"Sto aspettando che il socio di maggioranza, che detiene oramai quasi il 90% delle quote, presenti tutta la documentazione richiesta ad Invitalia, per il via libera al finanziamento".
Risponde così Francesco Baldarelli all'assemblea convocata stamane da Fim-Fiom e Uilm sul mancato insediamento di Accord Phoenix. Baldarelli, lunghi trascorsi in politica prima nel Pds e poi nei Democratici di Sinistra fino all'elezione al Parlamento Europeo nel 1994, detiene il 9.5% delle quote societarie. Si occupa dell'approvviggionamento del materiale che Accord Phoenix dovrebbe riciclare, i rifiuti elettronici, RAE ad essere più precisi, e delle relazioni istituzionali e sociali.
"Ho svolto il mio lavoro", sottolinea a NewsTown. "Dell'approvviggionamento finanziario, si è sempre occupato il socio di maggioranza, Shankar Ravi Santeshivara Bhyrappa, attraverso una società specializzata. Non resta che attendere la conclusione delle procedure con Invitalia. Spero sia questione di giorni".
Baldarelli nega ci siano problemi sulle garanzie bancarie attestanti la solidità dell'investimento da 35milioni, con un finanziamento di 11milioni che arriverebbe dal 5% dei fondi destinati alla ricostruzione, anche se la lettera inviata dal socio di maggioranza al sindacalista Gino Mattuccilli della Fim-Cisl lascerebbe intendere altro. "Come socio, ho sempre avuto contezza di tre grandi fondi internazionali pronti a finanziare il progetto, tra gli altri Deutsche Bank. Non ho motivi di dubitarne". Sul paventato ingresso del colosso finanziario tedesco nel pacchetto societario di Accord Phoenix, però, non si sbilancia. "La voce è reale ma non posso parlare di questioni che sta seguendo personalmente il socio di maggioranza".
Al contrario, l'impasse sarebbe dovuta al difficile passaggio di quote tra il socio di maggioranza e Ademo Luigi Pezzoni, commercialista milanese finito nella bufera per la tentata scalata ad Alitalia, oramai nel 2010, che detiene un terzo di Accord Phoenix attraverso la Al One Ltd. L'uscita di scena di Pezzoni era stata data per certa in dicembre, con l'ingresso di Deutsche Bank. "Ci sono stati dei problemi", riconosce Baldarelli. "A quanto ne so, l'accordo potrebbe essere stato firmato stamane".
Chissà. La certezza è che Baldarelli non nasconde una certa preoccupazione. "Ho speso tre anni di lavoro in questo progetto. Mi sono fidato del socio londinese e non ho mancato di sottolineare che i tempi stanno scadendo. Sono abbastanza dispiaciuto per questi ritardi: il progetto è serio e credibile, se non ci sono i soldi però non si possono fare le nozze con i fichi secchi".
Intanto, NewsTown ha avuto modo di sfogliare un documento del Ministero dello Sviluppo Economico relativo proprio agli esiti conseguiti nell'ambito degli interventi volti al sostegno delle attività produttive e della ricerca. Il documento è datato 29 dicembre 2014. E nel paragrafo dedicato ai contratti di sviluppo - al 30 giugno 2014, sono state presentate 5 domande di finanziamento: 2 sono state ammesse alle agevolazioni (Sanofi Aventis e Dompé), 2 sono risultate non ammissibili e la domanda di Accord Phoenix è ancora in istruttoria - si legge: "... il progetto proposto da Accord Phoenix è stato oggetto di più aggiornamenti da parte dell'impresa proponente. L'ultima versione trasmessa risale a maggio 2014 e prevede investimenti per circa 36milioni di euro (non sono previste spese per Ricerca e Sviluppo) e circa 60 addetti. La proponente ha preannunciato tuttavia un nuovo ulteriore aggiornamento, di cui si è tuttora in attesa".
Di quale aggiornamenti si tratta? Come mai non è ancora stata presentata l'ultima versione del progetto?