"Pirozzolo si faccia da parte, entri al più presto il nuovo titolare dell'Ufficio speciale della ricostruzione per farsi carico di questa situazione di stallo, arrivata a una fase assurda e ingiustificabile".
Parole nette, quelle pronunciate dal segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil Rita Innocenzi, presente alla protesta messa in atto dai lavoratori di Abruzzo Engineering presso gli uffici del settore Ricostruzione privata del Comune dell'Aquila, in via Avezzano.
I dipendenti di AE, attualmente in cassa integrazione e senza stipendio da mesi - per via del mancato rinnovo della convenzione con cui 110 di loro erano stati destinati al Comune e al Genio Civile per fornire un supporto esterno allo smaltimento delle pratiche e alle altre attività ordinarie - hanno "occupato" simbolicamente, per qualche ora, il piano terra dove si trova il front office.
Da quando è scaduta la convenzione (fine dicembre 2014), molti uffici comunali e il Genio Civile sono, di fatto, fermi, impossibilitati a operare perché a corto o totalmente privi di organico.
Il mancato rinnovo è una delle conseguenze del vuoto che si è aperto nella governance da quando è andato via Paolo Aielli.
L'attuale reggente ad interim dell'Usra, il segretario generale del Comune, Carlo Pirozzolo, sostiene, adducendo motivi legali e burocratici, di non poter firmare una proroga dell'accordo, per la quale, peraltro, non sono stati ancora sbloccati i fondi tramite delibera Cipe.
Una palude da cui, secondo il sindacato, non si esce con soluzioni tampone, come il mini rinnovo proposto qualche giorno fa dallo stesso Pirozzolo (riassorbimento di 25 lavoratori per 30 giorni, in attesa dell'insediamento del nuovo titolare Usra con potere di firma per rinnovare la convenzione): "Una convenzione del genere non ha senso, è un palliativo, una soluzione pasticciata" ha dichiarato Rita Innocenzi. "Pirozzolo non vuole firmare per timore di possibili danni erariali che potrebbero essergli contestati dalla Corte dei Conti ma questa situazione ne sta producendo altri e di ben più gravi. Di fatto in questo momento c'è un'interruzione di pubblico servizio che sta penalizzando non solo i lavoratori ma in primis i cittadini e le imprese, con queste ultime che non stanno ricevendo i pagamenti dei Sal, con tutto quello che ne consegue".
Quello posto dal sindacato è anche un problema di prospettiva: Abruzzo Engineering, infatti, è "posseduto", al 60%, dalla Regione, che però, in questa fase, è afona e soprattutto non sembra si stia preoccupando molto di come rilanciare l'azienda una volta che l'emergenza sarà finita e con essa anche il distaccamento dei lavoratori presso Comune e Gennio Civile: "Prima o poi questi uffici si dovranno affrancare dal supporto esterno di una società come Abruzzo Engineering ma per farlo dovranno avere un'organizzazione del lavoro e un organico tale da non interrompere il processo di ricostruzione. La prossima volta andremo a protestare alla Regione, D'Alfonso deve intervenire e parlare con il Governo centrale. Nei confronti di AE la Regione ha una doppia responsabilità: di attore istituzionale coinvolto nella ricostruzione e di socio di maggioranza dell'azienda. In questo momento, la Regione sta pensando al rilancio della società senza però che nel piano insudustriale sia stato inserito il supporto che AE sta dando alla ricostruzione. Così rischia di saltare tutto".
Per tutta la giornata, sindacato e lavoratori hanno chiesto invano di poter parlare con la nuova dirigente comunale del settore ricostruzione, l'architetto Enrica De Paulis: "Non ha avuto nemmeno delicatezza di spostarsi da via Ulisse Nurzia per raggiungerci" ha affermato sempre Rita Innocenzi. "Siamo riusciti a parlare solo con l'assessore Di Stefano, il quale si è assunto l'impegno di scrivere una lettera a Cialente e alla Regione per chiedere che venga convocato al più presto un tavolo per iniziare a discutere su una soluzione che, con le risorse previste dalla legge di Stabilità e strumenti diversi da quelli messi in in campo finora, possa trovare sbocchi durevoli a Abruzzo Engineering".
La vicenda
I dipendenti sono a casa dal 23 dicembre scorso per il mancato rinnovo della convenzione stipulata dall'allora titolare dell'Usra, Paolo Aielli, con il Comune e la Provincia dell'Aquila. Una situazione insopportabile per i lavoratori, infuriati e stancati da mesi di promesse, e assai problematica per il funzionamento della macchina amministrativa.Infatti, 111 lavoratori e lavoratrici di AE - proprio grazie alla convenzione scaduta a dicembre - erano di supporto alle pratiche per la ricostruzione e alle attività ordinarie del Comune dell'Aquila e del genio civile, in capo alla Provincia. Ora, la stragrande maggioranza dei dipendenti è in cassa integrazione.
La questione è dirimente per il prosieguo della ricostruzione, e per il funzionamento della struttura comunale e provinciale. I lavoratori, infatti, si occupavano di attività ordinarie e straordinarie che in questi mesi sono state fondamentali. Per quanto riguarda la provincia, l'ufficio interessato - come detto - è quello del genio civile, che investe dunque anche le pratiche di ricostruzione per i borghi del cratere. Mentre, per ciò che concerne il Comune dell'Aquila, le mansioni riguardano supporto nella verifica dei progetti di ricostruzione, acquisizione della documentazione per specifici rimborsi (come i traslochi), esiti e agibilità delle abitazioni danneggiate dal sisma, conservatoria e archivio delle pratiche, liquidazioni, protocolli, progettazione dei lavori pubblici, adempimenti sulle norme di sicurezza e sull'energia.
In alcuni di questi uffici la presenza dei lavoratori di AE era addirittura esclusiva, nella maggior parte invece di supporto amministrativo all'organico comunale.
Ma perché non è stata ancora rinnovata la convenzione stipulata dall'Ufficio speciale con Comune dell'Aquila e Provincia? Perché non c'è nessuno che assuma la responsabilità della firma.
Il titolare ad interim dell'Usra avrebbe dovuto siglare la proroga dei contratti almeno per alcuni dei lavoratori. Un provvedimento tampone, in attesa che venissero sbloccati - con delibere Cipe - i fondi appositamente impegnati in Legge di stabilità. C'è stato però un improvviso rallentamento, imputabile - a quanto si apprende - alla decisione di Pirozzolo di lasciare l'incombenza al futuro titolare dell'ufficio. Infatti, il segretario comunale non ha potere di firma se non per richieste di personale assolutamente necessarie ad evitare un danno erariale. Senza precise garanzie dal Governo, dunque, Pirozzolo non intende assumere su di sé la responsabilità dei rinnovi contrattuali.