Giovedì, 03 Settembre 2015 13:23

Asili nido, confusione sulla possibile proroga del contratto alle maestre

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A qualche ora dalla conferenza stampa indetta, stamane, dal sindaco Massimo Cialente e dalle assessore comunali Emanuela Di Giovambattista e Betty Leone per annunciare che, il 7 settembre, aprirà soltanto uno dei tre asili nido comunali vista l'impossibilità di prorogare i contratti a maestre e insegnanti per le norme inserite nel Jobs Act, arriva notizia che, al contrario, i contratti a tempo determinato potrebbero essere rinnovati

A dirlo, il gruppo civico di 'Appello per L'Aquila che vogliamo': "Alle educatrici degli asili nido può essere rinnovato il contratto a tempo determinato, nonostante abbiano maturato contratti a tempo determinato superiori ai 36 mesi", si legge in una nota. "E' questo nella sostanza il contenuto della circolare n. 3/2015 del 2 settembre scorso a firma della Ministra alla Funzione pubblica Madia. Sembra quindi possa risolversi il problema della chiusura di due asili comunali su tre con conseguente affidamento del servizio ai privati deciso dall'amministrazione comunale".

La circolare ministeriale - spiega il gruppo civico consiliare - prevede che sarà dato il tempo agli enti territoriali di stabilizzare i precari, potendo nel frattempo rinnovare contratti a tempo determinato per "garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo", senza incorrere in sanzioni. "Di conseguenza chiediamo che il comune fin da oggi, come sta già facendo quello di Roma, inizi a redigere la proroga dei contratti e studi un piano di assunzione per stabilizzare entro il prossimo anno tutti i precari degli asili. Fa specie il fatto che ancora stamattina in conferenza stampa il sindaco e due assessore non fossero a conoscenza delle nuove disposizioni ministeriali e abbiamo ribadito il piano di chiusura degli asili. Non capiamo se il perdurare di questa posizione sia dovuta alla non conoscenza della nuova circolare. Quello che sappiamo è che altri comuni, con il medesimo problema, già oggi stanno procedendo con la firma dei nuovi contratti. Non ci sono più scuse per procedere diversamente".

Parrebbe insomma che possa concludersi felicemente una vicenda che ha scatenato rabbia e polemiche. Una vicenda di respiro nazionale che sta avendo pesanti ripercussioni, anche a L'Aquila. Circa 10mila educatrici e insegnanti di nidi e materne comunali rischiano, infatti, di restare disoccupate, avendo superato i 36 mesi di servizio. Cinquemila solo a Roma, dove in questi giorni hanno dato vita a una mobilitazione permanente, con proteste e presidi anche notturni alle porte del Campidoglio.

Una sentenza della Corte di giustizia europea del novembre 2014 aveva sancito, infatti, che anche il personale scolastico, dopo 36 mesi di contratti, andasse stabilizzato e che non si potessero reiterare oltre i contratti a tempo determinato. Ma se per gli insegnanti statali, con il Jobs act e la Buona Scuola, si è fatta una deroga, quelli comunali ne sono rimasti fuori. Assumere subito tutti i precari a tempo indeterminato, con il Patto di stabilità e il blocco del turnover, per gli enti locali è spesso impossibile. Così, educatrici e insegnanti di nidi e materne comunali rischiano di restare a casa per 'colpa' di una sentenza che, al contrario, intendeva stabilizzare il personale scolastico.

A L'Aquila, potrebbe significare la chiusura di due asili nido comunali su tre. Anche se l'intervento del ministro Madia parrebbe aver risolto la questione. Oppure no? "In riferimento alla conferenza stampa tenuta stamani sugli asili nido - ha inteso spiegare l'assessora Betty Leone, replicando ad Aplcv - precisiamo che l'Amministrazione comunale è bene a conoscenza della circolare del ministro Madia. Il testo, tuttavia, presenta al momento degli aspetti, sotto il profilo tecnico e normativo, che necessitano di approfondimenti ai fini di verificarne l'effettiva applicabilità al nostro caso specifico".

Leone ha voluto rassicurare che l'amministrazione sta valutando, "con i dirigenti, se e come si possa intraprendere questa strada. Nelle more di tale verifica, tuttavia, ci riserviamo di attuare il piano illustrato stamani, in modo da dare una soluzione certa, in ogni caso, al problema, che costituisce una nostra priorità, e poter arrivare, entro la fine del 2015, alla riapertura di tutti gli asili nido comunali".

 

La conferenza stampa di stamane

"La situazione è difficile", ha riconosciuto stamane in conferenza stampa l'assessora Emanuela Di Giovambattista. "Dopo il terremoto - ha spiegato - i nidi comunali si sono retti grazie soprattutto alla presenza di operatori con contratti a tempo determinato, assunti con le normative emergenziali. Questo è successo perché molte educatrici sono andate in pensione e, causa blocco del turn over nella pubblica amministrazione, non è stato possibile fare nuovi concorsi". Parliamo di un numero non esiguo di educatrici con contratti a tempo determinato. "In questi anni - ha continuato la Di Giovambattista - siamo sempre riusciti a prorogare i contratti del personale precario ma con il Jobs Act, che vieta proroghe oltre i 36 mesi, è sorto un problema, che peraltro non riguarda solo le educatrici degli asili nido ma tutti i precari del Comune. Abbiamo tentato in ogni modo di ottenere dal Governo la possibilità di derogare al Jobs Act, lavorando in maniera sinergica per inserire un emendamento al dl Enti Locali. Non abbiamo ottenuto la proroga, però. L'unica nostra responsabilità è di averci voluto provare fino in fondo".

Dunque, il Comune dell'Aquila - il 7 settembre prossimo - potrà aprire un solo nido, l'asilo del Viale, con la chiusura degli asili Primo Maggio e Ape Tau. "Avremmo potuto fare come il Comune di Roma - ha sottolineato Di Giovambattista - offrendo un servizio part-time, dalle 8 alle 14, ma, così, avremmo dato risposta alle esigenze di poche famiglie. Dunque, si è deciso di aprire un solo nido, con orario pieno. Si tratta di una soluzione tampone che ha mitigato il disagio: con il nido comunale del Viale, i sei nidi privati convenzionati con il Comune e 'Casetta Fantasia' daremo risposta a 163 famiglie. Per ora, è l'unica soluzione possibile". Una soluzione tampone, appunto.

Come intende muoversi il Comune dell'Aquila per risolvere la questione? "Continueremo a insistere con il Governo per ottenere la proroga al Jobs Act. Intanto, stiamo approntando un bando per l'affidamento esterno della gestione dei nidi ad una cooperativa che dovrà reintegrare, però, maestre e insegnanti che hanno lavorato in questi 6 anni rendendo il nostro servizio pubblico una eccellenza a livello nazionale".

Non solo maestre e insegnanti: lo stesso problema si ripeterà, alla fine di settembre, con la scadenza dei contratti degli altri precari impiegati dal Comune, in altri settori. "Si tratta di 56 contratti", ha chiarito l'assessora Betty Leone. "In questi anni, l'amministrazione ha tentanto di 'resistere' all'orientamento imposto dai vari governi che si sono succeduti: privatizzare i servizi pubblici per 'scalare' i costi dai bilanci dei Comuni italiani. Siamo convinti, infatti, che l'amministrazione debba garantire i servizi pubblici essenziali anche perché privatizzare, spesso, significa aumentare i costi diminuendo la qualità. Fino ad oggi, dunque, abbiamo lavorato con le proroghe ma già l'anno passato non abbiamo avuto alcun sostegno dal Governo e siamo stati costretti ad utilizzare i fondi stanziati con un progetto speciale della Regione. Sono due anni che chiediamo proroghe e stabilizzazioni per i profili non presenti nel concorsone Ripam - ha inteso ribadire Betty Leone - senza risultati".

Non c'è alternativa all'esternalizzazione della gestione degli asili, insomma. Uno scenario che preoccupa maestre e insegnanti: "Si cerca di far passare l'idea che un servizio fondamentale, come quello degli asili nido comunali, sia soltanto un costo e che possa quindi essere esternalizzato. Una parola questa che, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca di Roma, dovrebbe far inorridire qualsiasi amministratore pubblico", hanno sottolineato nei giorni scorsi. Aggiungendo di non sentirsi affatto rassicurate dalle parole del sindaco e degli assessori Leone e Di Giovambattista "che vogliono farci credere che l'esternalizzazione sia l'unica strada percorribile. Esternalizzare significa infatti ridurre la qualità del servizio, in quanto le gare di appalto dovranno tener conto, inevitabilmente, dell'offerta economica più vantaggiosa, andando necessariamente ad incidere sui costi del personale".

Le operatrici non sono neppure convinte della proposta, accennata anche stamane in conferenza stampa, di costituirsi in cooperativa per gestire direttamente gli asili nido: "Non avremmo i tempi tecnici per farlo e non saremmo in grado di competere con i colossi nazionali che andrebbero a rispondere al bando", hanno ribadito. Alle maestre, però, si è rivolto direttamente il sindaco Massimo Cialente spiegando che non ci sono altre alternative perseguibili. "Se vogliamo mantenere la nostra impostazione nella gestione degli asili nido e se vogliamo salvaguardare i livelli occupazionali, non ci sono altre strade che l'affidamente ad una cooperativa: una sorta di partita di giro - ha chiarito Cialente - con il Comune che assicurerebbe i finanziamenti previsti, 'girandoli' alla cooperativa e aggirando, così, i limiti imposti dalle norme". E per gli altri precari? "Abbiamo un sacco di soldi - ha ribadito il primo cittadino - grazie alla decisione di destinare l'1 del 5% inizialmente previsto per le attività produttive al personale tecnico. Si tratta di circa 6milioni di euro. Il problema, però, è che possiamo rivolgerci solo a professionisti iscritti ad albi o collegi e, per alcune mansioni, gli albi semplicemente non ci sono. Tenteremo di risolvere anche questo problema sui tavoli romani".

Tornando agli asili nido, a breve verrà dunque istruito il bando per l'affidamento esterno della gestione delle strutture Primo Maggio e Ape Tau. Ci vorrà qualche mese, però. Nel frattempo, i bambini saranno temporaneamente trasferiti in parte all'asilo nido comunale del Viale e in parte in alcune delle strutture private convenzionate. Il metodo che si userà per gli "smistamenti" sarà il seguente: i bambini che hanno già iniziato a frequentare il nido saranno trasferiti all'asilo del Viale mentre i nuovi iscritti saranno "appoggiati", sempre in via temporanea, presso le strutture private convenzionate. Una risposta parziale, come detto, che soddisferà le esigenze di 163 famiglie. Le altre, dovranno pazientare.

Di Giovambattista ha inteso replicare anche alle polemiche sollevate, nei giorni scorsi, da genitori, comitati e gruppi civici, sulla decisione di trasferire i bambini proprio all'asilo del Viale, ospitato in un Musp. "Quando si amministra si deve usare il buon senso. La scelta del Viale deriva dall'esigenza di accontentare il maggior numero di famiglie: lì, potremmo ospitare 60 bambini; nella struttura Primo Maggio, invece, non avremmo potuto superare i 40. Si tratta, insomma, di una scelta funzionale. Non capisco le polemiche: a L'Aquila, tutti gli asili privati più importanti, infatti, sono ospitati nei Musp".

Questa mattina intanto, poco prima dell'inizio della conferenza stampa di Palazzo Fibbioni, un gruppo di mamme si è recata presso gli uffici di via Rocco Carabba per chiedere la data del consueto incontro annuale tra mamme ed educatrici che si tiene ogni anno, prima della riapertura dei nidi. "Ci è stato risposto - ha spiegato Rosita Castaldi, del Comitato di Gestione - che ancora non è stato effettuato il sopralluogo al Musp del Viale e, quindi, per l'incontro ci sarà da aspettare la prossima settimana". "Organizzare una riunione illustrativa su come sarà effettuato l'inserimento dei nostri bambini ad inserimento iniziato - ha aggiunto Claudia Pagliariccio - ci sembra l'ennesima presa in giro nei confronti di genitori e bambini da parte di questa amministrazione. Ci aumentano le rette, diminuiscono i servizi ed ora diventa problematico anche ottenere informazioni essenziali a tempo debito".

 

La nota di 'Appello per L'Aquila che vogliamo'

"Alle educatrici degli asili nido può essere rinnovato il contratto a tempo determinato, nonostante abbiano maturato contratti a tempo determinato superiori ai 36 mesi. E’ questo nella sostanza il contenuto della circolare n. 3/2015 del 2 settembre scorso [leggi] a firma della Ministra alla Funzione pubblica Madia con tanto di messaggio su twitter. Sembra quindi possa risolversi il problema della chiusura di due asili comunali su tre con conseguenza affidamento del servizio ai privati deciso dall’amministrazione comunale.

La circolare ministeriale prevede che sarà dato il tempo agli enti territoriali di stabilizzare i precari, potendo nel frattempo rinnovare contratti a tempo determinato per «garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo», senza incorrere in sanzioni.

Di conseguenza chiediamo che il comune fin da oggi, come sta già facendo quello di Roma, inizi a redigere la proroga dei contratti e studi un piano di assunzione per stabilizzare entro il prossimo anno tutti i precari degli asili.

Fa specie il fatto che ancora stamattina in conferenza stampa il sindaco e due assessore abbiamo ribadito il piano di chiusura degli asili. Non capiamo se il perdurare di questa posizione sia dovuta alla non conoscenza della nuova circolare. Cosa che sarebbe in se grave e paradossale per un’amministrazione che sta seguendo la vicenda. Ma ormai siamo abituati a tutto.

Quello che sappiamo è che altri comuni, con il medesimo problema, già oggi stanno procedendo con la firma dei nuovi contratti. Non ci sono più scuse per procedere diversamente.

Si proceda dunque velocemente, è una vittoria per tutta la città, che non perde una delle sue poche eccellenze, per le educatrici e, soprattutto, per i nostri bambini".

 

La replica di Betty Leone

"In riferimento alla conferenza stampa tenuta stamani sugli asili nido precisiamo che l'Amministrazione comunale è bene a conoscenza della circolare del ministro Madia che, del resto, è stata anche citata e ricordata dal sindaco Cialente durante l'incontro di stamani con la stampa.

 

Il testo, tuttavia, presenta al momento degli aspetti, sotto il profilo tecnico e normativo, che necessitano di approfondimenti ai fini di verificarne l'effettiva applicabilità al nostro caso specifico.

Valuteremo pertanto, insieme con i nostri dirigenti, se e come possiamo intraprendere questa strada.

Nelle more di tale verifica, tuttavia, ci riserviamo di attuare il piano illustrato stamani, in modo da dare una soluzione certa, in ogni caso, al problema, che costituisce una nostra priorità, e poter arrivare, entro la fine del 2015, alla riapertura di tutti gli asili nido comunali".

 

Ultima modifica il Venerdì, 04 Settembre 2015 11:32

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