Ci sono anche noti imprenditori aquilani, Luciano Giustino Taffo, nato a Poggio Picenze, 55 anni, e il figlio Daniele, 27 anni, titolari dell'omonima ditta di pompe funebri che opera tra il capoluogo abruzzese e Roma, tra gli arrestati ai domiciliari nell'ambito di una vasta inchiesta nella capitale sulle procedure di aggiudicazione di un importante appalto per le camere mortuarie del Sant'Andrea di Roma.
In particolare, gli imprenditori aquilani sono coinvolti con Egisto Bianconi, romano 47enne, direttore generale dell'ospedale Sant'Andrea, anch'egli finito ai domiciliari, per turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Nel giro di poche ore il presidente della Regione Lazio, appresa la notizia dell'arresto di Bianconi, ne ha disposto l'immediata sospensione dalla carica, nominando commissario straordinario Lorenzo Sommella, attuale direttore sanitario aziendale.
L'operazione è stata condotta all'alba dalla Squadra Mobile di Roma, con la collaborazione dei militari della Compagnia Carabinieri "Montesacro", del Reparto Prevenzione Crimine "Lazio" e del Reparto Mobile di Roma.
Il nome di Bianconi è spuntato fuori in seguito alle investigazioni protrattesi ad ampio raggio sulle attività illecite - tra le altre, traffico di droga, corruzione e porto abusivo d'armi - della famiglia Primavera: Guerino, 57 anni, e i figli Fabrizio e Daniele, 34 e 28 anni, il primo accusato di usura aggravata, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio; il secondo accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, porto abusivo di armi da fuoco e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, e il terzo accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Tutti e tre sono irreperibili.
L'inchiesta ha portato ad altri arresti: ai domiciliari Fabrizio Coppola, imprenditore edile nativo di Campagnano di Roma, 47enne.
Per Filippo Zanutti, romano 37enne, che era il responsabile unico del procedimento e presidente della commissione di gara, è stata formulata l'accusa di turbata libertà degli incanti, e per lui è scattata la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio attualmente esercitato per la durata di 12 mesi.
La vicenda
La vicenda emersa è quella della gara d'appalto indetta dall'azienda ospedaliera Sant'Andrea e protrattasi fino al novembre 2014 per l'affidamento dei "servizi inerenti i decessi in ambito ospedaliero con annessa gestione della camera mortuaria" del nosocomio in relazione alla quale sono state documentate condotte di rivelazione di segreto d'Ufficio, turbata libertà degli incanti, corruzione ed indebita induzione all'erogazione di utilità.
Le investigazioni della Squadra Mobile hanno permesso di documentare, in tale contesto, l'assegnazione fraudolenta dell'appalto, a favore di Luciano Giustino Taffo e del figlio Daniele. Da intercettazioni relative ad altre persone entrate in qualche modo nell'inchiesta emerge che si parla di "una media di cinquecento decessi all'anno... a tre mila euro la media a funerale.. è un milione e mezzo di euro l'anno...". Secondo le indagini, il piano parte, in realtà, da Daniela Chimenti, moglie di Guerino Primavera, la quale - impiegata quale operaia nella società di pulizie Linda s.r.l. sita all'interno del Sant'Andrea - era venuta anticipatamente a conoscenza, in via riservata, della prossima indizione, da parte dell'azienda ospedaliera di una gara d'appalto per i "servizi mortuari" ed aveva attivato il marito con il suo amico Luciano Giustino Taffo "che si era mostrato - dice una nota della Questura - sin da subito interessato all'affare".
Da quell'iniziale input, la donna aveva quindi interessato una sua collega di lavoro - Barbara Severini - che, dietro promessa di una congrua remunerazione, con il marito Fabrizio Coppola, imprenditore edile di Campagnano, avevano trovato il "contatto giusto" nella persona dell'allora direttore amministrativo e sino a poche ore fa direttore generale del Sant'Andrea, Egisto Bianconi.
Quest'ultimo, messo quindi in contatto con i Taffo, "ha in vario modo 'pilotato', avvalendosi del suo collaboratore Zanutti, l'aggiudicazione dell'appalto facendo conoscere anticipatamente ai Taffo il contenuto del bando di gara che veniva loro materialmente consegnato, tramite Coppola, venti giorni prima della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale".
Veniva, infine, "confezionata da parte della ditta Taffo s.r.l. un'offerta tecnica ed economica ineccepibile da un punto di vista formale che sbaragliava - dice ancora la ricostruzione degli investigatori - il precedente aggiudicatario dell'appalto e gli altri controinteressati, con la promessa da parte dei Taffo della consegna a Bianconi di una somma di denaro nonché di procedere ad assunzioni presso la propria ditta di persone appartenenti ai nuclei familiari di Primavera e Coppola".
Emblematiche sono considerate le conversazioni intercettate nelle quali gli indagati - avuta notizia dell'aggiudicazione formale dell'appalto da parte dei Taffo - "avevano esclamato con spirito 'predatorio' che di lì a poco sarebbe arrivato per loro un lauto guadagno: '...ha vinto... tirasse fuori i soldi... non siamo ragazzini nessuno: queste cose uno ce magna...". E gli investigatori parlano di "comportamento spregiudicato" di Daniela Chimenti e Barbara Severini, quando calcolano il potenziale giro d'affari che ne sarebbe derivato dall'appalto per le camere mortuarie e facendo riferimento alle loro aspettative di guadagno dicono "....e noi vogliamo mangiare anche un bel piattino de fettuccine... poi c'è il salmone e altre cosette....me raccomanno... che questo io entro a lavora' con loro faccio la becchina, glie faccio...".