Martedì, 09 Aprile 2019 16:06

Univaq, Alesse e Masciocchi candidati alla successione di Inverardi: ecco i loro progetti per l'Ateneo

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Non ci sono state sorprese: come annunciato da newstown, i candidati alla successione di Paola Inverardi alla guida dell'Università degli studi dell'Aquila sono Edoardo Alesse e Carlo Masciocchi. La conferma è arrivata dall'assemblea di Ateneo convocata nel pomeriggio dal decano Pier Ugo Foscolo. La prima votazione è fissata per il 13 giugno; non si dovesse arrivare all'elezione di uno dei candidati, si andrà in seconda votazione il 18 giugno, eventualmente in terza il 25 giugno e, se necessario, al definitivo ballottaggio che si celebrerebbe il 28 giugno. 

Alesse, nato a Leonessa (Rieti) il 17 febbraio di 61 anni fa, è docente del Dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche, di cui è stato direttore fino a qualche mese fa; Masciocchi, docente dello stesso Dipartimento, è nato a L'Aquila il 29 gennaio del 1956: già Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia del P.O. San Salvatore, è prorettore vicario dell'Ateneo dall'ottobre 2013.

Comunque vada, non ci sarà alcuno 'strappo' in Ateneo; di certo, il clima non è infuocato come sei anni fa, all'epoca della elezione di Paola Inverardi, la cui vittoria segnò un momento di forte rottura col passato stante la candidatua di Maria Grazia Cifone in continuità col rettore uscente Ferdinando di Orio. Anzi, paradossalmente è stato Carlo Masciocchi, d'altra parte prorettore vicario, a rivendicare i risultati ottenuti dall'attuale governance piuttosto che Edoardo Alesse, sostenuto dalla uscente Inverardi. 

Alesse: "In questi anni, l'Ateneo ha 'retto' la città: intendo tenerlo al centro degli interessi del territorio"

"Chi si propone per un incarico così delicato, del tutto normale non è; c'è un poco di autolesionismo. Tuttavia, chi come me ha dedicato la sua vita all'Università non può tirarsi indietro". Così Edoardo Alesse che, nel confronto con Masciocchi, è parso più avanti nella costruzione della sua candidatura; d'altra parte, non è un mistero che il prorettore abbia deciso di scendere in campo qualche settimana fa. "Ho già predisposto le linee guida del mio programma ma voglio riempirle di contenuti negli incontri che farò di qui in avanti con tutte le anime dell'Ateneo", ha detto Alesse. Che ha già scelto un 'simbolo', una nave "capace di trasportare molte persone: chiunque voglia, può salire a bordo".

Alesse ha ripercorso le tappe della sua carriera accademica fino alla decisione di candidarsi come Rettore, per la seconda volta: ci provò nel 2007, sconfitto da di Orio. "L'incarico è delicato per il contesto nazionale e locale: a livello nazionale, viviamo un cronico sottofinanziamento della didattica e della ricerca, con la costante riduzione del fondo di funzionamento degli Atenei; a livello locale, la situazione non è affatto normalizzata: l'Università risente del contesto in cui vive, in un connubio indissolubile con la città. In questi anni, l'Ateneo ha 'retto' la città - ha aggiunto Alesse - e questo mi pare venga riconosciuto in modo universale. Qui sta il primo punto del mio programma: intendo tenere l'Ateneo al centro degli interessi del territorio, attraverso la ricerca e l'innovazione. Siamo riconosciuti come portatori indiscussi, e un poco solitari, di conoscenza. Ovviamente, non possiamo pensare di fare tutto da soli: dovremo rapportarci con le realtà locali, col Comune, la Regione, il tessuto produttivo. E sia chiaro: le Istituzioni interloquiscono con tutti. Parlerò con tutti: la politica è uno strumento, un mezzo per fare il bene dell'Università. Ho le mie idee politiche, ma non le ho mai espresse in modo pubblico e mai lo farò".

"Le mie idee progettuali - ha proseguito Alesse - staranno dentro il limite definito dai valori Istituzionali dell'Ateneo: didattica, che significa crescita di studenti che diventeranno operatori della società, ricerca, che dovrà offrire gli strumenti tecnici a quegli operatori, valorizzazione dei risultati della ricerca, anche con finalità di profitto per l'Ateneo, e la quarta missione, la più nobile, alimentare la coscienza critica della società, con l'impegno a generare attività, atteggiamenti, saperi che creino giustizia e sostenibilità. Ma questo, forse, è piuttosto un auspicio".

Alesse ha sottolineato di voler "migliorare le funzioni e la riconoscibilità tra gli organi di governo, quelli di controllo e garanzia, di gestione amministrativa, consultivi e di proposta. Se sarà eletto Rettore, sarò innanzitutto il garante della legge, dello statuto e dei regolamenti. Sia chiaro, però: non sarò primus inter pares; altrimenti, non interpreterei appieno la legge che ha verticalizzato i poteri. Sarò un Rettore che farà proposte dopo averle condivise con tutti ma quelle proposte le porterò avanti, le farò procedere con l'obiettivo di migliorare le funzioni istituzionali. Non mi limiterò a conciliare le diverse esigenze".

Per farlo, "mi sceglierò un prorettore complementare per esperienza e attitudini, dei prorettori delegati che dovranno occuparsi delle diverse attività istituzionali, la ricerca, la didattica, l'internazionalizzazione e così via; eventualmente, scegliere dei delegati di progetto laddove occorra una esperienzialità di natura tecnica. Non saranno amici del Rettore, saranno persone capaci. Non solo. La governance dovrà interfacciarsi con una struttura che non esiste, ma che intendo introdurre se dovessi essere eletto: parlo del collegio dei direttori di dipartimento che auspico sarà un organo statutario vero, di interconnessione tra Senato Accademico e Cda che, troppo spesso, dialogano a fatica. Ho compreso appieno le ragioni della riforma Gelmini: condivido l'idea che i dipartimenti debbano svolgere una funzione centrale a patto, però, che siano parte di uno stesso ingranaggio, motori che spingono la nave nella medesima direzione". Alesse ha promesso che si occuperà, anche, della integrazione della ricerca, con la promozione dei centri dipartimentali "che sono degni e riceveranno la massima attenzione".

Centralità alle persone, il mantra del candidato alla carica di Rettore: "tutti dovranno poter vivere l'esperienza lavorativa come opportunità, attraverso la valorizzazione delle competenze di ciascunoo. A volte, percepite antitesi, quasi un ostentamento di diversità di classe: così, non si va da nessuna parte. Siamo una squadra sola, ognuno dovrà fare il meglio possibile nel suo ruolo".

Dunque gli studenti, che "dovranno essere cittadini dell'Università: dovremo fare in modo di favorire la loro vita, il rapporto tra città e università in questi anni si è di molto rafforzato e mi piace immaginare che gli studenti siano il collante di questa relazione".

Masciocchi: "La città si fonda sull'Università: dovremo ribadirlo con forza"

"Abbiamo due mesi per incontrare tutti, dai direttori al personale tecnico amministrativo: più in là sarà importante confrontarci su linee programmatiche più precise. Al momento, non ho la nave davanti e, dunque, avrò una impostazione più pragmatica, andrò al sodo". Così Carlo Masciocchi, presentando la sua candidatura.

Come anticipato, il prorettore non ha mancato di rivendicare i risultati ottenuti dall'Ateneo con l'attuale governance: "bene ha fatto la Rettrice ad annunciare che, a breve, avremo un quadro preciso del lavoro svolto in questi sei anni: sarà un metro di valutazione importante, anche per capire le potenzialità dell'Ateneo. D'altra parte, non sono convinto che tutti siano consapevoli degli sforzi profusi: forse, andrebbe potenziata la comunicazione interna e verso l'esterno. Per esempio: ci domandiamo se siamo attrattivi oppure no, ebbene il 40% degli studenti proviene da fuori Regione. Abbiamo 8 corsi a titolo multiplo internazionale, oltre 500 accordi di scambio con università di 127 paesi. Ancor più importante: il 74% degli studenti laureati nel nostro Ateneo trova lavoro dopo 3 anni, addirittura l'88% tra gli ingegneri. Recentemente, l'University Ranking Impact, la speciale classifica che misura l'impatto delle Università sui territori, ci ha posto al 78° posto al mondo, terzi in Italia. Si tratta di risultati importantissimi, che qualificano il nostro Ateneo".

In questi anni - ha aggiunto Masciocchi - "abbiamo razionalizzato efficacemente l'impiego docenti: con 560 professori abbiamo 66 corsi attivati, e prossimamente arriveremo a 68. La media nazionale non sta in questo rapporto, è molto più sfavorevole. Siamo un ateneo generalista, particolarmente attento all'offerta didattica, e c'è da esserne orgogliosi. Con la commissione didattica che ho presieduto, siamo riusciti ad ottenere la massima razionalizzazione possibile, con docenti che vengono 'condivisi' da diversi dipartimenti così da consentire un'offerta completa. Certo, il mondo sta cambiando velocemente e, dunque, dovremo prestare la massima attenzione alla nostra proposta mantenendo i corsi in linea con le esigenze del mercato lavorativo. Ovviamente, non può esserci buona didattica senza ricerca e, forse, abbiamo un poco sottovalutato questo aspetto".

Masciocchi ha tenuto a sottolineare che, al momento dell'insediamento, nel 2013, la governance ha dovuto "agganciarsi ad una situazione locale difficilissima. Inoltre, dovevamo applicare la nuova legge 240; d'altra parte, se non si rispettano i parametri di sostenibilità dei corsi di laurea ce li fanno chiudere, e non a chiacchiere. Sta di fatto che avremmo dovuto costituire un meccanismo di controllo, una commissione di ricerca sul modello di quella della didattica, per monitorare le aree di scarsa ricerca e comprenderne i motivi. Dovremo farlo: la ricerca ci permette di stare su un territorio vasto offrendo competenze e capacità. Va sviluppato al meglio. Risultati ne abbiamo, ma gli debbono essere coordinati. Inoltre, dovremo fare in modo che la ricerca applicata, quella di base e quella culturale procedano di pari passo: mi rendo conto che la ricerca applicata consente di attirare risorse importanti, ma l'Università non è un'industria che deve produrre bulloni piuttosto deve lasciare una impronta culturale".

Dovesse essere eletto, a capo della commissione ricerca Masciocchi vorrebbe un delegato, capace di coordinare i process e interfacciarsi con i dipartimenti: "sul ruolo degli stessi, sono convinto anch'io della loro centralità. Nel 2013, avevamo già i famosi sette dipartimenti costituiti: anni dopo, però, dobbiamo chiederci se ne abbiamo compreso affondo il senso, se abbiamo interpretato al meglio il loro ruolo. Sono il cuore dell'Ateneo, è giusto, ma è davvero così? Sono ben organizzati? Non lo so. Sono convinto, però, che vada aperto un dibattito, affinché possano funzionare al meglio, organizzando le risorse finalizzandole ad uno stesso obiettivo: il potenziamento della didattica e della ricerca". Un maggiore coordinamento che Masciocchi vorrebbe anche per le attività di terza missione, "che dovrebbero essere rese più efficati, con strumenti di coordinamento e di analisi". 

Ultimo accenno alle attività sanitarie che il prorettore ha seguito in questi anni: "Ogni giorno, moltissimi colleghi svolgono la loro attività assistenziale con risultati egregi, rendendo chiaro a tutti, agli Enti locali e regionali, che l'Università è importantissima per la città. Purtroppo, a volte l'ambiente locale pare disattendo, sonnolento: da aquilano, però, vi assicuro che l'Ateneo è nel dna di questa città, c'è una attenzione fortissima alle sue dinamiche. La nostra città si fonda sull'Università. Ecco perché quando abbiamo chiesto con forza una Commissione paritetica per redigere, finalmente, un nuovo protocollo d'intesa con la Regione - mancava da 21 anni - così da inserire i medici in ambito sanitario, l'abbiamo ottenuto. In quella occasione, abbiamo ribadito il nostro ruolo. E così abbiamo fatto strappando i 112 milioni di euro per il nostro patrimonio edilizio. Dovremo farlo ancora, dovremo ribadire con forza l'importanza dell'Università per il territorio, in particolare per completare la ricostruzione dei nostri luoghi che si è scontrata col fallimento dichiarato della ricostruzione pubblica. Il tempo è scaduto: bisogna andare nei luoghi e nei posti dove c’è capacità decisionale e battere i pugni, dovessi essere eletto lo farò. Non ci sono altre possibilità”.

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Aprile 2019 13:41

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