I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L'Aquila hanno eseguito stamane un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Avezzano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Camillo Colella legale rappresentante della società 'Acqua Santa Croce' di Canistro, nota a livello nazionale.
Sono inoltre stati sequestrati beni immobili e risorse finanziarie nella disponibilità dell'indagato per circa 13 milioni di euro.
L'indagine è stata avviata a seguito di una verifica fiscale, eseguita dai finanzieri del capoluogo abruzzese nel 2011, nei confronti della società che ha portato, dopo complesse ed articolate investigazioni economico-finanziarie, alla scoperta di rilevanti importi, per circa 9 milioni di euro, sottratti al pagamento dell'imposta sul valore aggiunto e delle imposte sui redditi (Ires, Irap, ritenute alla fonte) relative agli anni dal 2008 al 2013.
Con riferimento a tali omissioni l'uomo era stato denunciato alla Procura di Avezzano.
Sulla scorta di ulteriori approfondimenti investigativi concordati con gli inquirente, le attività d'indagine sono state estese all'accertamento di tutte le posizioni debitorie della società nei confronti del fisco, anche in considerazione delle risultanze di pregresse attività ispettive svolte nei suoi confronti da parte della Direzione regionale Abruzzo e della Direzione provinciale dell'Aquila dell'Agenzia delle Entrate.
Tale attività, svolta dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L'Aquila congiuntamente a personale dell'Agenzia delle Entrate, ha portato alla luce ulteriore materia imponibile che ha fatto lievitare le imposte dovute ma non versate a circa 13 milioni di euro.
Importo, questo, sottratto al versamento delle imposte attraverso artificiose manovre di dissimulazione.
Dette manovre dissimulatorie, attentamente pianificate e puntualmente realizzate dall'indagato con il fine precipuo di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva promosse da Equitalia, consistevano principalmente nell'effettuazione di finanziamenti infragruppo infruttiferi per importi considerevoli.
Attraverso tali forme di finanziamento, la società veicolava, quindi, le somme in altre imprese del gruppo senza pretenderne la restituzione (attraverso rinunce al credito), nell'intento di svuotare le casse della società vanificando le aspettative del Fisco.
Colella: Verrà fatta immediatamente chiarezza agli inquirenti in relazione agli addebiti mossi
In ordine alle imputazioni contestate ed alle misure adottate dalla Magistratura procedente, l’Ing. Camillo Colella rappresenta che immediatamente verrà fatta chiarezza agli inquirenti in relazione agli addebiti mossi.
Si precisa che Sorgente Santa Croce Spa è pienamente operativa e perfettamente in regola relativamente a tutte le spettanze di dipendenti e fornitori e con tutti gli impegni presi nei confronti dei propri clienti.
Nelle prossime ore sarà dimostrato che l’Azienda, nel proseguimento dell’intenso e radicale piano di ristrutturazione della Sorgente Santa Croce spa iniziato con l’avvento della sua proprietà nel 2008, aveva messo in atto tutte le misure necessarie a ripianare l’esposizione debitoria nei confronti dell’Erario, avendo già ottenuto le rateizzazioni per l’intero debito tributario come previsto dalle leggi vigenti e avendo altresì ottenuto le revoche di tutte le azioni esecutive precedentemente adottate da Equitalia atte al recupero dei crediti.
Fai-Cisl su arresti domiciliari Colella, amministratore della Santa Croce
"La misura degli arresti domiciliari per Camillo Colella, amministratore unico della società Santa Croce, per una presunta evasione fiscale da 13 milioni di euro relativa ad Iva e imposte sui redditi, conferma, al di là della vicenda giudiziarie, nel merito della quale la Fai – Cisl non intende entrare, tutte le perplessità che il nostro sindacato ha espresso, a più riprese, in merito alla concessione trentennale che la Regione ha affidato all'azienda per l'imbottigliamento dell'acqua di Canistro".
E' quanto affermano Franco Pescara e Feliciantonio Maurizi, segretari regionali Fai-Cis Abruzzo: "Dubbi manifestati anche di recente", affermano i sindacalisti, "riferiti all'intera vertenza, in particolare all'affidamento della concessione, seppure vincolata alla successiva presentazione del Durc e del relativo piano industriale, che deve necessariamente prevedere la salvaguardia degli occupati. E' chiaro che questa situazione va a complicare ancora di più il nebuloso quadro sul futuro dell'azienda e, soprattutto, dei 75 lavoratori".
"Alla luce di quanto accaduto", incalzano Pescara e Maurizi, "chiederemo immediatamente un incontro con la Regione per chiarire i risvolti occupazionali della vertenza e la posizione che la Regione stessa intende assumere rispetto alla Santa Croce".
Lo stabilimento Santa Croce di Canistro è stato rilevato alla fine del 2007 dalla holding guidata da Colella. A quei tempi occupava 120 lavoratori e produceva oltre 300 milioni di acqua imbottigliata l'anno.
"Da quel momento", evidenziano Pescara e Maurizi, "c'è stato un susseguirsi di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mobilità e contratti di solidarietà, di pari passo con la diminuzione della produzione che è scesa a circa 100 milioni di pezzo l'anno. Attualmente nello stabilimento lavorano, a rotazione, una ventina di unità per circa 24 -32 ore settimanali. La Fai-Cisl", concludono i sindacalisti, "ha sempre mostrato perplessità rispetto alla reticenza dell'azienda a presentare un piano industriale che prevedesse investimenti concreti su Canistro. E' un vero peccato che un grande marchio di qualità, come la Santa Croce, venga offuscato da una vicenda che rischia di comprometterne la diffusione sul mercato".