Accord Phoenix, forse ci siamo.
Annunci se ne sono sentiti molti, in questi mesi. Stavolta, però, l'insediamento della società che dovrebbe occuparsi del riciclo dei RAEE, rifiuti elettronici, sembra davvero imminente.
E' stato convocato per lunedì 19 gennaio il tavolo in Prefettura sollecitato dai sindacati che - qualche giorno fa - hanno indetto un'assemblea con i lavoratori dell'ex polo elettronico per chiedere chiarezza e trasparenza.
All'incontro parteciperà anche Shankar Ravi Santeshivara Bhyrappa, l'imprenditore inglese di origini indiane che è socio di maggioranza di Accord Phoenix. E dovrebbe portare con sé buone notizie. Raggiunto al telefono da NewsTown, Francesco Baldarelli - socio di minoranza, detiene il 9.5% delle quote, si occupa dell'approvviggionamento del materiale da riciclare e delle relazioni istituzionali e sociali - non conferma ma neppure smentisce.
"Il socio di maggioranza ha presentato tutta la documentazione richiesta ad Invitalia che sta processando la pratica per il via libera al finanziamento. A quanto ne so, sta andando tutto per il meglio. Fino a quando non ci saranno le firme sui documenti, però, non posso aggiungere altro".
Baldarelli, già nei giorni scorsi, aveva negato i problemi che parevano insorti al momento di assicurare a Invitalia le garanzie bancarie attestanti la solidità dell'investimento da 36milioni di euro, così da sbloccare il finanziamento di 11milioni che arriverebbe dal 5% dei fondi per la ricostruzione destinati alle attività produttive.
"Come socio - aveva spiegato a NewsTown - ho sempre avuto contezza di tre grandi fondi internazionali pronti a finanziare il progetto, tra gli altri Deutsche Bank". Sul paventato ingresso del colosso finanziario tedesco nel pacchetto societario di Accord Phoenix, però, non si era sbilanciato. "La voce è reale ma non posso parlare di questioni che sta seguendo personalmente il socio di maggioranza".
L'impasse - stando al socio di minoranza, politico di lungo corso, prima nel Pds e poi nei Democratici di Sinistra fino all'elezione al Parlamento Europeo nel 1994 - era dovuta al difficile passaggio di quote tra il socio di maggioranza e Ademo Luigi Pezzoni, commercialista milanese finito nel 2010 al centro delle indagini sulla tentata scalata ad Alitalia, che deteneva un terzo di Accord Phoenix attraverso la Al One Ltd. Evidentemente, il problema è stato risolto.
Almeno, questo si è lasciato intendere in queste ore. Cauto ottimismo, dunque.
Restano tutti i dubbi sollevati che - si spera - Ravi Shankar saprà fugare lunedì, innanzi al Prefetto e ai rappresentanti sindacali. Innanzitutto, sulla compagine societaria: come dimostrato da NewsTown, infatti, due terzi della società sono nascosti in un trust a Cipro. Inoltre, non è chiaro se e come Deutsche Bank sia entrata nella compagine societaria, e se Ademo Luigi Pezzoni abbia davvero ceduto le sue quote. Più nello specifico, nel merito del progetto, non sono state fornite spiegazioni sulla provenienza dei materiali che verrebbero reclicati e a chi verrà venduto il prodotto realizzato a seguito della lavorazione.
C'è poi il documento del Ministero dello Sviluppo Economico relativo proprio agli esiti conseguiti nell'ambito degli interventi volti al sostegno delle attività produttive e della ricerca. Il documento è datato 29 dicembre 2014. E nel paragrafo dedicato ai contratti di sviluppo - al 30 giugno 2014, erano state presentate 5 domande di finanziamento: 2 sono state ammesse alle agevolazioni (Sanofi Aventis e Dompé), 2 sono risultate non ammissibili e la domanda di Accord Phoenix è ancora in istruttoria - si leggeva: "... il progetto proposto da Accord Phoenix è stato oggetto di più aggiornamenti da parte dell'impresa proponente. L'ultima versione trasmessa risale a maggio 2014 e prevede investimenti per circa 36milioni di euro (non sono previste spese per Ricerca e Sviluppo) e circa 60 addetti. La proponente ha preannunciato tuttavia un nuovo ulteriore aggiornamento, di cui si è tuttora in attesa".
Di quali aggiornamenti si tratta? NewsTown ha raggiunto anche Giovanni Lolli, vice presidente della Giunta regionale con delega, tra le altre, alle attività produttive e alle crisi industriali. "Ci sono stati già troppi annunci", ha inteso sottolineare. "Aspettiamo le carte: fino a quando non abbiamo le carte da Invitalia, raccomando a tutti la massima prudenza. Fa bene Invitalia a seguire la questione con la massima serietà, dovendo assicurare un finanziamento da 11milioni di euro, di fondi pubblici. Posso sollecitare facciano in fretta, nulla di più: è giusto vengano esperite tutte le verifiche del caso".
Lunedì ne sapremo di più.