Incassata la vittoria al Tar dell'Aquila, che ha accolto il ricorso contro la realizzazione dell'impianto a biomasse della ditta Futuris Spa nella piana di Bazzano-Monticchio, i comitati No biomasse (La Terra dei Figli; Associazione culturale La Fiaccola; Centro sociale anziani; Asd Monticchio 88; Confraternita Maria Vergine Addolorata; Associazione Pro Loco di Onna) rilanciano e annunciano nuove azioni per "allargare la nostra battaglia".
Sì perché nel frattempo sono arrivati a quattordici i progetti per la costruzione di altrettanti impianti che la Regione ha approvato, non tenendo conto del fatto che l'Abruzzo non è in possesso della quantità di biomassa necessaria a garantirne l'approvvigionamento.
"Quattordici impianti" ha spiegato in una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Onna Antonio Perrotti - ex dirigente regionale, architetto e urbanista del Comitatus Aquilanus, in prima linea nella battaglia combattuta dai comitati contro il progetto della Futuris - "vuol dire quattordici bacini di attingimento che si sovrappongono poiché insistono tutti sulle medesime aree. Qualora venissero realizzati, questi impianti, per poter funzionare, avrebbero bisogno, ogni anno, di un milione e mezzo di tonnellate di biomassa. Ma la Forestale ha stimato che nella nostra Regione la disponibilità massima di questa materia prima non supera le 200mila tonnellate".
Commentando la decisione del Tar, Antonio Perrotti ha parlato di una sentenza storica: "Il Tribunale ha fatto proprie molte delle obiezioni tecnico-procedurali che avevamo sollevato. Per questo si tratta una sentenza esemplare e di importanza strategica, perché rimette in discussione il confusionario piano energetico regionale e apre una breccia alle battaglie che altri comitati stanno conducendo in altre zone della Regione dove incombe il rischio della realizzazione di una di queste centrali".
Oltre ad aver certificato che l'Abruzzo non dispone della quantità di biomassa necessaria ad alimentare le quattordici centrali per le quali la Regione ha già dato il via libera, la sentenza, ha affermato Perrotti, "ha riconosciuto anche altri punti sui quali ci eravamo molto battuti. Anzitutto, ha riscontrato l'esistenza di gravi negligenze istruttorie in cui è incorsa la Regione nell'istruzione autorizzatoria. Una di queste è la mancata convocazione, in conferenza dei servizi, degli Enti Parco, delle amministrazioni separate degli usi civici e delle Autorità di Bacino".
"Altra obiezione che il Tar ha accolto" ha continuato Perrotti "riguarda la localizzazione: l'impianto di Bazzano sarebbe dovuto sorgere in una zona ad alto rischio alluvionale. Non solo. Nel progetto della Futuris erano previsti anche locali interrati, posti 5 metri al di sotto del piano campagna. Cosa assolutamente vietata in zona alluvionale, che infatti il Tar ha riconosciuto come vizio 'frontale', cioè fortemente inibente".
"Inoltre" ha puntualizzato Perrotti "quando la Futuris ha comunicato la data di inzio lavori non era nemmeno in possesso di una reale disponibilità dei terreni così come non aveva sottoposto a valutazione di impatto ambientale il piano di riconversione dei terreni agricoli circostanti a terreni usati per la coltivazione di piante per la produzione di biomassa".
Secondo i comitati, dietro le anomalie e i vizi procedurali certificati dal Tar ci sarebbe una lunga serie di omissioni, elusioni, falsi in atti di ufficio e altri comportamenti illegali messi in atto da funzionari e dirigenti regionali, in primis dalla dirigente della direzione Ambiente, Parchi, Territorio e Energia Iris Flacco: "Abbiamo mandato delle lettere di diffida in cui abbiamo invitato i dirigenti a ritirare, in autotutela, le concessioni. Se non lo faranno, sulla scorta delle motivazioni della sentenza, porteremo le carte alle procure dell'Aquila e di Pescara".
"Vogliamo sapere" ha detto Perrotti "perché la Regione, nella persona di alcuni suoi dirigenti, non ha preso atto né è intervenuta su alcune anomalie, nemmeno dopo che eravamo interevenuti poer segnalarle. Questa sentenza ribadisce la facilonerie, le connivenze e le omissisioni del sistema. Un sistema" ha attaccato Perrotti "di tipo mafioso camorristico trasversale, coperto dalla partitocrazia, che tende a fare operazioni di questo genere sicura di poter contare su funzionari e dirigenti fiduciari che assecondano qualsiasi manovra".