Quella del quartiere delle case Comunali di San Gregorio è una storia a parte rispetto al sisma del 2009. Praticamente unica e per certi aspetti inspiegabile [video].
Di fatto alcuni cittadini, probabilmente considerati meno di altri, sono rimasti a vivere in appartamenti valutati come inagibili, anche se solo in un secondo momento. Nel luglio del 2009, sulle schede Aedes della Protezione civile c'era scritto che, Blocco B a parte, le case erano agibili salvo per i locali "sopra il ponte, per la presenza di tamponature che potrebbero presentare pericoli di crollo".
Così gli inquilini sono rientrati a casa, svolgendo molti lavoretti per conto proprio, e non sono andati più via, nonostante qualche mese dopo gli uffici del Comune valutavano alcuni appartamenti "C", quindi non agibili.
Sborsati soldi propri, senza i metodi della Protezione civile, e rimasti insieme nel luogo dov'erano prima del sisma, i cittadini si sono opposti alla dispersione programmata dei Progetti case e non sono voluti andar via senza la garanzia di poter tornare nelle proprie case riqualificate da soldi pubblici, come avviene nella ricostruzione privata. Paura fondata, in quanto di ricostruzione dell'edilizia popolare se n'è vista ben poca nel capoluogo abruzzese e, nonostante siano pochissimi i politici che hanno il coraggio di dichiararlo, le nuove case popolari sono oramai i quartieri dei progetti Case.
Quello di San Gregorio invece è uno di quei quartieri che si potrebbero definire "difficili", popolare ed interetnico ma in cui tra mille disavventure gli abitanti hanno resistito alla disgregazione preservando quei legami sociali distrutti altrove, e divenuti merce rara all'Aquila.
E nell'interesse comune hanno vinto la loro vertenza, creando un precedente per tutti, almeno stando all'atto di indirizzo sullo studio di fattibilità proposto dall'assessore alle Opere Pubbliche, Maurizio Capri, e approvato dalla Giunta.
Lo studio - scrivono dal Comune - "ha valutato tre soluzioni, ovvero: demolizione totale e ricostruzione dell'intero complesso in situ; demolizione e delocalizzazione dell'intervento in altro sito; riqualificazione urbanistica, fisica e funzionale dell'insediamento, con demolizione senza ricostruzione di alcuni edifici, risultando quest'ultima soluzione quella più convincente in termini di costi/benefici".
"Si tratta - ha dichiarato l'assessore Maurizio Capri - della prima opera pubblica su cui andremo ad intervenire, segnando questo atto di indirizzo il via alla ricostruzione del patrimonio pubblico. Con questo intervento, prevediamo di demolire senza ricostruirlo, l'edificio centrale del complesso, fortemente danneggiato dal sisma andando ad adeguare in termini strutturali, getici ed impiantistici gli altri corpi, con possibilità di sostituire anche altre porzioni. E' prevista, inoltre, la costruzione di un nuovo edificio, di superficie coperta lorda di 600mq, che possa fungere da nuova centralità e possa inglobare gran parte dei servizi di quartiere. Abbiamo stimato che, per la realizzazione dei suddetti interventi, i costi ammontino a circa 9 milioni di euro, cui si aggiungono le somme a disposizione pari a 4.560.000, per un totale di oltre 13 milioni di euro, importo nettamente inferiore alle altre due ipotesi analizzate. Si tratta, insomma, di un importante intervento di riqualificazione urbana che ricomprende il rifacimento anche dei sottoservizi, in primis del sistema fognario".
"Ringrazio – ha concluso l'Assessore - l'architetto Enrica De Paulis, dirigente del settore Ricostruzione Pubblica, per l'eccellente lavoro svolto che andrà a risanare una situazione di degrado purtroppo presente già prima del sisma, restituendo ai residenti del complesso, case completamente rinnovate in un contesto del tutto rinnovato."
MARULLI "VITTORIA DEL QUARTIERE"
Tra i cittadini di San Gregorio in prima linea c'è sempre stato Franco Marulli, segretario di Assocasa.
Per Marulli si tratta di una "vittoria del quartiere dopo anni di tribolazione in cui è stato dimenticato. Ora Assocasa vigilerà sul processo di ricostruzione stando attenta ai tempi che verranno impiegati. Ringraziamo l'amministrazione per aver ascoltato le nostre richieste - conclude Marulli - ma chiediamo da subito un nuovo incontro tra le istituzioni e i cittadini anche per chiarire alcuni dubbi".
Positiva per Marulli anche la creazione del nuovo edificio "polifunzionale", mentre il complesso centrale è comunque da abbattere perché "poggia su materiale di risulta".