Martedì, 25 Febbraio 2014 11:45

Funerali delle vittime del terremoto, lo Stato avanza richiesta per il danno d'immagine

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A qualche giorno dalla terza udienza del processo sulla presunta truffa nell'organizzazione dei funerali solenni delle vittime del terremoto, che si è svolta venerdi 21 gennaio, la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero dell’Interno hanno avanzato richiesta di 100mila euro per danno d’immagine nei confronti dell'impresa di onoranze funebri Taffo Gaetano e figli.

E' scritto - nero su bianco - in tre pagine firmate dall'avvocato dello Stato, Massimo Alecci: "La particolare esacrabilità del fatto contestato - si legge nell’atto di costituzione di parte civile svelato da Il Messaggero -, che ancora si stenta a comprendere, induce a chiedere la condanna al danno dell’immagine, tenendosi conto del clamore suscitato dalla particolarità del reato e dall’occasione dello stesso e dalla indiscutibile idoneità della condotta, certamente dolosa, ledere l’immagine dell’amministrazione, indotta in errore, in una situazione contingente particolarissima di dolore della popolazioneche avrebbe dovuto suggerire una ben diversa condotta".

Secondo l’Avvocatura dello Stato, la condotta dei due imprenditori aquilani che avrebbero ottenuto un surplus di profitti di almeno 25mila euro, "ha determinato un vulnus ancora più serio se si tiene conto della particolare contingenza e dell’enfasi mediatica che è stata data ai fatti con la conseguente deminutio di considerazione da parte dei consociati, anche nei confronti dello Stato, per altro vittima della condotta delittuosa".

Sotto processo ci sono i fratelli Piero e Giustino Luciano Taffo che avrebbero - secondo l'accusa - fatturato servizi svolti in realtà da altre imprese alle quali si erano rivolti i parenti delle vittime del sisma. A testimoniare è stato chiamato anche il capitano della Guardia di Finanza dell'Aquila Alessandro Mezzacappa, che aveva avviato le indagini all'epoca dei fatti. In aula, l'esponente delle Fiamme Gialle ha ribadito l'accusa, partita da segnalazioni di alcuni parenti delle vittime, di anomalie sulle fatturazioni della ditta nelle spese funerarie.

Sarebbero emerse, inoltre, anche fatture false per 29 bare. Nel corso dell'udienza uno degli imputati ha reso dichiarazioni spontanee, sostenendo di essere egli stesso la vittima del presunto raggiro ai danni dello Stato e chiedendo che le indagini siano rivolte ad altri, che "avrebbero raddoppiato i rimborsi, fino a fatturare 480 bare, invece che 309".

Già alla notizia del rinvio a giudizio, nella primavera scorsa, uno degli avvocati della difesa, Paolo Vecchioli, aveva rigettato le accuse: "Gli investigatori hanno svolto indagaini parziali, soltanto nei riguardi degli imputati e non su altre ditte, che hanno duplicato le fatture sulla stessa società che assisto. I miei assistiti avevano un rapporto privilegiato con la pubblica amministrazione, con tanto di contratto che è stato ottemperato. Le altre società si sono inserite successivamente, con la scusa di apportare delle migliorie, e invece si sono fatti pagare due volte".

I funerali solenni, che riguardarono 205 delle 309 vittime del sisma, si tennero all'interno della Direzione di Comando e Controllo della Protezione Civile Nazionale il 10 aprile 2009. L'incarico all'impresa Taffo Gaetano e figli fu affidato dall'allora prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli (ora a capo della Protezione Civile Nazionale).

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