Giovedì, 19 Febbraio 2015 18:56

Consiglio comunale, la protesta dei subappaltatori: "Così non andiamo avanti"

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Incertezza dei pagamenti dovuta ai tempi biblici con cui vengono esaminate le pratiche; sofferenze imputabili a utili di impresa miseri; debolezza nei confronti del potere ricattatorio delle grandi ditte.

E' solo una lista abbreviata dei tanti problemi che stanno portando al collasso centinaia di piccole e medie imprese subappaltatrici impegnate nella ricostruzione.

Una delegazione di rappresentanti di questo settore, troppo spesso ignorato nei dibattiti e nelle discussioni che ruotano intorno alla ricostruzione, ha preso parte al consiglio comunale per portare all'attenzione dell'assemblea le storture e le disfunzioni che stanno strozzando decine di artigiani e imprenditori.

"La nostra protesta va avanti da tempo" dice ai nostri microfoni Nino Bruno, portavoce dei subappaltatori aquilani e presidente di una cooperativa che tenta di tutelarne i diritti. "Siamo circa 120. Uno dei problemi più grandi che abbiamo è che non esistono certezze nei pagamenti. E questo accade perché molte delle norme che regolano la ricostruzione sono sbagliate".

Secondo Bruno, i subappaltatori sono schiacciati dallo strapotere delle ditte appaltatrici, in grado di imporre veri e propri "contratti" capestro e di ritagliarsi utili spropositati: "Poniamo il caso che una ditta che ha preso dei lavori debba fare un impianto idraulico da 10mila euro. Spesso accade che si rivolga a uno di noi dicendo: 'O me lo fai per 4 mila euro oppure mi rivolgo a qualcun'altro disposto a farlo per quella cifra'".

Un altro evidente squilibrio risiede nel sistema delle autocertificazioni: "Non è possibile" spiega ancora Bruno "che alle ditte appaltatrici basti una semplice autocertificazione per sbloccare i Sal e che non ci sia un vero controllo sui pagamenti realmente effettuati nei confronti dei subappaltatori. Spesso molte ditte appaltarici autocertificano di averci pagato ma in realtà non l'hanno fatto".

A tal proposito, Bruno parla anche di "ritorsioni" subite da alcuni subappaltatori, rei di aver osato rivendicare i propri diritti nei confronti dei committenti.

Un'altra delle disfunzioni che sta mettendo in ginocchio le piccole e medie imprese subappaltatrici sono i ritardi dei pagamenti dovuti alla lentezza con la quale si esaminano pratiche e progetti: "In questo momento al Comune le pratiche sono ferme a dicembre perché agli impiegati che è scaduto il contratto. Questi ritardi si ripercuotono anche su di noi perché se le ditte appaltatrici non vengono pagate non veniamo pagati neanche noi. Ma per una piccola impresa, prendere o no un Sal da 20mila euro fa la differenza tra la vita e la morte".

Il Consiglio comunale - riunito nel pomeriggio - ha approvato una mozione, presentata dal consigliere Raffaele Daniele (Udc) e sottoscritta anche da altri consiglieri, relativa proprio ai "Pagamenti di Sal e subappaltatori". Il documento, alla luce delle difficoltà lamentate dalle imprese, impegna il sindaco e la giunta a proporre, in sede di stesura della legge sulla Ricostruzione, un emendamento che preveda l'obbligo, per le ditte di presentare fatture quietanzate, in luogo delle autocertificazioni attestanti gli avvenuti pagamenti di fornitori e subappaltatori, ai fini della corresponsione dei Sal (Stati di avanzamento lavori).

 

Ultima modifica il Giovedì, 19 Febbraio 2015 19:38

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