"Al sollievo generato del procedere della ricostruzione pesante in città, dove l'avvio di ogni cantiere offre la certezza del rientro a casa, nei cittadini aquilani cresce nondimeno la preoccupazione per la propria salute, minacciata dalle polveri che si sollevano dalle demolizioni in corso d'opera. È mia intenzione raccogliere l'appello dei consiglieri Vincenzo Vittorini e Ettore Di Cesare e convocare al più presto, con l'assessore all'ambiente, un tavolo con Asl, Arta e Ance affinché vengano rafforzate le precedenti azioni di controllo sulle lavorazioni e ne vengano concertate, a supporto, di nuove".
Era il 7 maggio. L’Assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano, si impegnava su sollecitazione dei gruppi consiliari di Appello per L’Aquila e L’Aquila che vogliamo a firmare un protocollo per stabilire procedure di controllo sistematico e preventivo per tutte le demolizioni private. D’altra parte, c’è grande preoccupazione tra i cittadini che, da tempo, segnalano come molte demolizioni private non siano effettuate con le misure di sicurezza previste per evitare la dispersione di polveri in atmosfera e il conseguente rischio di gravi danni per la salute.
"Che nessuno finora ci avesse mai pensato è già di per se sconcertante ma, come si dice, meglio tardi che mai. Fatto sta che agli annunci, come troppo spesso accade, non sono seguiti i fatti: nessun tavolo ad oggi risulta convocato", si legge in una nota diffusa in mattinata dal gruppo di Appello per L’Aquila che è tornato così a chiedere agli assessori competenti, Riga e Di Stefano, di "convocare finalmente il tavolo e darne evidenza pubblica in modo che chi voglia possa assistere per sentire quali decisioni verranno prese. Sarebbe opportuno che intervenisse anche l’Associazione dei costruttori (ANCE) - si legge - che sarà sicuramente interessata a far in modo che tutti i suoi associati rispettino le procedure visto che la salute dei lavoratori e dei cittadini viene prima del profitto. E per questo dovrebbe vigilare”.
La questione è di fondamentale importanza. La salute dei cittadini non può essere barattata sul tavolo della ricostruzione. L’amministrazione avrebbe dovuto già dare delle risposte, concrete. Non si può aspettare ancora.