Il futuro del Centro Turistico Gran Sasso è sempre più oscuro. Nelle settimane scorse, con una pesantissima relazione, i revisori contabili avevano di fatto certificato il fallimento della partecipata, alla vigilia della presentazione del bilancio e dell’ennesimo piano industriale. I debiti ammontano a 7 milioni e mezzo di euro, da tempo si parla di privatizzazione e sono state duramente contestate alcune procedure di spesa dell’ultima gestione.
La situazione di liquidità non è mai stata così seria. Una vera e propria bomba che sta per esplodere nelle mani del sindaco Massimo Cialente: come raccontato dalle telecamere de L’Editoriale, è stato convocato il 24 maggio un incontro d’urgenza negli uffici del Comune a cui hanno partecipato il direttore Angelo De Angelis, pronto alle dimissioni, il presidente Umberto Beomonte Zobel, Mario Di Gregorio e Nunzio Buzzi, membri del Cda del Centro Turistico.
All’uscita, nessuno ha voluto commentare una situazione definita comunque “alquanto delicata”. Ad oggi, non ci sarebbero le condizioni economiche per preparare la nuova stagione invernale.
Il sindaco Massimo Cialente aveva annunciato un incontro con Invitalia, lunedi scorso a Roma dopo la riunione con Enrico Letta sui temi della ricostruzione: non si sa come sia andata, non è ancora chiaro se l’"Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo" acquisterà parte del pacchetto azionario del Centro turistico, come si vocifera da tempo.
Si naviga a vista, insomma. Sul tavolo ci sarebbero anche le dimissioni di Zobel e, intanto, Di Gregorio è stato nominato con gli stessi incarichi nel Cda della Gran Sasso Acqua Spa di cui Buzzi è componente del collegio sindacale.
Restano sospesi i ventotto lavoratori del Ctgs: alcuni di loro, stamane, hanno deciso di bloccare la manutenzione degli impianti. “Abbiamo deciso di non lavorare finché non ci pagheranno gli stipendi”, ha raccontato uno di loro a NewsTown. “Non abbiamo ancora ricevuto lo stipendio di maggio e nei mesi scorsi i pagamenti sono arrivati sempre in ritardo. La nostra è una attività delicata: non intendiamo salire sulle funi senza avere alcuna certezza per il futuro. Il nostro morale è a terra”.
Difficile dar loro torto: “la giustificazione è sempre la stessa: non c’è liquidità. Il problema è che non ci sono neanche certezze per il futuro. Abbiamo parlato con il Presidente e con il Direttore e non hanno saputo darci alcuna assicurazione sulla prossima stagione. Siamo totalmente all’oscuro di quanto accadrà al Centro turistico”.
Le alternative i lavoratori le avrebbero anche individuate: “basterebbe trasferire il personale della funivia all’Ama, visto che si tratta comunque di una forma di mobilità pubblica, e ricollocare il personale degli impianti ad un’altra municipalizzata. Non siamo molti, basterebbe un piccolo sforzo. Il sindaco Cialente, però, è sordo alle nostre richieste. E’ per questo che abbiamo deciso di scioperare: i sindacati sono stati avvertiti, andremo avanti finché non verranno pagati gli stipendi e non ci saranno notizie certe sul futuro del Centro turistico”.
La situazione, insomma, è drammatica. E’ a rischio la prossima stagione sciistica e, più in generale, il futuro sviluppo della nostra montagna che potrebbe finire nelle mani di speculatori già pronti a sfruttare le bellezze del nostro territorio. E intanto, l’assessore al turismo Lelio De Santis domattina terrà una conferenza stampa per presentare il Primo Forum delle Città Celestiniane. Una iniziativa senza dubbio lodevole, le priorità però dovrebbero essere altre.