Bufera in Consiglio comunale.
L'assise infatti ha approvato, all'unanimità, la proposta deliberativa con la quale conferma, per il 2014, l'applicazione dei canoni di compartecipazione, per gli assegnatari di alloggi Case e Map, previsti dal regolamento approvato dallo stesso Consiglio comunale nel 2011.
Avete capito bene. "E' stata presentata una delibera che stabilisce i canoni che i cittadini devono pagare dal 1 gennaio 2014. Ed è stata presentata oggi, 19 marzo 2015", ha sottolineato a NewsTown il consigliere di Appello per L'Aquila che vogliamo, Ettore Di Cesare, che ha sollevato la questione innanzi all'assise.
Un vero e proprio 'orrore' amministrativo. Con effetti nient'affatto banali. "Innanzitutto - spiega Di Cesare - nel bilancio di previsione 2014 erano previste entrate relative a questi pagamenti. Non avendo però un atto che spiega la natura dell'entrata, non si capisce come siano state inserite. Dunque, il bilancio è quantomeno illegittimo: sia l'ufficio bilancio che ha dato parere finanziario positivo che i revisori dei conti qualcosa, evidentemente, dovranno dire".
Non solo. "Il Comune dell'Aquila ha fatto pagare il canone di compartecipazione ai cittadini assegnatari senza avere istruito una delibera che stabilisse quanto dovevano versare. Non si capisce in base a quale atto l'amministrazione abbia chiesto i soldi ai cittadini. E' l'ennesima riprova che l'amministrazione, per loro stessa ammissione, oggi l'hanno ammesso pubblicamente, sta combinando un disastro nella gestione del progetto Case. Un atto che andava istruito entro il 31/12/2013 viene presentato un anno e mezzo dopo. E' un fatto gravissimo".
In altre parole, il Comune ha dimenticato di approvare la delibera che stabiliva il pagamento del canone di compartecipazione per il 2014. Oltre la metà di marzo 2015, ha messo una pezza. "Ora, sarà complicato andare a chiedere i soldi dovuti al 20% degli assegnatari morosi per l'anno passato. Inoltre, non si può escludere che i cittadini in regola con i pagamenti presentino ricorso: potrebbero vincerlo e, così, l'amministrazione sarebbe chiamata a risarcire le somme versate dagli assegnatari nel 2014. Somme che non erano state determinate da nessun atto".
Non c'è da stare affatto tranquilli. "Sinceramente - conclude Di Cesare - è l'atto più incredibile che abbia visto da quando faccio il consigliere comunale. Parliamo di un atto firmato nel 2015 che ha effetti sul bilancio preventivo del 2014: è fuori dal mondo, l'hanno ammesso loro stessi. Non sapevano come giustificare questa incapacità amministrativa".
Il Consiglio comunale ha dato il via libera anche al Regolamento che disciplina l'applicazione di canoni per le spese di gestione e manutenzione, assimilabili a "spese condominiali", che dovranno essere corrisposti da tutti gli assegnatari e pari a 60 centesimi al metro quadro di superficie dell'alloggio. Anche su questo punto, non sono mancate le polemiche. Infatti, il consigliere Di Cesare ha chiesto che la delibera entrasse in vigore dopo aver correttamente avvertito tutti i cittadini assegnatari e prima di rinnovare i contratti di locazione già firmati. "Come si possono cambiare le condizioni di un contratto già firmato?", si è domandato il consigliere di Appello per L'Aquila che vogliamo. Proposta respinta.
Per gli assegnatari è previsto, inoltre, un canone di locazione che dovrà essere corrisposto da tutti coloro che, alla data del sisma, occupavano un'abitazione, risultata danneggiata, a titolo di godimento, escludendo quindi, oltre ai proprietari, anche i comodatari. Quest'ultimo canone è stabilito in 15 euro mensili per fasce di reddito Isee fino a 7mila euro annui, in 25 euro mensili per fasce Isee da 7.001 fino a 10mila euro annui e in 50 euro per fasce Isee da 10.001 a 12mila euro annui. Per redditi Isee superiori ai 12mila euro annui l'affitto è calcolato a seconda della zona nella quale si trova l'alloggio, indipendentemente dalla fascia di reddito.