Due persone sono morte travolte da una slavina durante un'escursione sul Gran Sasso, a quota 2.400 metri sulla parte Nord del Corno Piccolo, in località Prati di Tivo, sul versante teramano.
Una delle vittime è Giuseppe Sabbatini, 51 anni, teramano , molto conosciuto nell'ambiente della montagna abruzzese per aver passato una vita in montagna tra arrampicate e sciate sul Gran Sasso e su altre vette di tutto il mondo. Era Guida Alpina, istruttore Cai, tecnico di elisoccorso, capostazione della stazione Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino) di Teramo, maestro di alpinismo, istruttore di Mountain Bike.
Con lui un altro escursionista di poco più giovane, David Remigio, 43 anni di Pescara. Anche lui affiancava alla sua professione di assicuratore quella venuta dalla sua passione per lo sport. Remigio infatti era un grande atleta, istruttore federale di windsurf, apnea e nuoto, maestro di snowboard e telemark. Con la sua "passion-school" organizzava lezioni sia nel mare che sulle montagne abruzzesi.
I due procedevano ben equipaggiati di piccozza e ramponi in conserva, cioè legati l'uno all'altro con una corda per muoversi contemporaneamente.
Dalle prime ricostruzioni, sembra che verso le 13 i due stessero scendendo dalla parete Nord del Corno Piccolo quando all'altezza del canale chiamato Camino di Mezzo una cornice di neve sopra di loro si è staccata generando una lieve slavina che però li ha trascinati dentro il canale per circa 300metri.
A dare l’allarme un gruppo di escursionisti che, dalla base della montagna, ha visto i due scivolare. Il medico del Soccorso Alpino, Gianluca Facchetti, ha raggiunto la zona in breve tempo, a bordo dell'elicottero del 118. Giunto sul posto, però, non ha potuto far altro che accertare la morte dei due, sopravvenuta per traumi importanti. I corpi sono stati trasferiti all'obitorio dell'ospedale di Teramo.
L'aquilano Marco Iovenitti, aspirante guida alpina e tecnico del soccorso nonché buon amico di Sabbatini, ci aiuta a fare un quadro delle attuali condizioni del manto nevoso: "Attualmente sul Gran Sasso non c'è molta neve, il problema potrebbe essere costituito dall'eterogeneità di questo manto nevoso, dal rialzo termico e dagli strati di neve presenti. Ma la trasformazione maggiore della neve sul Gran Sasso avviene a causa del vento, molto presente sulla nostra montagna così esposta tra i due mari. Così possono esserci punti in cui ci sono 20 centimetri di neve ed altri in cui c'è n'è molta di più. A punti in cui la neve è coesa si possono alternare lastroni sconnessi. In generale per quanto riguarda le valanghe il rischio zero non esiste. Sono scioccato per quanto accaduto il mio pensiero va alle sue due figlie".
Sabatini lascia infatti le due figlie campionesse dell'atletica teramana e la moglie, Mariella De Paulis, che lavora nel corpo Forestale dello Stato.