La crisi del credito ha un nuovo epicentro fra Abruzzo, Marche e Molise.
Secondo i dati dell'Ufficio Credito della direzione generale Confesercenti, guidato da Gianni Guido Triolo, infatti, è proprio nelle regioni del Medio Adriatico che si va verificando la peggiore performance dei finanziamenti alle imprese.
Sofferenze delle imprese: +37,2% al 30 settembre 2014 rispetto all'anno precedente. Il dato più preoccupante è la dinamica tendenziale annua delle sofferenze lorde: rispetto all'anno precedente, al settembre 2014 - ultimo dato ufficiale disponibile - la media nazionale inizia a manifestare una decelerazione, attestandosi a +26,2 per cento, mentre l'Abruzzo conosce il suo record, segnando +37,2 per cento. Se questo è il dato generale delle imprese, particolarmente critica è la situazione per le famiglie produttrici, ovvero le aziende che occupano fino a 5 dipendenti, dove in media le sofferenze sono cresciute del 14,9 per cento mentre l'Abruzzo viaggia a +33,2 per cento, e così per le imprese fino a 20 dipendenti, +32,1 per cento contro la media nazionale di +21 per cento. Su questo fronte pesa tuttavia anche la situazione delle grandi aziende, segmento che ha visto un incremento di sofferenze pari al 38,6 per cento contro una media nazionale di +28,6.
Le Marche, regione per molti versi paragonata con l'Abruzzo, segna un dato pesante sulle grandi aziende (+40,8 per cento) ma meno grave per le famiglie produttrici (+16,5) e per le aziende con meno di 20 addetti (+26,3).
In Abruzzo - sempre secondo l'Ufficio Credito della direzione generale Confesercenti - aumenta il rischio default delle aziende nel terzo trimestre del 2014. Completa il quadro negativo per l'Abruzzo il Tasso di decadimento annualizzato, l'indicatore che approssima per difetto la probabilità media di insolvenza. Nel terzo trimestre del 2014, le imprese italiane si attestano in media al 4,13 per cento, in calo di 0,33 punti rispetto al quarto trimestre del 2013, mentre l'Abruzzo conosce una dinamica opposta: il tasso di decadimento annualizzato sale all'8,73 per cento, cresciuto di quasi 2 punti percentuali, con una situazione preoccupante per le famiglie produttrici, che salgono al 7,85 per cento crescendo di 3,34 punti percentuali. Il 35,7 per cento dei finanziamenti a rischio inesigibilità.
A conti fatti, dunque, al 30 settembre 2014 il 35,7 per cento dei finanziamenti alle imprese abruzzesi risulta di dubbia esigibilità, in crescita di 4,2 punti in soli 9 mesi, dati che congelano ulteriormente la tendenza delle banche a concedere nuovi finanziamenti: la contrazione dei prestiti vivi (ossia dei prestiti totali al netto delle sofferenze) e' stata in Abruzzo del 5,8 per cento per il totale delle imprese, con punte di -8,1 fra le microimprese fino a 5 addetti e di -7,6 fra le aziende da 6 a 19 dipendenti, mentre restano quasi in linea con la media nazionale le dinamiche delle grandi aziende (-5,0 e -4,4 per cento rispettivamente).
Grandi aziende pigliatutto, in drastico calo i prestiti alle piccole. Più del 74 per cento dei finanziamenti concessi dalle banche - rileva l'Osservatorio - vengono assorbiti dalle grandi aziende, che segnano nel periodo preso in considerazione un incremento del credito erogato pari a +2,9 punti, il dato più alto d'Italia, mentre il credit crunch continua per le piccole imprese: -1,5 per cento per le famiglie produttrici, -1,4 per le piccole imprese.
"Urge terapia shock per l'Abruzzo". Per la Confesercenti abruzzese dunque non c'è spazio per ulteriore attesa: "Ci auguriamo - affermano il presidente Daniele Erasmi ed il direttore Enzo Giammarino - che questi dati, per la loro drammaticità, facciano comprendere alle istituzioni che siamo di fronte alla vera grande emergenza di questo territorio, perché la pentola è sotto pressione e sta per esplodere. C'e' bisogno di una netta inversione di tendenza, che ricostruisca un rapporto di partnership nella filiera del credito fra Fondo centrale di garanzia, Regione, banche e sistema dei confidi, che dia la possibilita' alle imprese di beneficiare realmente dell'abbattimento del tasso di interesse e fornisca alle aziende i mezzi finanziari di cui hanno bisogno, rafforzando i nostri confidi, le garanzie fideiussorie per entrare nei parametri di bancabilità".
"La crisi del credito sta infierendo sull'Abruzzo che non a caso è il territorio privo di un riferimento bancario locale, e dove alcuni fra i maggiori istituti sono stati colpiti da provvedimenti di Banca d'Italia - spiega il presidente del confidi Coopcredito Confesercenti Beniamino Orfanelli - e questo indica che le imprese hanno perso punti di riferimento e di appoggio nelle banche abruzzesi. I numeri per molti versi simili che emergono da Marche e Molise indicano proprio in questa fascia adriatica il nuovo epicentro della crisi".
"Non ci sono strade diverse - sottolinea il direttore del confidi Patrizio Lapenna - da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta, anche attraverso il contratto di rete fra confidi. Ora spetta al mondo bancario e soprattutto alla Regione far fronte a questa vera emergenza sociale ed economica, attivando ogni canale, fino ai fondi comunitari del programma Cosme ed all'attivazione di un Fondo regionale di garanzia che, attraverso i confidi, aiuti le imprese ed eviti il default del sistema economico abruzzese".