E' firmata da un medico aquilano la perizia che potrebbe segnare una nuova svolta nel processo sulla morte di Stefano Cucchi.
Si tratta del direttore dell'unità operativa di Radiologia (nonché presidente della Societa Italiana di Radiologia e prorettore dell'Università dell'Aquila), il professor Carlo Masciocchi.
A darne notizia è il quotidiano Il Centro.
Per la morte di Cucchi, in primo grado, erano stati condannati, per omicidio colposo, tre medici dell'ospedale Sandro Pertini mentre erano stati prosciolti tutti gli altri imputati (tre poliziotti e altri membri del personale medico e infermieristico dell'ospedale).
Un anno fa, però, la Corte d'Appello di Roma aveva scagionato anche i tre medici condannati in primo grado confermando le altre assoluzioni.
In seguito a quella sentenza, nacque un'inchiesta bis, affidata al procuratore capo Giuseppe Pignatone e al pubblico ministero Giovanni Musarò.
"Non è accettabile - disse allora il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone - dal punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia, non per cause naturali, mentre è affidata alla responsabilita degli organi dello Stato".
"L'interesse della procura, oggi, ricade sugli aspetti medico legali della vicenda e, quindi, sulla causa della morte di Stefano Cucchi".
E' quanto affermato dall'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia di Stefano Cucchi. "Secondo noi - ha continuato l'avvocato - si è molto avanti nell'inchiesta. Abbiamo dato un contributo importante sul piano medico legale - ha spiegato l'avvocato, accompagnato da Ilaria Cucchi - E non solo per quanto riguarda la consulenza gia depositata venerdì scorso".
La consulenza tecnica di Carlo Masciocchi, presentata venerdì scorso, evidenzia che ci sono «lesioni fratturative» «del tutto evidenti» alla terza vertebra lombare e alla quarta sacrale (S4) di Cucchi, tra loro «assolutamente contestuali», smentendo, di fatto, gli esperti della Procura della Repubblica e quelli dell’Università Statale di Milano scelti dalla corte, sostenendo che quella di L3 è una frattura «recente».
Queste nuove analisi smentiscono confermerebbero in altri termini che il ragazzo venne picchiato.
La consulenza farà parte del nuovo fascicolo di indagine aperto recentemente dopo la denuncia della famiglia Cucchi.
L'indagine, per il momento, vede indagato per 'falsa testimonianza' un maresciallo dei carabinieri, Roberto Mandolini, ex vicecomandante della stazione di Tor Sapienza.