Secondo capitolo per l'inchiesta Mondo di mezzo, che nel dicembre scorso portò all'arresto di decine di persone e allo smantellamento dell'organizzazione poi denominata Mafia Capitale.
In queste ore sono 44 gli arresti effettuati dai Carabinieri del Ros, in un'operazione che coinvolge Sicilia, Lazio e Abruzzo. Tra gli arrestati c'è anche l'ex consigliere regionale del Lazio Luca Gramazio (Forza Italia). 21 gli indagati a piede libero. Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti. Diversi gli esponenti politici in manette nella Capitale: tra di loro, Massimo Caprari (Centro Democratico), l'ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti (Pd), l'ex assessore alla Casa e consigliere comunale Daniele Ozzimo (Pd), il consigliere comunale Pierpaolo Pedetti (Pd), l'ex capo della segreteria del Consiglio Franco Figurelli. Tra le persone agli arresti domiciliari ci sono il vicepresidente del consiglio comunale Giordano Tredicine (Fi), l'ex presidente del X Municipio Andrea Tassone. Tra gli indagati figura invece il presidente della Legacoop Lazio Stefano Venditti.
Il blitz dei carabinieri è scattato all'alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania ed Enna. Nella fattispecie, l'Abruzzo sarebbe coinvolto con la marsicana Pierina Chiaravalle, 30 anni di Avezzano (L'Aquila), già arrestata a dicembre, e stretta collaboratrice di uno dei capi dell'organizzazione, Salvatore Buzzi, deus ex machina delle coop della Capitale. La giovane aveva beneficiato degli arresti domiciliari. La Chiaravalle veniva definita "tra le persone più prossime all'operatività del sodalizio" e "di elevata pericolosità sociale". La Procura romana le addebita il reato di corruzione aggravata "dall'aver agito al fine di agevolare l'associazione mafiosa". Il nuovo provvedimento restrittivo sempre degli arresti domiciliari è stato notificato questa mattina a Chiaravalle, che sta scontando la detenzione domiciliare.
Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Contestualmente agli arresti, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati.
I provvedimenti riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti di Mafia Capitale, il gruppo mafioso riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere. Proprio tre giorni fa il gip aveva disposto il giudizio immediato per l'ex terrorista nero e altri 33 imputati. Il processo inizierà a novembre.
Per rientrare dei guadagni degli appalti pubblici che Carminati aveva gestito nell'ombra, l'ex Nar aveva provveduto a costituire una cooperativa sociale amministrata fittiziamente da un avvocato, Antonio Esposito, ma che era di fatto "una scatola vuota" che emetteva fatture false verso l'ormai famosa cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi. E' quanto emerge dalla nuova ordinanza su Mafia Capitale, firmata del gip Flavia Costantini. "La Cosma, cooperativa servizi manutenzione, una società cooperativa sociale onlus a responsabilità limitata - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare - è di fatto uno strumento utilizzato da Massimo Carminati per il recupero delle illecite somme a lui dovute, una società cartiera, priva di consistenza aziendale e sostanzialmente inattiva, fiscalmente domiciliata presso lo studio commercialista di un sodale di Carminati, Paolo Di Ninno, il quale è risultato curare la contabilità della gran parte delle società riconducibili a Salvatore Buzzi".
E' lo stesso Buzzi a far capire nel corso di alcune conversazioni intercettate dai Carabinieri del Ros come Carminati 'rientrava dei propri investimenti'. "Secondo quanto affermato da Buzzi la Cosma - scrive il gip Costantini - veniva utilizzata come stabile metodo per permettere a Carminati di rientrare del proprio credito acquisito mediante investimenti passati (nelle attività delle cooperative) e successivi guadagni ottenuti dalle attività illecite perpetrate dal sodalizio per il tramite delle opere svolte dalle cooperative poste sotto l'influenza dell'organizzazione".
Così Buzzi parlando con i suoi collaboratori sottolineava più volte "la necessità di dover retribuire l'espletamento di lavori fittiziamente condotti dalla cooperativa Cosma" e questo solo "per far pervenire a Carminati quanto dovutogli in relazione alla propria quota parte". Buzzi, in un'occasione, viene intercettato mentre discute della "possibilità di fatturare l'espletamento di lavori per guardiania di bagni e spurgo di bagni" fatturando 359mila euro in favore della Cosma sottolineando "perchè è ora che se... alleggerimo... dovevo dà un milione a Massimo eh".