I lavoratori della Intecs dell'Aquila, azienda che opera nella produzione di tecnologie avanzate, chiedono udienza al presidente della Repubblica in occasione della sua visita in città, in programma lunedì prossimo.
Al Capo dello Stato intendono illustrare la loro situazione, invocando "quei diritti sanciti dagli articoli 3 e 4 della Costituzione Italiana che oggi - dicono - vediamo per noi lesi: il lavoro e la dignità di cittadini. Siamo 120 ricercatori tra ingegneri, informatici, fisici e matematici con lunga e consolidata esperienza prevalentemente nel settore delle telecomunicazioni", si legge nella lettera.
"La nostra storia inizia negli anni '90 all'interno del laboratorio di ricerca e sviluppo Italtel, successivamente ceduto a Siemens e a partire dal 2005 risucchiato all'interno di un vortice di crisi prima con Compel e negli ultimi anni con Intecs. La graduale perdita di competenze tecnologiche dovuta al progressivo e inesorabile crollo di attività che da tempo affligge il nostro sito produttivo ci induce oggi, dopo i dovuti passaggi all'interno dell'azienda e delle istituzioni locali, ad approfittare della Sua presenza nel nostro territorio per condividere con Lei le nostre paure sulla concreta difficoltà di poter continuare a sostenere le nostre famiglie e tutelarne i redditi. Grazie al lavoro delle famiglie di provenienza, spesso di modesta estrazione culturale, la nostra generazione ha avuto la possibilità di migliorare il proprio stato sociale attraverso un percorso di studi. Noi oggi non siamo in grado di poter garantire ai nostri figli altrettanto. I nostri ragazzi, già fortemente penalizzati a causa dell'evento sismico e delle sue evidenti conseguenze sul piano sociale - scrivono i lavoratori - dovranno fare i conti anche con le ridotte possibilità dovute all'incertezza economica delle loro famiglie. Siamo ormai giunti ad un punto nevralgico della nostra vertenza, oppressi da una crisi dalla quale il nostro territorio non sembra riuscire ad emergere, da una inadeguatezza imprenditoriale nella gestione delle nostre professionalità e dalla dura stretta sugli ammortizzatori sociali introdotta dalle recenti misure del jobs act. Le rivolgiamo una sentita richiesta di udienza per una nostra delegazione in occasione della sua prossima presenza a L'Aquila perché questo - conclude la nota - ci consentirebbe di focalizzare l'attenzione sulle nostre preoccupazioni per il futuro".