La nevicata di fine anno che ha interessato L'Aquila è stata di lieve entità ma caratterizzata da temperature polari con -13° in città,  la più fredda d'Italia, nella notte di capodanno.

I veri disagi che ci sono stati - e che si spera vengano attenuati dal sole uscito il primo gennaio - hanno riguardato quasi esclusivamente la popolazione che vive in alcuni quartieri dei Progetti Case, i complessi antisismici che dopo il terremoto del 6 aprile 2009 ospitano migliaia di sfollati.

Infatti nonostante la loro popolosità (uno dei criteri che individuano le priorità del Piano Neve comunale), quartieri come ad esempio quello di Paganica 2 sono stati insufficientemente serviti dagli spazzaneve, meno ed in ritardo rispetto ad altri ugualmente popolati.

Questo lascia la sgradevole sensazione che nel capoluogo abruzzese ci siano cittadini di serie A e altri di serie B costretti a vivere in quartieri-ghetto che più passa il tempo più assomigliano a favelas (ma di montagna...).

La NewTown di Assergi, a questi mille metri di altezza, è rimasta praticamente quasi isolata per gran parte del giorno, in quanto l'intervento degli spazzaneve è stato insufficiente per liberare - per gran parte del tempo - la strada di collegamento tra la statale ed il quartiere, lunga circa un km ed in dislivello anch'essa.
Non serve ricordare che questo significa che in casi di emergenza (un malore ad esempio), una situazione del genere non lascerebbe scampo e questo nonostante la neve non sia poi così abbondante.

Non secondario è l'aspetto che sempre da quest'ultima non abbondante nevicata, una volta di più, è emerso che il modo in cui le new town sono state costruite non è assolutamente adatto - e quindi non sicuro - per una città di montagna. Non a caso sono in corso decine di segnalazioni di caldaie - posizionate rigorosamente all'esterno degli edifici - che hanno smesso di funzionare a causa del gelo lasciando gli appartamenti con le famiglie al freddo (in foto una caldaia a Coppito 3). Ora in molti minacciano querele e dopo questa situazione per il Comune sarà ancor più difficile riscuotere pacificamente i controversi canoni di compartecipazione.

Al momento problemi agli impianti di riscaldamento venngono segnalati a Coppito3, Paganica2, Pagliare di Sassa, Sant'Antonio, Roio Poggio.

Oltre le caldaie, per il gelo si bloccano le ascensori (posizionate all'esterno con intorno leggere strutture di metallo). Sempre nel Progetto Case di Assergi (900 metri slm) ad esempio, le scale che portano dal ballatoio del piano terra a quello di sopra sono esterne ed in marmo, come si vivesse in una città di mare e il gelo non le rendesse l'ideale per scivolare. Per non parlare dei garage posizionati sotto "le piastre": essendo anch'essi scoperti dai lati, lasciano entrare la neve che rende scivolosissimo il materiale di cui è fatto il pavimento e su cui dovrebbero muoversi pedoni ed automobili.

C'è una sottile retorica che sta percorrendo la rete in queste ore (diffusa da chi evidentemente ne ha interesse o semplicemente non vive nei Progetti casev interessati), per la quale ci sarebbe poco da recriminare perché "all'Aquila nevica e meglio di così non si può fare".

"Non si può fare" perché non ci sono le risorse per servire un territorio divenuto, per scelta, così esteso dopo il sisma. Ma il Comune ha acquisito tutti gli appartamenti del Progetto Case e ha in carico anche la loro manutenzione (ancora affidata in via straordinaria a Manutencoop).
Dato che nevica ogni anno, le risorse allora vanno trovate affinché tutti i cittadini godano dei medesimi servizi, un principio troppo importante - costituente della città - che non può essere taciuto.

Questa è una priorità, e il denaro pubblico andrebbe utilizzato prima per questo che per altri progetti - finanziati - ma di minore importanza sociale.

(Sotto una foto inviata da una lettrice che mostra le perdite d'acqua congelate sotto una piastra del Progetto Case di Coppito 2)