperta).
"Un Consiglio Comunale voluto e sostenuto dall'opposizione" scrivono i consiglieri di opposizione "che in questi anni si e' vista bocciare nel 2008 un ordine del giorno finalizzato all'istallazione di un sistema di videocamere per il centro storico; e nel 2011 si e' vista rifiutare una proposta di deliberazione, a firma dei consiglieri D'Eramo ed Imprudente, che prevedeva la realizzazione del progetto "L'Aquila sicura".
Negli ultimi cinque anni la popolazione e' stata bersagliata da furti e rapine e per questo, costantemente, in tutto questo tempo abbiamo chiesto il potenziamento delle forze di polizia e dell'organico della Polizia Municipale con la relativa attivazione dei pattugliamenti notturni da parte di questi ultimi, l'istallazione di videocamere e di nuovi impianti di illuminazione per le zone più a rischio della città.
Punti che abbiamo riproposto durante i lavori dell'ultimo consiglio comunale, attraverso la presentazione di un documento che finalmente anche la maggioranza ha condiviso e votato.
Ringraziamo il Prefetto dell'Aquila, il Questore, i Comandanti Provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato ed il Comandante della Caserma gli Alpini Il Comandante dei Vigili Urbani per il contributo fondamentale che hanno apportato al dibattito consiliare e soprattutto per il lavoro che svolgono loro e tutti gli operatori quotidianamente impegnati con passione e sacrificio per la nostra sicurezza.
Prendiamo atto piacevolmente che quanto contenuto nel nostro documento fosse in perfetta linea con quanto relazionato dal Prefetto dell'Aquila.
Il problema della sicurezza e' una di quelle questioni che vanno studiate attentamente e seguite giornalmente, perché solo cosi il Comune dell'Aquila può essere parte attiva, insieme alle forze dell'ordine, per migliorare le condizioni di sicurezza degli aquilani.
La nota del sindaco
Ieri si è svolto un Consiglio comunale dedicato alle problematiche relative alla sicurezza e all'ordine pubblico. Purtroppo, nel, corso della seduta, sono stato costretto ad assentarmi per ricevere una delegazione del Governo somalo (incontro piacevole, importante ed utilissimo), guidata dal ministro delle Politiche energetiche del Paese africano, dall'ambasciatore in Italia e dal vice sindaco di Mogadiscio.
Per questa ragione non ho potuto ascoltare l'ultima parte dell'intervento del Prefetto Alecci e numerosi interventi dei consiglieri comunali, cosa della quale mi sono ripetutamente scusato al mio rientro in Aula e quando poi ho preso la parola.
Sulla stampa leggo però di presunte dichiarazioni del Prefetto, che avrebbe "bacchettato il sindaco", a proposito di un progetto di videosorveglianza, per un costo di 11 milioni di euro, che sarebbe stato presentato dal Comune dell'Aquila e rigettato dal Prefetto stesso.
Non credo che Alecci possa aver rilasciato queste dichiarazioni poiché, come vorrei ricordare, il progetto fu presentato dal coordinatore dell'Usra Paolo Aielli, che avrebbe voluto anche realizzarlo e gestirlo, e non certo dal Comune. Fin dal mese di maggio scorso, peraltro, vi furono molte polemiche sull'argomento, oggetto anche di una Commissione consiliare, proprio perché il Comune dell'Aquila, attraverso il vice sindaco Nicola Trifuoggi, già a febbraio si era detto assolutamente contrario al progetto, denominato "end to end".
L'ente si riservava, di contro, di proporre un piano molto meno costoso e, soprattutto, economicamente gestibile negli anni. In quell'occasione, anzi, il Comune intese separare il problema della videosorveglianza da quello della sicurezza nei cantieri e della trasparenza nelle attività legate alla ricostruzione, chiedendo appena 300mila euro. Fondi assegnati dall'Usra (per questo motivo sta per essere pubblicato finalmente il bando relativo) il 7 luglio, giorno precedente l'importante incontro tenutosi all'Aquila, alla presenza del Sottosegretario Legnini e del prefetto Guidi, che dirige il Comitato per l'Alta sorveglianza sulle grandi opere, alla luce della vicenda riguardante presunte infiltrazioni di organizzazioni malavitose nella ricostruzione e dopo la dichiarazione, a mio avviso dirompente, del Procuratore nazionale antimafia che, sostanzialmente, andava nel segno di quanto da me ripetutamente denunciato, anche presentando ipotesi di soluzione normativa. Non credo quindi che sua Eccellenza il Prefetto possa aver dimenticato la vicenda e le polemiche che ne sono scaturite per mesi e che, spesso, hanno anche visto tirare in ballo il suo nome. Il progetto "end to end", da 11 milioni di euro, dunque, non è mai stato né accettato né appoggiato dal Comune dell'Aquila.
Chiusa questa polemica, tornando al Consiglio comunale di ieri, è giustificabile che il Prefetto lamenti l'esiguo numero di agenti di Polizia municipale, appena 52 a fronte dei 104 che dovremmo avere, ma egli sa bene che le attuali norme in materia di assunzioni e i limiti alla spesa per il personale rendono difficilissimo, anzi impossibile, effettuare assunzioni, se non forse rinunciando, sempre ammesso che vengano riconfermati i relativi finanziamenti, al personale precario attualmente impiegato nella ricostruzione e nell'assistenza alla popolazione.
La verità è che, ormai, in questo Paese, la coperta è sempre più corta e, per i Comuni, è diventata addirittura una sciarpetta, poiché a questi ultimi si chiede il massimo dei sacrifici riguardo ai tagli alla spesa e gli si addossano tutte le responsabilità in materia sociale e dei servizi, imponendo contemporaneamente limitazioni totali. Per il Comune dell'Aquila, che versa in una situazione disperata e nell'abbandono da parte del Governo, l'unica soluzione possibile sarebbe quella di proclamare la propria indipendenza e iniziare a coniare moneta propria, che si potrebbe chiamare il celestino, il mascherone, l'aquilotto o il rosone.
Purtroppo non è possibile. Per tornare ad essere seri, mi spiace di non aver letto, nei resoconti del Consiglio, una riflessione che ho riportato durante il mio intervento. Ossia che all'Aquila il disagio e l'allarme sociale da taluni lamentato non si risolve certo con qualche telecamera in più o con qualche agente di polizia in più (anche se questi ultimi sono utili e necessari) ma trovando soluzioni concrete per la situazione disperata in cui versa la città, completamente distrutta nel patrimonio abitativo e monumentale e, soprattutto, nel tessuto economico e sociale. Se il Governo e le istituzioni presenti sul territorio non prendono coscienza di questo problema, vorrà dire che si lascerà morire lentamente la città e le telecamere, se installate, riprenderanno solo una Pompei dei giorni nostri.