Venerdì, 03 Luglio 2015 11:01

Appalto metanizzazione Ischia e casalesi: arrestato sindaco abruzzese

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Giulio Lancia, sindaco di San Vincenzo Valle Roveto (L'Aquila), comune marsicano di poco più di 2mila abitanti, si trova da stamane agli arresti domiciliari, in seguito all'inchiesta della Direzione antimafia di Napoli, sulla questione relativa all'appalto della metanizzazione dell'Isola di Ischia (Napoli).

Lancia ha ricevuto l'ordinanza di arresto assieme ad altre sette persone, in seguito alle dichiarazioni del pentito di camorra Antonio Iovine. Avrebbe un ruolo chiave nella nota vicenda della metanizzazione dell'isola campana, in quanto dirigente della cooperativa Cpl Concordia, che secondo gli inquirenti avrebbe ottenuto l'ingente appalto in cambio di favori alla politica e forte del rapporto con il boss della camorra Michele Zagaria.

Il Sindaco del comune marsicano, già ex componente del cda di Cpl Concordia e capo dell'area tecnica Campania-Abruzzo, è responsabile del progetto da 15 milioni di metanizzazione dell'isola di Ischia. E' stato iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, già nell'aprile scorso, quando fu arrestato il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino.

In carcere sono finiti anche l'ex presidente della Cpl Concordia Roberto Casari (già ai domiciliari) e l'ex responsabile commerciale della società Pino Cinquanta, accusati di concorso esterno in associazione camorristica. In cella anche gli imprenditori Antonio Piccolo e Claudio Schiavone, considerati i referenti locali della cosca malavitosa. La misura degli arresti domiciliari è stata disposta anche nei confronti dell'ex responsabile di esercizio di Cpl Pasquale Matano.

Risulta indagato per concorso esterno in associazione camorristica, senza che sia stata chiesta nei suoi confronti la misura cautelare, l'ex parlamentare del Pd Lorenzo Diana, già componente della commissione Antimafia. Gli indagati sono in tutto 14. L'inchiesta è coordinata dai pm Cesare Sirignano, Catello Maresca, Maurizio Giordano e Francesco Curcio con il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.

Lo scandalo delle presunte tangenti portò nell'aprile scorso a un polverone che investì soprattutto la dirigenza campana del Partito Democratico. Successivamente, alcune intercettazioni telefoniche fecero emergere anche il nome del dirigente Pd Massimo D'Alema, che tuttavia non risulta indagato e che ha sempre smentito il suo coinvolgimento nella vicenda. (m. fo.)

Ultima modifica il Venerdì, 03 Luglio 2015 11:26

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