Riceviamo e pubblichiamo dal coordinatore abruzzese di Libera, Angelo Venti - Dalle prime risultanze dell’inchiesta su “mafia capitale” emergono, tra le pieghe, alcuni aspetti di quella che da tempo andiamo denunziando come la destinazione a distretto energetico-minerario degli Abruzzi, che i fatti (anche recentissimi) ci mostrano essere una deriva perseguita con un’applicazione e una volontà che non può essere solo farina di alcuni politici ed imprenditori locali.
Stamane, sul maggiore sito di informazione regionale, leggiamo che "tra gli arrestati figurano anche gli amministratori di due società che lavorano a Chieti nel campo dei rifiuti e che da pochi giorni sono al centro di alcune inchieste di PrimaDaNoi.it per aver incassato 2,4mln in più che il Comune gli ha versato per 'imprevisti'", vicenda della quale meritoriamente PrimaDaNoi si era occupata nei giorni scorsi.
Meno noto, perché meno risalto ha avuto sulla stampa locale, il recente tentativo (che proprio due giorni fa ha subìto, dinanzi alla sezione specializzata imprese del Tribunale dell’Aquila, un brusco e forse definitivo arresto) di 'Formula Ambiente' di insediarsi anche nell’area marsicana e aquilana, attraverso l’acquisizione di parte del capitale sociale di Aciam S.p.A., quello fino ad ora detenuto della parte privata, IREN Holding S.p.A.. E proprio alla società Formula Ambiente sono direttamente collegati diversi degli arrestati e degli indagati nell’operazione romana “Mafia Capitale”.
Questi i nomi: Salvatore Buzzi (presidente Coop. Formula Ambiente fino al 2012), Carlo Maria Guarany e Alessandra Garrone (membri del cda della stessa cooperativa), Emanuela Bugitti (presidente del cda della Coop 29 giugno, proprietaria del 49% della Coop Formula Ambiente), Paolo Di Ninno (sindaco della società). Infine, nell’elenco degli indagati, figura anche una marsicana: Pierina Chiaravalle, nata ad Avezzano il 21 ottobre 1984.
Ma torniamo all’Abruzzo.
La politica e gli operatori del territorio marsicano e aquilano non si sono posti alcuna domanda su quale fosse e sia la ragione che ha spinto un colosso del settore dei rifiuti e dell’ambiente, l’emiliana Iren Ambiente Holding S.p.A., a decidere di abbandonare gli Abruzzi, proprio in un momento nel quale la riforma del settore avrebbe potuto comportare interessanti sviluppi di business e di sistema. Molto più grave che, accanto a questo mancato dibattito, nessuno si sia veramente occupato della diatriba innescatasi tra Segen S.p.A. (società che tratta i rifiuti solidi urbani di Valle Roveto ed una parte del Fucino proprio in concorrenza con Aciam S.p.A.) e la Di Carlo Gestioni S.r.l., magna pars del capitale di parte privata di Aciam S.p.A. (insieme ad Iren). Con pretesa quasi proditoria, Segen S.p.A., con lo 0,01% del capitale sociale di Aciam, pretendeva di poter esercitare il diritto di prelazione nella cessione delle quote Iren proprio in danno della Di Carlo Gestioni S.r.l, con oltre il venti per cento del valore dei privati.
Nondimeno, accanto a questa pretesa - disconnessa dai giudici, sinora - vi era l’ingombrante presenza di 'Formula Ambiente', che tale acquisizione si era prefissa e offerta di finanziare, subentrando poi nel pacchetto sociale di Aciam S.p.A. acquisito in tal modo da Segen S.p.A. Pur non conoscendo tutte le intese intervenute tra mandante e mandatario, prendiamo atto che pur di assecondare il disegno (che oggi, a prescindere dagli esiti processuali di Mafia Capitale, appare inquietante), alcuni comuni soci hanno preso ad agitarsi, oggi, sui requisiti della Di Carlo Gestioni S.r.l. per subentrare a Iren. Peccato che all’epoca nella quale Di Carlo Gestioni S.r.l. subentrò a Tekneko Sistemi Ecologici S.r.l. (società peraltro afferente allo stesso gruppo), per quanto invitati più volte ad effettuare il medesimo vaglio, gli stessi non mossero un dito.
Il problema è sostanzialmente uno: qual è il motore, il centro di sottopotere, l’ambizione, che pur di arrivare al proprio scopo (quale?) rischia di chiamare sul territorio operatori dei quali non sa nulla? Non sono certo solo i poveri e miserrimi sindaci che hanno guardato con favore questo movimento. Sindaci che peraltro dovrebbero spiegarci la ragione di tutta questa agitazione…
Angelo Venti - Coordinatore abruzzese di LIBERA, associazioni nomi e numeri contro le mafie