Ergastolo con isolamento diurno e notturno per un anno, rigetto di dare avvio ad una perizia psichiatrica, concessione della provvisionale di 50 mila euro per ciascun figlio, "espulsione del territorio nazionale una volta terminata la pena dell'ergastolo", ed infine sentenza che dovrà essere pubblicata sui circuiti web per quindici giorni.
La Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila in linea con la richiesta del Pg, Romolo Como, ha confermato la condanna di primo grado nei confronti di Veli Selmanaj, colpevole del duplice omicidio a colpi di pistola della figlia Senade e della ex moglie Fatime (nella foto), all'uscita di un supermercato di Pescina (L'Aquila).
Il cittadino kosovaro di 49 anni era stato condannato in primo grado sempre all'ergastolo dalla Corte d'Assise dell'Aquila.
A Pescina il 16 ottobre di due anni fa uccise l'ex consorte di 45enne e una delle figlie, la 21enne Senade, a colpi di pistola.
All'imputato veniva contestato il reato di duplice omicidio con le aggravanti della premeditazione, del vincolo discendente con la figlia, oltre al porto e alla detenzione abusiva di arma da fuoco.
Secondo l'accusa Selmanaj si era sentito leso del potere sul nucleo familiare di cui si riteneva capo indiscusso.
L'uomo, reo confesso, non aveva accettato di essere stato cacciato via dall'abitazione di Pescina dalla famiglia.
Una decisione, secondo quanto ricostruito dalle indagini e nel processo, presa per un passato fatto di violenze e molestie nei confronti della moglie e delle figlie.
A denunciare per prima gli abusi del padre fu proprio la giovane vittima.
Il 16 ottobre Fatime e Senade erano andate a fare la spesa in un supermercato. Veli Selmanaj le aveva seguite già dal pomeriggio dello stesso giorno, da quando erano uscite dall'azienda agricola 'Coltor' di Ortucchio (L'Aquila) dove le due donne lavoravano.
Poi, quando ormai era quasi sera, nel piazzale del discount Todis l'agguato: il kosovaro sparò prima alla moglie e poi alla figlia che, ferita, tentò di scappare. Fu un'esecuzione in piena regola visto che la ragazza era stata finita con un colpo di pistola alla testa.
Selmanaj, arrestato poco dopo dai carabinieri, aveva con sé un revolver calibro 22 e, nascoste in un vano della portiera dell'auto, circa 33 cartucce.