Giovedì, 04 Dicembre 2014 03:04

Asm, la Cgil apre ai demansionamenti. Futuro sempre più incerto

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"Come Cgil siamo disponibili a firmare accordi che prevedano cambi di mansione per i dipendenti dell'Asm, per avere meno amministrativi e più personale assegnato alla raccolta dei rifiuti e alla pulizia della città".

A dirlo a NewsTown è Rita Innocenzi, segretario provinciale della Cgil-Funzione Pubblica.

"La situazione è delicatissima" afferma la Innocenzi. "Occorre che vi sia una ristrutturazione aziendale in termini di efficienza. Visto che il Comune non è disposto a mettere più soldi e che i cittadini pagano già troppe tasse, almeno bisogna fare in modo che questi ultimi abbiano dei servizi migliori".

Un riassetto che passi attraverso il demansionamento di alcuni dipendenti, una riorganizzazione complessiva dei carichi di lavoro e un miglioramento degli standard di efficienza e produttività sembra essere l'unica strada percorribile per salvare l'Asm senza perdere gli attuali livelli occupazionali, obiettivo numero uno sia per i sindacati che per il Comune, socio unico dell'azienda.

La proprietà pubblica è l'altro punto su cui le organizzazioni dei lavoratori non sono disposte a deflettere.

Due giorni fa c'è stato un nuovo incontro tra azienda, Comune e sindacati (disertato però da Ugl e Uil), al termine del quale sono emerse alcune novità.

L'accordo sindacale dello scorso agosto, che aveva dato il via libera, come parziale e temporanea misura di risanamento, al congelamento delle ferie dei dipendenti, è stato ufficialmente disdettato, per volontà della stessa Cgil. “Non perché fosse un accordo scellerato” spiega la Innocenzi “ma perché è stato male interpretato dai lavoratori e anche dai vertici dell'azienda, rimanendo di fatto inapplicato”.

Ma anche fosse stato messo in atto, oggi sarebbe largamente superato dagli eventi. L'azienda, infatti, continua a perdere soldi e chiuderà il 2014 con un buco di un milione e 200mila euro. La rinuncia alle ferie sarebbe stata un pannicello caldo perché avrebbe consentito di risparmiare al massimo 400mila euro.

Per ripianare i debiti, Rinaldo Tordera, l'amministratore unico, sta tentando di recuperare vecchi crediti. Ci sono, ad esempio, gli oltre 3 milioni di euro che il Comune deve ancora versare per il full cost recovery di vecchie gestioni. Se l'amministrazione si ostinerà a non pagare, a breve, ha annunciato lo stesso Tordera, partirà un decreto ingiuntivo.

Il tempo però stringe e per chiudere il bilancio di quest'anno l'azienda, posto che non ci saranno ricapitalizzazioni, dovrà andare a intaccare una parte del capitale sociale, che in questo modo scenderà a circa 900mila euro (attualmente è di 2,6 milioni).

La riduzione del capitale, che dovrebbe essere ratificata la settimana prossima, sarebbe davvero l'ultimo rifugio prima della privatizzazione. Ma, secondo Cialente, “esporrebbe sia l'azienda che il Comune a un problema, perché la Corte dei Conti potrebbe dire: 'Prima di intaccare il capitale sociale dobvete intervenire sul personale'”.

Il sentiero è stretto. “Non è più una questione di scelte politiche” dice Cialente. "C'è una legge dello Stato che stabilisce che se le società partecipate hanno un bilancio in negativo, la prima cosa che devono fare è intervenire sul personale facendo ricorso alla mobilità e ai licenziamenti. Firenze e altri Comuni hanno fatto così. Io vorrei evitare di mandare a casa i lavoratori ma è chiaro che per salvare i posti di lavoro dovranno essere fatti dei sacrifici. Non è possibile che, su 160 dipendenti, a fare il servizio strada ci siano solo 90 persone".

Cialente esclude che si possa procedere a un'eventuale ricollocazione dei lavoratori in esubero in altre partecipate, visto che sono tutte in perdita. Così come è da rigettare, perché non eviterebbe comunque gli esuberi di personale, la soluzione proposta da Ugl e Uil, quella dell'accorpamento dell'Asm con altre società in house del Comune.

L'operazione che ha in mente il primo cittadino, mutatis mutandis, è simile a quella già fatta per l'Afm, per risanare la quale, spiega, "la soluzione che abbiamo trovato è stata quella di tenere aperte più a lungo le farmacie. Così facendo,  gli incassi sono aumentati dell'8%. Grazie a queste maggiori entrate se non altro potremo chiudere il bilancio in pareggio".

Analogamente, “per l'Asm” avvisa il sindaco “o facciamo partire i licenziamenti o proviamo a fare un'operazione più difficile e politicamente rischiosa, quella di incassare di più aumentando la produttività e l'efficienza”.

Per incassare di più, l'Asm potrebbe fornire i propri servizi di raccolta rifiuti e igiene urbana fuori dal Comune dell'Aquila. Operazione che però necessiterebbe di una modifica dello statuto aziendale, che attualmente pone dei paletti piuttosto rigidi.

Un'altra attività dalla quale potrebbero derivare nuove entrate è quella della raccolta delle macerie negli altri Comuni del Cratere. All'Aquila il trattamento pubblico ha funzionato bene, sia per quanto riguarda la riduzione dei costi sia, soprattutto, per ciò che concerne la trasparenza e la tracciabilità. L'idea sarebbe quella di replicare tale modello in altre municipalità ma anche in questo caso è necessario un via libera che però nno dovrebbe provenire dall'azienda ma dal Parlamento, attraverso una misura normativa ad hoc.

Sul fronte sindacale, c'è una spaccatura oramai insanabile tra due fronti: quello “trattativista”, composto da Cgil, Fiadel e Cisl, e quello, formato da Uil e Ugl, che invece ha abbandonato da tempo i tavoli di discussione.

Ma anche all'interno del blocco Cgil-Fiadel-Cisl le posizioni sono tutt'altro che univoche.

La Cgil, come detto, spinge apertamente per un riassetto complessivo dell'azienda, fermo restando il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e della proprietà in mano pubblica. L'ipotesi dei demansionamenti, però, non piace alla Cisl mentre la Fiadel, che rappresenta soprattutto gli amministrativi, pur non essendo contraria a priori a soluzioni che contemplino riorganizzazioni aziendali, continua a insistere sul congelamento delle ferie residue, confidando, nel frattempo, nel reperimento di altre risorse attaverso il recupero crediti e in nuovi interventi legislativi del Governo sulle pensioni (misura di cui si sta parlando in questi giorni), che potrebbero offire uno scivolo in uscita morbido ad alcuni dipendenti, compreso qualche quadro.

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