"Con questa solenne celebrazione è riaperta la Basilica di San Bernardino e l'urna, contenente il corpo del Santo, verrà ricollocata nel monumento funebre in cui ha riposato da secoli".
Con queste parole, l'Arcivescovo Metropolita Giuseppe Petrocchi ha salutato la riapertura della Basilica di San Bernardino, restituita all'antica bellezza a sei anni dal terremoto che l'aveva duramente colpita. Un evento partecipato con affetto e partecipazione dalla città: centinaia di persone hanno assistito alla riapertura al culto della Basilica, a seguito della solenne processione che, dalla chiesa temporanea di San Bernardino in Piazza d'Armi, ha riportato il corpo del Santo senese fino al monumento funebre.
"E' un evento che riveste un profondo significato: religioso e civile, ha sottolineato Petrocchi nella omelia. "Si tratta della prima chiesa monumentale che viene restituita al culto dopo il terremoto dei 2009. Il magnifico restauro ci ridona questo capolavoro architettonico: più bello e meglio valorizzato di prima. E sono proprio questi due avverbi: 'più' e 'meglio' a rappresentare la sigla spirituale e culturale di tale evento. Infatti, andando 'oltre' il perimetro del passato e protendendosi verso un futuro, che si vuole 'ottimizzato', la Comunità aquilana - sostenuta dalla solidarietà dell'intera nazione - sta rispondendo, con creatività e indomita tenacia, alla sfida del terremoto".
La splendida Basilica, risorta dalle macerie, "annuncia che, ancora una volta, qui a L’Aquila, la vita trionfa sulla morte: non solo perché la sconfigge, ma ancora di più, perché la rende occasione di una vita più grande. La risurrezione, infatti, è lo 'scacco matto' che la vita infligge alla morte, perché non solo ne spezza il dominio, ma la rende sua serva. La morte, così orgogliosa della sua potenza distruttiva, promuove la vita: povera morte, c’è da dire! Vi confido che, durante la processione di ingresso, mi sembrava che al suono festoso delle campane di questa basilica, facesse eco il “concerto d’anima” delle campane che risuonavano nel cuore degli aquilani e di tutti coloro che amano questa Città. E' un evento memorabile e un giorno di giubilo, oggi!".
La fotogallery di Luca Bucci
Il restauro
La Basilica di San Bernardino, fatta costruire da San Giovanni da Capestrano con il sostegno economico delle famiglie più importanti della città alla fine del quattrocento, per ospitare le sacre spoglie del santo senese morto all'Aquila nel 1444, ha dunque riaperto le porte, a seguito di un restauro durato quattro anni che ha minuziosamente ricomposto il complesso monumentale, riscoprendo anche testimonianze dell'edificio tardo gotico, cancellato dall'altro disastroso sisma che cambiò il volto dell'Aquila, il 2 febbraio 1703. Un risultato importante se si considerano le grandi dimensioni della chiesa e le numerose ed importanti opere d'arte che conserva, un traguardo raggiunto anche grazie ad un lavoro sinergico tra il Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche Lazio Abruzzo Sardegna - sede coordinata di L'Aquila - le Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici e Storici Artistici ed Etnoantropologici per l'Abruzzo e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell'Aquila.
Il restauro dell'edificio è stato invece appaltato dal Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche per Abruzzo, Lazio e Sardegna ed eseguito dalla ATI Donati Spa ed EME Restauri Srl. In un primo momento ha riguardato la cupola, gravemente lesionata, che è stata innanzitutto consolidata e poi restaurata. Dunque, si è proceduto alla riparazione di tutto il resto del corpo della Basilica. Particolare attenzione è stata posta al campanile, per i vasti crolli che aveva subito, mentre la torre campanaria è stata restaurata grazie ad una serie di consolidamenti conservativi, sia da un punto di vista strutturale che da un punto di vista dell'apparato murario. E' stato eseguito, in questo caso, un minuzioso lavoro di monitoraggio e catalogazione a terra per il recupero di tutte le pietre cadute dopo il crollo, riutilizzate per la ricostruzione della torre e della cella campanaria.
Non è stata trascurata l'illuminazione del meraviglioso edificio: il nuovo impianto, che interessa sia la facciata che l'interno, progettato dall'architetto Francesca Storaro, è stato realizzato attraverso il posizionamento strategico delle luci, tutte a led, valorizzando le architetture rinascimentali (per quanto riguarda la facciata) e settecentesche (all'interno) della Basilica che rimarrà illuminata anche di notte.
Recuperato anche il prezioso soffitto ligneo, opera dello scultore Ferdinando Mosca di Pescocostanzo (1723 - 1727) e del pittore Girolamo Cenatiempo, artista allievo di Luca Giordano, che vi ha raffigurato episodi della vita di San Bernardino. L'intervento è stato diretto dall'ex Soprintendente Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per l'Abruzzo, Lucia Arbace, oggi responsabile del Polo Museale d'Abruzzo, ed eseguito dalle imprese Iciet Srl e Carnicelli Dario Srl. Ha permesso di riportare alla luce l'originario aspetto della grande opera che oggi si presenta con il fondo di un azzurro intenso.