Venerdì, 26 Dicembre 2014 07:54

In viaggio a Capodanno, alla scoperta di alcuni tesori 'nascosti' d'Abruzzo

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La fine dell'anno evoca indubbiamente una vacanza, che si allunghi magari fino all’Epifania.

Viaggi che troppo spesso, però, non sono affatto low cost. Quindi rimettiamo i piedi - rigorosamente con le scarpe da trekking, che all’Aquila sono così glam anche in città - per terra e prendiamo questi giorni come un momento per staccare e fare scorta di energie (e calorie) perché noi invece decideremo di andar via solo qualche giorno, tra città d’arte, mercatini di Natale e cenoni fai da te a casa di amici.

Il nostro consiglio? Un Capodanno assolutamente in montagna, tra borghi, neve (che si spera arrivi quanto prima), fuochi in piazza e vin brulé.

Partenza prevista dall’Aquila sicuramente dopo il 28 dicembre in cui, indipendentemente dalla propria fede, non si può mancare al tradizionale appuntamento con il Presepe Vivente a Camarda, organizzato dall'Associazione Culturale «Il Treo». Ben imbottiti e pronti a pizze fritte e vino rosso passeggeremo lungo le vie dell'antico borgo che ospiteranno momenti di rievocazione di attività della tradizione contadina e, al termine del tragitto, la rappresentazione della Natività, di cui come sempre sarà protagonista l'ultimo nato della frazione.

E poi via. Ecco per voi alcuni luoghi nascosti della nostra regione - collegabili attraverso un ipotetico itinerario di qualche giorno - che tra pillole di storia, curiosità e amore per il territorio meritano uno sguardo e un’attenzione particolare:

- Forca Caruso: quest’area montana, di pertinenza dei comuni di Castelvecchio Subequo e Castel di Ieri in valle Subequana, rivela ad un attento osservatore una straordinaria “sorpresa archeologica”. Negli anni Ottanta infatti è stata individuata e indagata una grande necropoli fatta di tombe a tumulo - per intenderci, grandi mucchi circolari di pietre - databile tra il IX e il VI sec. a.C. pertinente all’insediamento fortificato di Colle Cipolla. Un paesaggio lunare, soprattutto in inverno, in cui passeggiando si possono riconoscere le mura perimetrali del sito, la porta d’accesso e grandi tombe di antichi guerrieri.

- Castrovalva: antico borgo fortificato che dominava l'alta valle del Sagittario e controllava uno degli accessi della Valle Peligna. E fin qui nulla di speciale, potremmo dire. Se non fosse che il borgo conta circa 20 abitanti che, da veri eroi, nell’estate 2013 hanno girato un divertentissimo video promozionale sulle note di "Hot stuff" di Donna Summer. Questo sperone roccioso dal panorama mozzafiato merita sicuramente una piccola sosta, neve permettendo!

- Bosco di Sant’Antonio: situato sulla strada che collega Pescocostanzo e Cansano questo bosco è un vero monumento sia per la bellezza degli alberi secolari che per le numerose testimonianze storiche custodite. Faggio, Acero, Pero selvatico, Tasso, Cerro e Ciliegio sono i grandi signori del bosco. Tra la flora padroneggia la rarissima Epipactis purpurata, una delle orchidee selvatiche più rare d'Italia conosciuta solo qui ed in Emilia Romagna. Potrete abbracciare un albero anche in dieci in questa splendida riserva di 550 ettari compresa nel Parco nazionale della Majella.

- Frattura Vecchia: il posto deve il nome alla frattura generatasi in epoca preistorica dal Monte Genzana che sbarrò il fiume Sagittario formando così il lago di Scanno. Il 13 gennaio 1915 il terremoto della Marsica causò gravi danni a Frattura Vecchia: i residenti erano circa 350 persone, ben 162 furono le vittime per lo più donne e bambini, dato che gli uomini erano emigrati in Puglia e negli Stati Uniti. Il centro venne ricostruito negli anni Trenta su un altro sperone del Monte Rava, leggermente più vicino al centro di Scanno. Dell'antico abitato restano oggi solo i ruderi, anche se alcune case sono state ristrutturate a uso turistico. A Frattura Nuova in inverno risiedono, e resistono, 19 abitanti.

- Tre cipressi e lapide di Umberto Postiglione: a questo giovane anarchico abruzzese (Raiano, 25 aprile 1893 - San Demetrio ne' Vestini, 28 marzo 1924) sono dedicate la piazza e la scuola elementare di Raiano. E non solo. Nel primo anniversario della morte venne posta a Raiano, nel luogo panoramico della montagna sovrastante le straordinarie gole di San Venanzio, dove Umberto Postiglione era solito recarsi, una lapide commemorativa in cui si legge « All’ombra dei tre cipressi / che egli volle / in quest’ermo luogo / fiorito di rose / il popolo di Raiano / richiama / dai silenzi della morte / lo spirito di / Umberto Postiglione / perché / assertore del dovere / vigile e presente sempre / lo conforti ad amare / gl’ideali della vita / da lui perseguiti / per una umanità migliore ».

- Sacrario della Brigata Maiella: gli appassionati di storia ne avranno a dir poco sentito parlare. Brigata Maiella è il nome con cui è conosciuta la formazione partigiana abruzzese Gruppo Patrioti della Maiella, unica ad essere decorata di Medaglia d'Oro al Valore Militare alla bandiera nella storia della Resistenza italiana. Su uno sperone roccioso proteso come un balcone sul paese di Taranta Peligna si erge la cappelletta dedicata ai 55 caduti della formazione. Un luogo “sacro” in cui fare una sosta di riflessione, che ogni tanto serve, sulla propria storia e i propri eroi.

Al rientro da questo piccolo viaggio tra luoghi insoliti, non senza adeguate e ben cadenzate soste in trattorie per rifocillarci dal freddo e dalla stanchezza con squisiti piatti locali, sono certa che avremo scoperto qualcosa in più sulla natura, la cultura e la storia della nostra piccola grande - e sconosciuta anche a noi - terra d’Abruzzo.

 

Ultima modifica il Venerdì, 26 Dicembre 2014 11:39

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